Ne è passato di tempo. Oddio, non tantissimo. Sai, il tempo è relativo, dipende da come lo vivi. Mesi che sembrano anni, giorni che sembrano mesi... E viceversa. A me capita spesso il contrario, ore come attimi, mesi come giorni... Penso dipenda tutto da quanto ricordo si ha di sé, nel senso quanto si sia in contatto con la parte più intima di sé. Il tempo in questo caso cambia forma.
Dovrei dirvi di come ho trascorso gli ultimi tempi, ma non c'è molto da dire. Non ho fatto granché. Ho visitato me stesso. Lunghi, interminabili momenti con me, con quella parte interiore che spesso mettiamo da parte. Quasi sempre mettiamo da parte. Poi, dall'esterno, sono successe cose, ma sono successe tutte cose, me ne rendo conto, che in qualche maniera erano state da me richiamate.
Me ne accorgo, rileggendo i post scritti lo scorso inverno (
uno su tutti), di come fossi già proiettato in un altro contesto senza avere il coraggio di abbandonare ciò che avevo.
Non è mai semplice. Farlo volontariamente, intendo. Ci si aggrappa alle cose, alle situazioni, alle persone, anche se non ti rendono veramente felice, ma dentro hai quella cosa che va da sé, e ti trascina pure se non lo sai, se non la vuoi vedere. E allora a un certo punto tutto prende la direzione che inconsciamente vuoi, e ti ritrovi allo stesso risultato, vivere un altro contesto, ma arrivandoci attraverso un percorso doloroso. Sai, il dolore è una gran cosa, mantiene vivi, ma certo è meglio star bene che star male, e se stai male l'unica è sopportare, volendo nel frattempo star bene. E' come averci una qualche malattia, non la avresti voluta, l'avresti evitata, ma quando ormai ce l'hai l'unica è curarsela. Non si scappa da ciò. Non si scappa da sé.
Per cui non c'è da preoccuparsi, tutto va nella direzione desiderata, quello star bene che tutti cercano. Arrivarci, sono destini. C'è chi sta bene senza dover faticare, c'è chi invece se la deve sudare. Da queste parti è chiaro che è valida solo la seconda opzione, ma va bene, si può sopportare. Quindi lasciarsi andare, seguire il proprio essere quale che sia. Lasciar andare il superfluo e ciò che ti fa male.
Conosco una persona che lo ha fatto, lo sta facendo. E' dura rendersi conto di essere stato l'elemento superfluo, e di più di aver fatto star male. Rendersi conto di cercare le stesse identiche cose, ma di avere due nature diverse, quindi due modi diversi di arrivarci. Che quella persona è fuori dalla tua vita, o meglio, tu sei fuori dalla sua. Non vorresti, ma è così, anche se sai che hai ancora molto da dare, ma forse non le cose giuste, o non quelle richieste. O forse semplicemente non te ne accorgi, ma non riesci a dare. Non è facile rendere felice qualcuno. Prima di tutto se stessi.
Ecco, io qui non vorrei dire nulla, ma dovrei essere un altro e non lo sono. Rispetto le scelte altrui, anche quando vanno a mio danno, pure se a volte faccio fatica, ma quella persona mi manca davvero tanto. Abbiamo limiti e limitazioni però, e bisogna tenerne conto. Ma mi guardo dentro, e tutto quello che ho detto ultimamente è vero, e non è per
testardaggine, di questo sono sicuro.