martedì 30 marzo 2010

Lo stratega

Massimo D'Alema, alle cinque del pomeriggio, tra una proiezione e l'altra, allarga le braccia: "l'astensione, il boom della Lega, e tutti quei voti alle liste di Grillo..... Qualcosa non va in questo paese". (fonte La Stampa)
Intanto in Puglia vince Vendola, sulla cui candidatura Baffino aveva posto il veto.
Chissà cos'è che non va in questo paese.

Niente di nuovo (sul fronte occidentale)

La vittoria di Cota in Piemonte per una manciata di voti in più, grazie sicuramente a quelli di sinistra confluiti nella lista grillina del Movimento a Cinque Stelle, è stata salutata in diretta Raiuno dai leghisti in festa al grido di "Chi non salta comunista è!".
Quando vicende politiche che riguardano la vita concreta di un cittadino, il suo vivere in una comunità, viene vissuta come una vittoria in un torneo di calcio, direi che ogni possibile commento risulterebbe fiato sprecato. La distanza del "sentire" politico e sociale fra le due fazioni è infatti diventato abissale, diventando una questione che dall' ideologico è sfociato nell' antropologia, e l'unica considerazione che mi viene da fare e che non è un bell'esemplare di umanità quella che ne viene fuori vincente. Una umanità razzista, populista, arrogante, intollerante, egoista. Brutta, per dirla in un solo termine. Incapace di trovare la contraddizione tra l'ergersi a paladina di valori cristiani e l'adorare ampolle d'acqua in riti tra il fieristico e il pagano, incapace di mettersi in altri panni che non siano i propri, di riconoscere altre culture che non sia la propria (se di vera cultura si tratta), di riconoscere la differenza tra una rassegna teatrale e una sagra della trippa, di riconoscere, più seriamente, che molta della fortuna del Nord è stata costruita sulle spalle di chi aveva una cultura diversa, meridionali come stranieri, necessari e pur tuttavia odiati.
Queste sono comunque cose che già si sapevano, la presenza della Lega al nord non è una novità, questa è solo una ulteriore conferma del suo attecchimento sul territorio e tra la gente, e non sarebbe stata la vittoria del centrosinistra a cambiare la situazione, si sarebbero solo limitati i danni.
C'è però in giro un gran bisogno di altro, come dimostrano i dati sull'astensione, aumentata, e il voto di protesta confluito per lo più ai grillini. C'è bisogno di una politica che sappia risolvere i problemi della gente senza che sfoci nel populismo e nell'arroganza di cui sono maestri quanti ora comandano, che sia onesta e rispettosa non solo di chi rappresenta ma di tutti, che sappia fare cultura e creare una generazione di cittadini migliori e più responsabili della cosa pubblica, che sappia guardare agli interessi di tutti nessuno escluso e che lo faccia in maniera giusta e corretta.
Questo è "l'altro" a cui chi è a sinistra dovrà essere in grado di fornire risposte adeguate e convincenti. Ci sono tre anni di tempo, non credo basteranno, vale la pena tentare.

giovedì 18 marzo 2010

One hour, fifty minutes, thirty seconds in the life of....

Quando varco la porta dell'agenzia l'odore che mi arriva è di cattivo disinfettante, troppo pungente, devono aver appena lavato. Due teste di ragazzette sporgono solo un poco dall'alto bancone, mi guardano appena, salutano, forse, non mi pare, ormai non ci faccio più caso, in genere i miei buongiorno rimangono soli come mosche d'inverno, scacciati via quasi allo stesso modo.
Le due ragazzette hanno l'età apparente di venti e qualcosa anni, o giù di lì. Hanno la stessa faccia, la stessa corporatura, gli stessi capelli lisci, vestite quasi allo stesso modo, diresti sono gemelle, o forse sono solo gli anni in più che ho che cominciano a farmi vedere la gente tutta uguale, non saprei dire, ma è comunque il metro di un mio mondo che comincia ad essere poco frequentato, da giovani intendo.
Una delle due mi dà un modulo da riempire, poi sparisce nel retro e non potrò più valutare se davvero sono gemelle o solo frequentatrici degli stessi negozi. Compilo, intanto. Sono diventato un vero esperto di moduli da riempire, li compilo a velocità record, ho persino mandato giù a memoria il mio codice fiscale. Qualche dato lo metto a muzzo (chi ricorda più il mese del mio terzo impiego?) e comunque nessuno mai controllerà, nel caso non è che abbia poi molta importanza. Trattamento dei dati, croce sul no, poi restituisco e mi preparo alle domande, scontate, sempre uguali, che la ragazzetta si appresta a pormi.
Sì, da nove anni lavoro in quel settore e sì, mi sono già occupato di questo. Se so cos'è quel tal documento? Sì, certo (da nove anni lavoro in quel settore, forse anche solo per sbaglio l'avrò sentito nominare, no? vabbeh!). Prima facevo quella talaltra cosa, l'ho fatta per quindici anni per cui so di cosa stiamo parlando (ma li leggete i curriculum o ne fate areoplani?), e mastico un po' di lingue straniere, inglese francese e per lo spagnolo basta mettere la esse alla fine di ogni parola, internet sicuro, office manco a parlarne per cui eccomi qua, sono l'uomo giusto, apposta per quel ruolo, non ce n'è meglio di me, cazzo fidati un po'!
In realtà le ultime cose sono solo pensate, mentre la ragazzetta che può essere mia nipote dice haha a ogni mia risposta e mi squadra per catalogarmi, in tre minuti deve decidere dove posare i fogli su cui c'è scritta metà della mia vita, se nei portadocumenti o nel cestino della spazza.
Saluti, arrivederci, le faremo sapere, comunque la dittà valuterà, la chiameremo, ormai è nel nostro database, se c'è qualcosa, certo, buongiorno. Esco.
Non so se ha realmente detto tutte le ultime frasi, ormai le confondo quasi quanto le facce delle ragazzette. Sono stato dentro dodici minuti, ce ne ho messi cinquantatre per trovare il posto, dovrò guidare fino a casa per altri tre quarti d'ora.
Alla radio una canzone decente, finalmente.

Charlotte Gainsbourg feat. Beck - Heaven Can Wait

lunedì 15 marzo 2010

Così va il mondo

Il conto della crisi: 200mila senza lavoro in Lombardia
Milano la provincia più colpita: 3100 licenziamenti
Italia: cresce ancora la disoccupazione
A gennaio erano l'8,6% del totale (2.144.000)
Fonte: Terra
La Fiat chiude per due settimane
30mila lavoratori in cassa integrazione
Europa sempre più in affanno
11 disoccupati per un posto
Berlusconi sempre più ricco
Il reddito nel 2009 del Presidente del Consiglio cresce di 9 milioni di euro.
Forbes: Carlos Slim è il più ricco al mondo
Il magnate messicano supera Bill Gates.
Crisi passata, aumentano i miliardari
Fonte: La Stampa
.

Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri dunque, ma per fortuna arriva Francesco Forte dalle pagine del Giornale a indicare la strada nel suo articolo Il Lavoro c'è, ma nessuno lo vuole:

"I giovani sbagliano a non orientarsi al lavoro nelle arti e mestieri. Esso consente interessanti occupazioni e chi lo fa prima come apprendista, poi come lavoratore dipendente, può diventare poi un imprenditore in proprio. E sbagliano i genitori a non indirizzare i figli in questa direzione, che non esclude affatto di studiare anche nelle medie superiori e, magari, all’Università se si desidera passare dall’impresa artigiana all’impresa specializzata di maggiori dimensioni. Ma è una intera cultura che va cambiata".

In effetti è una "interessante occupazione" starsene otto ore su tre turni a sfornare da una macchina utensile particolari sempre uguali ora dopo ora, turno dopo turno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, senza neanche avere la soddisfazione di sapere che fine faccia quel particolare che si lavora. Davvero molto interessante, come pure "diventare un imprenditore in proprio", mettersi volontariamente all'ultimo posto della catena, indebitarsi per la vita, chiudere al primo accenno di crisi. Molto, molto interessante. Ho come l'impressione però che difficilmente un onorevole, o un giornalista, o un avvocato, o un imprenditore possa arrivare a consigliare al proprio figlio di entrare in una boita a sedici anni per imparare il nobile mestiere del tubista, o mandarlo a studiare in un Istituto Professionale per dargli la possibilità di accedere alla esaltante carriera di fresatore. Al limite, come fece Pier Luigi Celli, è questo il consiglio che gli possono dare, tocca dunque a chi già è tubista o fresatore spronare i propri figli a ricalcare le orme paterne, perchè i ricchi restino ricchi e i poveri restino poveri, perchè così va il mondo, e chissà cosa si erano messi in testa tutti quegli operaiacci che a furia di sacrifici erano riusciti a far studiare i propri figli, nella speranza che almeno a loro venisse evitata l'esperienza di quaranta anni di fabbrica o di rischi sui cantieri. E pure loro, quei figli di operai, pensa che idea balzana che avevano in testa, a pensare di non dover fare la vita dei propri genitori! Vai a sapere cosa passa per la testa a certa gente!

mercoledì 10 marzo 2010

Pulpiti

Da Repubblica:

Roma, distributori di condom al liceo.
L'ok dei professori, il no del Vaticano che esprime "Viva preoccupazione per la banalizzazione del sesso!"

Certo il sesso è molto meno banale se fatto così!

Passerà

Le mie giornate sono accompagnate da un pensiero, che non è solo un pensiero, è qualcosa di più, un sentimento forse. Una parola sola, che comprende una considerevole gamma di significati e racchiude in sé una enormità di impressioni, alcune già vissute, altre solo sfiorate, altre ancora novità assolute da catalogare e riporre al posto giusto. Passerà. E' la parola che mi riporta alle pagine su cui riverso gli scampoli di vite non mie che immagino e metto nero su bianco, quando altri pensieri, come troll fastidiosi, insinuano dubbi su capacità e fortuna e lasciano segni da ricucire in fretta. Che mi spinge a insistere su percorsi a me sconosciuti in gran parte, su cui mi muovo a fatica ma che percorro ugualmente, perchè voglio cercare di imparare a superare i miei limiti. Non ho molte scelte, le occasioni sono limitate, gli handicap si accumulano con il tempo che passa, la possibilità di perdersi è grande tanto quanto la paura. A volte è semplice ritrovarsi, altre volte ho bisogno di quella parola, per ritrovare quadratura e volontà, per riprendere a camminare, sempre ricordandomi che anche questa fase passerà come la nevicata di oggi, inusuale per la stagione eppure già vista in anni lontani. Può accadere, è già successo, è solo vita, niente di più, un' azione che ne genera un'altra e poi un'altra e poi un'altra ancora, all'infinito.

OK Go - This Too Shall Pass - (Rube Goldberg Machine version)

lunedì 8 marzo 2010

A volte non capisco

Nei post precedenti ho detto come in seguito al pasticcio delle liste elettorali non presentate o non conformi agire per decreto sarebbe stato un atto grave in quanto diventava un chiaro abuso di potere (chi non li ha letti sono qui e qui). Non è molto democratico da parte di chi ha il potere usarlo per sistemarsi le proprie cose, quindi inutile parlare di democrazia, che poi tra l'altro, si fosse atteso l'esito dei ricorsi presentati, probabilmente si sarebbe evitata una figuraccia nei confronti dei propri sostenitori e del Paese intero.
Ora, a me sembrava evidente che nessuno avesse interesse a che le liste non fossero ammesse. Non lo avevano i titolari ovviamente, ma non lo avevano neanche le opposizioni. Certo non si privava nessuno del diritto al voto, si poteva scegliere tra altri candidati visto che i loro ipotetici si erano autoesclusi per manifestata incompetenza, è però vero che sarebbe stato un risultato falsato e avrebbe compattato ancor più gli schieramenti di centrodestra nelle altre regioni, in quanto anche gli indecisi ma simpatizzanti destrorsi si sarebbero sentite vittime di un sopruso (che non c'era, ma vallo a spiegare: è come per i rigori nel calcio, si guardano solo quelli a sfavore).
Per uscire dall'impasse, creato anche dalla giusta ostruzione dell'opposizione (per obbligarli a legiferare), hanno dovuto agire per decreto, "intepretativo", e questo è stato accettato e controfirmato dal Presidente della Repubblica, magari anche per evitare ripercussioni sulle piazze (se non avesse firmato logico attendersi una massiccia mobilitazione da parte del Pdl, e in un clima surriscaldato logico attendersi pure qualcosa di peggio).
Chiariamo un punto: la porcata era evidente, il sopruso anche, che si cambiassero le regole in corsa lo capiva pure il più cocciuto dei destrorsi, l'imbarazzo dei berluscones in televisione era palese, la responsabilità di una azione politica arrogante e sbagliata era tutta sulle spalle del governo. Insomma una pacchia per l'opposizione che altro non deve fare che battere sul tasto dell'incompetenza e dell'ingiustizia e sfruttare fino all'ultimo questa occasione. Lascia stare che è stata fatta una porcata, anzi proprio per questo è una occasione d'oro.
E invece si attacca Napolitano e ancora una volta si distoglie l'attenzione da quello che lo meriterebbe: ancora una volta si da l'occasione al centrodestra di ribaltare la frittata, passare per i buoni capaci di agire mentre dall'altra parte sanno solo protestare, difendere (addirittura! loro!) Napolitano, passare per quelli che tengono alle istituzioni, far notare che l'opposizione è al solito divisa e inconcludente.
Che ad attaccare per distogliere l'attenzione e dare una aiutino agli altri lo faccia Di Pietro non mi stupisce per nulla (a me piazza Navona è rimasta sullo stomaco), ma vedere che questi attacchi sono condivisi da tanti di sinistra non riesco a capirlo.
Insomma ragazzi, questo non è un bel mondo, soprusi ce ne sono di continuo, la democrazia è falsata dalla sua nascita, il diritto è calpestato ogni giorno, pensare che le regole siano realmente accettate e condivise da tutti mi sembra un pochetto infantile: qualcuno mi spieghi perchè in una Italia dove la raccomandazione è una necessità e il fottere gli altri è la regola, dove abbiamo la classe politica più corrotta e cialtrona d'Europa, dove uno che entra in politica all'ottanta per cento dei casi lo fa per convenienza personale, beh proprio da loro ci si attende il rispetto delle regole? Maddai!! Insomma, sarebbe bello, ma non è così.
Per una volta che si presenta l'occasione per levare un po' di consenso a questo governo e sbattergli in faccia tutta la loro incompetenza noi che facciamo? Attacchiamo Napolitano!
E vabbeh, io ci rinuncio.

sabato 6 marzo 2010

PIPPO!!!!!!!

Bene, il decreto salva incapaci lo stanno facendo. Lo chiamano interpretativo, come a dire che quello che c'è scritto sui regolamenti non è proprio quello che si intende o qualcosa del genere, non lo so, perchè il rumore delle unghie che si aggrappano sugli specchi da un lato e quello delle risate dall'altro è talmente assordante che si fatica anche a leggerle le norme del decreto. Quindi, alla luce dei nuovi avvenimenti, come dicevo l'altro giorno possiamo cominciare ufficialmente a chiamare questa sottospecie di democrazia in un altro modo. "Pippo" a me piace, un nome vale l'altro, ma se non vi sta bene si accettano consigli.
Dice ma come, sei contento? No, non sono contento, neanche un po', però mi sa che qui "tanto peggio tanto meglio" sia rimasta l'unica soluzione per svegliare questo popolo di imbecilli e chi lo sa, forse qualche piccolo tarlo nelle menti destroberlusconiche potrebbe anche essersi infilato, non dico cominciato a rodere, ma intanto qualche buchino per far arrivare alla coscienza qualche piccola domanda su chi sono davvero questi qui che hanno finora votato potrebbe anche essersi creato.
Certo a pensarci è difficile. In fondo sono quelli che parcheggiano in doppia fila e quando dopo un quarto d'ora che li aspetti finalmente arrivano e ti dicono "che sarà mai, per due minuti...". Sono quelli che "gli estracomunitari a casa loro!" e però ne hanno quattro alle loro dipendenze.
Quelli che "non mi faccia la fattura, cosa stà a dare soldi allo Stato!".
Quelli che ti passano davanti nelle code e se glielo fai notare ti dicono "non l'avevo vista, ma se vuole passi pure" (ma che mi fai un favore? certo che passo, sono arrivato prima!).
Quelli che "solo in Italia certe cose" e poi votano gli stessi deficienti da sedici anni.
Quelli che ti passano a destra usando la corsia dei tram.
Quelli che "se saltelli muore Balotelli" e "non esistono neri italiani".
Quelli che hanno casa in città, casa al mare, casa in montagna, tre auto, un Suv, la fabbrichetta, cinque televisori, cellulari a strafottere e dichiarano meno di un operaio fiat.
Quelli che "ci ha tolto l'Ici!" (quanto cazzo pagavi di Ici? centomila euro all'anno? me lo dici quanto cazzo pagavi?).
Quelli che "sì però pure dall'altra parte...."
Quelli che "Berlusconi si è fatto da solo".
Quelli che "è un vulnus alla democrazia!" (che cacchio è un vulnus? una nuova malattia? ma parla come mangi!)
Quelli che "il vulnus di credibilità il pdl sicuramente lo ha accusato" (letto in un commento in rete. Ora, io lo so che il vulnus è la lesione di un diritto, ma chi usa la parola lo sa?)
Quelli che ...... (continua)
Sì, certo, a pensarci è difficile, ma hai visto mai.

giovedì 4 marzo 2010

Seduto, sulla sponda di un fiume.....

Starsene sulla riva di un fiume a guardare cosa scorre a valle può essere divertente a volte. A parte il torbido dei liquami e di altre schifezze che vi si sversano (che saranno sempre di più con la modifica apportata dal Ddl 152/06 che mantiene sanzioni penali solo per i casi più gravi e per tutto il resto basta una bella multa, sempre che si venga beccati) si vedono passare tanti cocci di questa italietta allo sfascio.
Nel fiume, sempre più grande, transitano pezzi di regolamenti giudicati inutili fiscalismi da coloro che fiscalismi ne mettono in piedi talmente tanti che alla fine manco se li ricordano (loro, figuriamoci noi!), salvo lamentarsi quando qualche magistrato ne tiene conto e li applica.
Cocci dello Statuto dei Lavoratori, quella parte che ancora resta a difendere il diritto di non essere messo alla porta quando pare a loro, abilmente aggirato, con buona pace di quanti, lavoratori, hanno votato chi poi gli da un calcio in culo.
Frammenti di dichiarazioni tipo: "Questa è una battaglia per governare la Regione, ma anche una battaglia per il primo dei diritti, quello alla democrazia e alla libertà". Quale democrazia, quale libertà? Ma di che parli Renata? Diciamo che è la battaglia per dare a un popolo di incompetenti auto referenziati, questo siamo, la possibilità di farsi governare da altri incompetenti non si sa quanto referenziati, per potersi poi lamentare della loro incompetenza. E il discorso non vale solo per coloro a cui verrà data in una maniera o nell'altra la possibilità di poter partecipare alla spartizione di cariche pubbliche su cui trovare la maniera di lucrare, vale anche per quelli che hanno imparato meglio il compitino e hanno evitato figuracce burocratiche e aspettano e sperano di sedersi a tavola. Per quello che valgono le elezioni, tutte le elezioni, per quello che poi ne viene a chi non ha il pelo o è troppo onesto per candidarsi, tanto varrebbe invece di andare alle urne farne un bel reality show, tutti i candidati dentro una casa o su un'isola a scannarsi e noi a dare preferenze col televoto: non cambierebbe niente in termini di sostanza ma almeno ci si divertirebbe a ridere di loro.
Poi ancora dalla sponda si intravedono passare rimasugli di informazione, corrotti e corruttori, concussi e concussori, puttane (pardon: escort) e ricottari (pardon: imprenditori), giornalisti di regime e giornalisti di controregime, evasori fiscali e veline, protettori civili e principi cantanti, ricattatori e ricattati, gente che cerca il modo di metterlo nel culo a qualcuno e gente che non pensa ad altro che a pararsi il culo, politici mafiosi, giudici corrotti e ancora tanta, tanta merda.
Si vede infine passare, ed è l'unico amaro divertimento, qualche frammento di satira che ancora resiste (qui e qui), niente comunque in confronto a quanta se ne vedeva in anni passati e che oggi bisogna andarsi a cercare nei teatri o sulla rete (qui e qui), perchè in televisione è impensabile rivederli.
Almeno fino a quando dalla sponda del fiume non si vedrà passare, assieme al resto dei loro scarti, chi ha provocato la piena.

Parla con me - L'imitazione di Minzolini

martedì 2 marzo 2010

La chiameremo Pippo

Io la burocrazia la odio, l'ho già detto, e la odio perchè in quanto cittadino di un Paese che si definisce democratico la subisco, limitandomi in quella che ritengo una mia libertà di fare quello che voglio quando lo voglio. Ma siamo in democrazia, lasciamo stare che bisognerebbe più realisticamente parlare di dittatura democratica, e prendiamo per buono che ci siamo in una democrazia, ebbene questa ha delle norme e delle regole che in teoria debbono perseguire un fine collettivo in maniera imparziale e impersonale. L'impianto democratico non può dunque fare a meno di una certa dose di burocrazia, anzi questa è essenziale per il normale funzionamento delle istituzioni, per cui io, pur odiandola, non mi lamento se pagando una multa in ritardo sulla scadenza sono costretto a pagare anche la mora conseguente al ritardo stesso. Nel caso della multa una serie di regole ne determina la tempistica, queste regole sono segnalate al cittadino ma anche non lo fossero mi pare che la Legge non ammetta ignoranza (sempre se è ancora così, che qua le cose cambiano talmente in fretta), per cui se la pago in ritardo conosco le conseguenze e devo volente o nolente accettarle.
Lo stesso elemento burocratico si ritrova in tutte le faccende della vita pubblica, quindi anche e soprattutto per questioni come presentazioni di liste elettorali in caso di elezioni imminenti: ci sono delle regole, ci sono delle scadenze e ci sono delle conseguenze se si viene meno alle stesse. In questo caso la conseguenza è l'esclusione dalla tornata elettorale, ovviamente.
Non entro nel merito di quel pasticcio romano, di chi è la colpa e del perchè non ci si assuma la responsabilità di una mancanza (siamo in Italia, popolo di bambini: nessuno ha colpa, è sempre degli altri e quando non ci si mette d'accordo si piange rivolgendosi al papà, in questo caso il Presidente della Repubblica), qualcuno deciderà in merito e stabilirà se c'è stato un impedimento fisico come dichiarato dai pidiellini. Dovrà farlo, spero, in base a quelle norme e quelle regole accettate da tutti.
Comunque sia al di là di come sia effettivamente andata e finisca come finisca (impensabile che anche in caso di colpe proprie del pdl non vengano riammesse: siamo in Italia etc etc), i dati da rilevare sono che il livello di incompetenza di chi è nelle segreterie di partito è salito a dismisura, tanto da portare a errori grossolani in questioni davvero semplici, come ad esempio presentarsi in tempo utile e non all'ultmo minuto, e varrebbe la pena per i loro elettori di chiedersi se è proprio il caso di affidarsi a gente del genere (per la verità il discorso può valere anche per l'altro schieramento, motivi se ne possono trovare anche in loro).
Altro dato è che, sempre nel caso non ancora appurato di colpa esclusiva da parte di chi doveva presentare le liste, il rispetto delle regole, già parecchio minato proprio da chi dovrebbe garantirle, diventerebbe in caso di deroga e accettazione delle liste fuori tempo massimo, una semplice opzione e non un dato di fatto, questo specie se verrà compiuto qualche passo in sede legislativa, anche se appare difficile, per permettere al Pld di essere comunque rappresentato.
In ogni caso diventerebbe evidentemente inutile continuare a parlare ancora di democrazia in questo Paese e bisognerebbe trovare un altro termine per definire questa repubblica di pagliacci.
Chiamiamola Pippo. Se è vero che anche nelle istituzioni la forma non deve prevalere sulla sostanza, come dichiarato da Schifani anche se qui si tratta di questioni sostanziali e non formali, un nome vale l'altro, quindi perchè no?