sabato 26 febbraio 2011

Miseria e nobiltà

Vedi, poi vorresti anche recriminare sugli episodi che, è vero, ti vanno tutti male: quel palo, preso da uno che di gol ne avrebbe bisogno come il pane, che invece di esser pieno poteva essere un po' più interno e la palla finiva dentro nove volte su dieci e invece no, è bello pieno e torna in campo e tu ricominci ad arrancare. E poi quell'intervento all'ultimo momento a deviare il pallone che con un po' di fortuna poteva andar fuori e invece no, gira proprio bene, aggira il portiere e si infila nell'angolo destro con tutti increduli a guardare. Ti chiedi se era in fuorigioco quell'ex maledetto, ma lo sai che invece no, non lo era: un attimo di ritardo che fa la differenza da parte di un difensore che gioca pure in nazionale e che non pago combina cazzate pure dopo, sempre su quell'ex maledetto che pure quando vestiva il bianconero ti piaceva tanto e che stasera si diverte a consumare vendette neanche cercate.
E vorresti recriminare, sull'ennesimo arbitro che dà sfoggio di mancata sudditanza negando falli piuttosto evidenti seppure non decisivi, tanto basta per indirizzare una gara come già domenica scorsa (ma quelli erano decisivi), come già altre volte (troppe volte) in quest'altro disgraziato torneo, ma il tutto è come sparare sulla croce rossa. Perchè tu lo sai, la formazione la leggi tutte le settimane e lo capisci, dal turbinio di sostituzioni che non dipendono da infortuni, che è una squadra ancora tutta da costruire. E lo vedi che il friulano che la guida non sa più che pesci prendere -poveraccio- e che le ha già provate tutte, partita dopo partita, gara dopo gara e ora anche frazione di gara dopo frazione di gara. Togliendo, inserendo, modificando, cambiando, sostituendo senza che il risultato cambi, senza che quella squadra che scendeva in campo anche solo due mesi fa, la stessa, ritrovi verve e risultati. Sì certo, la quaglia manca eccome, ma non è quello, è che mancano tutti gli altri. Perchè comunque chi ti affronta affronta il nome, e il nome è ancora grande mentre chi lo porta in giro, eh no ragazzi, non lo è. Una provinciale dal grande nome. Non c'è niente di peggio.

venerdì 25 febbraio 2011

Question time

Le domande sono sempre tante, e le risposte sono nascoste nelle pieghe dell'animo umano (che è una bella frase, non vuol dire una mazza ma rimane pur sempre una bella frase!). Perchè il postino che ti si presenta a casa suona sempre e solo mezza volta (non una intera, mezza volta, dr...., un appoggio veloce del dito sul pulsante come se scottasse e poi più nulla) dopodiché ti lascia l'avviso in buca e scappa via alla velocità del suono: ma non suonava sempre due volte? O il doppio squillo è solo un mito letterario (o cinematografico, o tutti e due, scegliete voi)? E poi, perchè gli omini della raccolta vetro passano sempre a svuotare le campane alle sette del mattino? Per augurare un buongiorno scrosciante a tutti quanti o per vendetta contro chi ancora sta dormendo? E ancora, perchè ho la sensazione, quando sono in giro per colloqui, che chi mi esamina sia un perfetto idiota che il più delle volte non conosce i lavori che ti deve assegnare? Troppo arrogante e presuntuoso io, oppure davvero il livello medio di chi sta al mondo a consumare aria e beni più o meno durevoli si è mostruosamente abbassato? Domande senza risposta.
Come dite? Sono domande stupide? Beh certo, fossi in grado di porre domande serie non scriverei certo su un inutile sconosciuto blog, starei da un'altra parte. Le domande serie comunque una risposta già ce l'hanno e le trovo tutte terribilmente noiose, meglio quelle stupide. Non ci credete? E allora, tanto per dire (domanda seria): perchè il Bandana non molla tutto e leva il disturbo, magari andando a godersi quel che gli resta di tempo e denaro da un'altra parte del globo il più distante possibile preferibilmente? Ecco, avete visto che la risposta ve la siete già data e scommetto pure più di una! Oppure (altra domanda seria): perchè l'opposizione in Italia non riesce mai a vincere e a convincere? No, non cercate di bluffare, lo so che vi siete già dati una risposta e sì, è proprio per quello.
C'è anche, in questo mare di scontatezza, la madre di tutte le domande: come mai l'italiano non si ribella a una situazione che vista dal di fuori appare insostenibile, situazione fatta di disoccupazione record, corruzione record, clientelismo record, tutto ciò che è peggio record compresa una classe dirigente insulsa e ridicola sia a destra che a sinistra? Come mai non accade da noi ciò che sta accadendo in quasi tutto il mediterraneo, dalla Grecia alla Libia passando per Egitto e Tunisia? Lasciate perdere le faccende di dna italico e memoria storica millenaria a cui state pensando, forse anche quelle sono delle valide risposte ma voi lo sapete bene che son dette per mettersi a posto con la coscienza, datevi la risposta a cui avete pensato per un breve istante: che laggiù, nei posti dove si è preso il coraggio a quattro mani e ci si è ribellati, chi lo ha fatto non aveva più niente da perdere, e che qui da noi non si può proprio dire altrettanto. Se bisogna aggiungere "purtroppo" o "per fortuna" lo lascio a voi. Io me ne torno a cercare risposte alle domande stupide.

Spoon - Got Nuffin

mercoledì 23 febbraio 2011

Dimenticanze

Dimentico in fretta. Cose banali, come ad esempio il fatto che andare in centro il sabato pomeriggio è sempre esperienza faticosa: troppa gente per me provincialotto di sangue e non d'anagrafe. Il vizio provinciale di guardare in faccia chi ti viene incontro è cosa dura da superare, e nel grosso paesone che è questa città non sempre te lo puoi permettere, rischi l'overdose di volti, e siccome di ogni volto ne leggi facilmente la storia, o almeno così ti racconti, rischi l'overdose di storie, e delle storie, si sa, non bisogna mai abusarne. Ma in centro l'altro sabato ci son dovuto andare per forza, questione di regalo ancora non comprato e di idee sullo stesso ancora in divenire, per cui mi sono avventurato in quel gran bazar di libreria a tre piani dove ho resistito venti minuti ma da dove già al quinto me ne sarei voluto scappare. Troppo caldo, troppa gente, troppi libri! Questi poi sono davvero tanti (ormai ne scrive chiunque), così tanti che mi viene il dubbio che ci sia più gente che ne scrive di quanta gente poi ne legga, e ciò toglie ogni residua voglia di voler far parte della categoria degli acquirenti, ma anche dei lettori e pure degli scrivani, di questi ultimi anche solo sotto forma di sogni che non s'avverano. Ma potrei cambiare idea, perchè dimentico in fretta, e ritrovarmi poi un giorno a rileggermi in manoscritto, trovandoci magari pure quel gusto particolare che dà il sentirsi incompresi. Il che a pensarci non fa mai male, non fosse che anche qui finirei probabilmente per dimenticarlo assieme a tutte le altre innumerevoli cose banali.
Devo fare la revisione alla macchina. Ecco, questo meglio che me lo ricordi.

martedì 15 febbraio 2011

Niente di personale

A ognuno la sua battaglia. Sceglierla è difficile. Non impossibile. Ce ne sono tante. Basta cercare. Ad esempio i punti. Io li odio i punti. Parti a leggere e un punto ti interrompe. Pausa. Riparti. Breve frase e di nuovo un punto. Costretto a prendere fiato. Riparti ancora. Più convinto. Un leggero passo in avanti. Ancora un punto. Eccheccazzo!
Ma che vi ha fatto la virgola a tutti quanti? E' delicata la virgola, è tenue la virgola, è facile, semplice, rapida, non costringe, puoi scivolarci sopra e tirar dritto con appena un lieve accenno a riprender fiato senza obbligo di fermata, a seconda del tuo respiro. A volte le salti anche se non dovresti, ché se è messa lì un motivo ci deve pur essere, però dipende da te valutar la pausa e farla lunga o farla breve, più lenta o più veloce, scegliere di correre o passeggiare per quanto la corsa sia ad ostacoli e la passeggiata su un tratto impervio, e però rimani pur sempre tu a decidere cosa farne di quello che hai sotto gli occhi. E' democratica la virgola, è tollerante la virgola, tiene conto del tempo di ognuno e non si offende se questo ci fa un po' quello che gli pare, abusandone magari, tanto da costringere a tornare indietro a rileggere in certi casi, nel mio sicuramente. E' pure più bella la virgola, con lo svolazzo a scender giù non codificato, a ognuno la sua, più dritta più curva, a seconda dell'umore la disegni come ti pare, e nel gesto sfoghi un po' di libertà repressa, prendi aria, lasci andare.
Il punto no. Il punto blocca. Il punto costringe. E' una mano parata davanti. Uno stop forzato. Un passaggio obbligato. Un continuo arresto di flusso. Una catena agli occhi. Un laccio prestabilito. Una dimensione indefinita. Una assenza creativa. Autoritario. Intollerante. Dispotico. Faticoso. Una rottura di palle.

lunedì 14 febbraio 2011

La quarta carica


Da Repubblica (via M.fisk):
"La costituzione comunque prevede che senza una formale crisi di governo per interrompere anticipatamente una legislatura occorre che il Presidente della Repubblica consulti sia i presidenti delle Camere che il Presidente del Consiglio, cioè Silvio Berlusconi".

Art 88 della Costituzione Italiana:
"Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse".

Tra un festino e l'altro magari leggerla, la Costituzione?

sabato 12 febbraio 2011

Vecchi clienti

Una serata così è da tempo che non me la concedo. E' che ci ho altri cazzi, ma che ve lo dico a fare (che rimane pur sempre una genialata di doppiaggio), non è che per forza bisogna entrare nei dettagli e raccontare. Per cui me li tengo e ci rimugino su, e penso che davvero una serata così è da tempo che non me la concedo. E' che ci ho pure una età, e arriva il momento in cui capisci di averci una età, e ti senti un po' pirla anche solo a pensare di volerla rifare una serata così. Ma detto fra noi più che gli altri cazzi e l'averci una età è quel ricordo che per quanto vuoi rimuoverlo sta lì e torna tutte le volte che una serata così pensi di volertela concedere. Di quella coppia seduta sul divanetto di fianco ai cessi, illuminata a tratti alterni dalle stroboscopiche e fermi a guardare la pista, senza sorridere, senza espressione, ma con gli occhi di chi ricorda altre cose in quel posto. E' che per quanto fossero pure vestiti a modino ci avevano scritto in faccia vecchi clienti, ed era evidente a tutti quelli che ogni tanto gli lanciavano una occhiata a tempo di musica e quindi anche a me, che pure ero in disparte, ma con vent'anni meno di loro e conta, cazzo se conta, per te conta. Poi si sono alzati. Non so se hanno notato -non credo- il mio sguardo fisso su di loro a seguirli, a vederli in mezzo alla pista a muoversi in passi che nessuno usava più, sulle note di un pezzo già allora datato, con lo sguardo sempre serio alla Vincent Vega e Mia Wallace, per poi tornare, il tempo di un ascolto frettoloso a qualcosa di allora attuale, a risedersi nel divanetto di fianco ai cessi nella stessa posizione, senza sorridere, senza espressione, ma sempre con gli occhi di chi ricorda altre cose in quel posto. Ecco forse è solo quel che vidi quella sera a frenarmi nel concedermi serate così, anche se l'averci altri cazzi aiuta e pensare di averci una età giustifica.

Everything But The Girl - Five Fathoms

venerdì 11 febbraio 2011

Il gregge delle libertà

Ho perso la voglia di continuare a dire cose contro il porco conclamato, ma parlare d'altro in questi giorni è difficile. Ti ci senti pure in colpa, a uscirtene con post faceti mentre sopra le nostre teste è in atto uno scontro senza precedenti che dubito farà prigionieri: siamo al punto di svolta, questa volta qualcosa cambierà e ci si augura tutti che sia in meglio. Continuare però a sottolineare le mancanze, le responsabilità, la propaganda, le balle, le colpe di un "ricco signore che si immola per l'Italia" ormai non serve più a nulla. Diciassette anni credo sia tutto sommato un lasso di tempo ragionevole per permettere anche ai più imbecilli di farsi una opinione, e chi voleva capire ha capito. Gli altri, quelli che nonostante tutto continuano imperterriti a difendere ormai l'indifendibile, o anche solo a non concedersi dubbi di sorta, non capiranno mai. Il motivo è presto detto e lo conosciamo da tempo. Oltre a non voler riconoscere a se stessi di aver creduto a una marea di balle, cosa che li metterebbe automaticamente dalla parte dei cretini, il processo di identificazione con i difetti del premier è tale per cui accusare lui di cattivi comportamenti equivale, anche qui, ad accusare se stessi, che quei comportamenti, magari in maniera più soft, adottano e giustificano alla propria coscienza, quella poca che hanno. Spiace dirlo, ma c'è una marea di gente che davvero non ci trova nulla di sbagliato nell'avere una famiglia e andarsene allegramente a mignotte o anche solo cornificare chi gli vive accanto. Nulla di strano se ci si vende, in molti modi, pur di ottenere onori, agevolazioni, denaro, presunto benessere. Questi non sono discorsi puritani, anche se la propaganda berlusconica spinge in quel senso, ma vallo a far capire che riguarda il rispetto che si deve alle persone o anche solo a se stessi.
La stessa marea di gente non trova nulla di scorretto nell'usare spregiudicatamente potere e denaro, nulla di sbagliato nel tentare di farla franca di fronte a tasse o multe, nel passare sopra agli altri in ogni modo: se capita lo fanno tranquillamente nascondendosi dietro la convinzione nata chissà dove che così fan tutti e se non lo fai tu lo fa un altro. Chiedersi se è davvero giusto è una domanda che li sconvolge, e difatti la evitano accuratamente. Lasciamo stare poi tematiche più alte tipo la giustizia che dovrebbe riguardare tutti nello stesso identico modo, è assodato per questi qua che non funziona così e manco si sforzano di pensare che forse dipende anche da loro fare in maniera che invece funzioni, accettando la semplice idea che chiunque deve essere uguale di fronte alla legge. Tutto ciò, a chi si abbevera acriticamente alla propaganda senza manco riconoscerla, non arriva neanche a sfiorargli l'anticamera del cervello ormai totalmente lobotomizzato. Etica e morale (laica, non laica, non mi interessa) sono per questi subumani concetti totalmente sconosciuti (la vera divisione in Italia non è tra uomini del nord e del sud, o tra gente di sinistra o di destra, ma tra chi possiede una coscienza e chi porta in giro un ammasso di frattaglie organiche). Parlare a questi qua di valori, morale, giustizia sociale è come tentare di insegnare a una pecora a saltare con l'asta. Ed è di questo alla fine che si tratta, di pecore che seguono senza porsi domande un caprone messosi lì davanti con la forza del potere. Finirà in un burrone, lo sappiamo, e a questo punto spero davvero che se ne trascini con sè il più possibile. Saranno in molte, temo, a fermarsi in tempo. Non perchè avranno capito però, solo alla ricerca di un altro caprone da seguire.

giovedì 3 febbraio 2011

Succede

Succedono cose strane in giro per il web. Succede che negli anni lì si formi e cresca una nuova generazione di attivisti, di controinformatori, di avversari del sistema che uniscono all'impegno quotidiano, reale, un impegno di divulgazione di fatti opinioni tesi e pareri che vanno spesso diametralmente all'opposto di quelli ufficiali. Succede che il loro impegno nello studiare anticipare capire e divulgare li porti a comprendere cose che a tanti rimarranno incomprensibili in eterno, e succede che si impegnino nel tentare di far partecipi gli altri di ciò che loro hanno compreso: qualcuno capisce, qualcuno no, qualcuno boh. Succede in verità che siano più quelli che non capiscono, ché gli argomenti sono complessi e forse lontani, e per mancanza di tempo di voglia o per semplici limiti personali siano in pochi a restarne folgorati. Tra le cose che non si capiscono c'è ad esempio il motivo per cui piano piano, lentamente, i temi trattati diventino sempre più incomprensibili, si allontanino in un certo senso dalla vita reale seppure, a detta di chi divulga, riguardino proprio la vita reale. Succede poi, e qui sta il fatto strano, che quando nella vita reale accadono cose reali che sembrano portare (lentamente, certo, molto lentamente) verso quella comprensione tanto auspicata, i divulgatori continuino a divulgare ma in senso quasi opposto, insomma sembrano non essere mai contenti, che la realtà, la vera realtà, è sempre ben altra.
Succede dunque di pensare a come la loro ricerca di verità sia in qualche modo destinata a rimanere sempre e solo ricerca, e a questo punto non importa neppure che sia la verità, importa la ricerca fine a se stessa. Il tutto non sarebbe neanche una cattiva cosa se riguardasse loro e solo loro, che nel proprio intimo ognuno è libero di credere a ciò che più aggrada e all'atto pratico, in chi è scettico o ignorante nel senso di chi ignora, non c'è differenza tra chi crede in complotti trilaterali et similia e chi crede alla teoria della terra piatta, diventa però un pochetto ipocrita nel momento in cui si cerca di coinvolgere gli altri e gli si scarica addosso quello che poi, è dato pensare, è un malessere strettamente personale travestito da generale. Succede dunque che si ha la sensazione che si sia un po' partiti per la tangente e ciò dispiace, perchè di tante cose lette e viste si è fatto uso per azionare il cervello in maniera autonoma, magari non arrivando alle stesse conclusioni o non arrivando affatto a conclusioni, ma imparando comunque a sforzarsi di guardare sempre oltre le apparenze. Di ciò non si smetterà mai di ringraziare, chè non è cosa da poco lo sforzarsi di capire e ancor più andare oltre le apparenze, ma forse è proprio questo punto, che parrebbero aver ormai dimenticato, ad averli resi così distanti seppure così avanti. Succede.