domenica 31 agosto 2008

I soliti idioti

Il campionato non ha fatto in tempo a ripartire che siamo già alle solite. Quello che è accaduto alla stazione ferroviaria di Napoli ha dell'incredibile: migliaia di tifosi che colti dalla smania di correre a Roma per il derby del Sud fra Roma e Napoli, non si capisce se muniti di biglietto oppure no, in pratica paralizzano l'attività ferroviaria, costringendo i circa 250 poveracci a cui della partita fregava poco o nulla e che avevano scelto il treno Napoli-Torino delle 9,24, a scendere e a prenderne un altro.
Insomma un casino: ferrovieri che vogliono controllare i biglietti, tifosi che scavalcano e assaltano i vagoni, polizia lì a guardare senza sapere cosa fare, turisti che assistono increduli alla scena e immagino avranno qualcosa da raccontare al loro rientro a casa, Trenitalia che ha la buona occasione per risparmiare sulla pulizia dei treni (cosa che fa già comunque), il prefetto di Napoli che avrà stramaledetto il calcio e tutto quello che gli stà attorno, Maroni che avrà stramaledetto Napoli che prima la monnezza, ora i tifosi: eccheccazzo tutto lì capita!
Alla fine quasi tutto è bene quel che finisce bene: i tifosi mezza partita l'hanno vista, si son fatti male in pochi a parte qualche ferroviere contuso, i 250 sfrattati bene o male sono arrivati a Torino senza pagare il supplemento rapido.
Una volta c'erano i treni speciali, quelli solo per i tifosi. Tolti perchè arrivavano a destino alleggeriti di tutto. Una volta la gente si azzuffava nelle piazze per questioni più serie che non ventidue personaggi in mutandoni, ma non andava bene, meglio dargli qualcosa per sfogarsi (vedi precedente post), ma ci si azzuffa lo stesso. La morale di questa storia è che creare un popolo di idioti non sempre ti risolve il problema: ci si azzuffa lo stesso, ma per motivi più idoti.

venerdì 29 agosto 2008

Panem et calcenses

Ho cominciato a seguire il calcio che le immagini erano ancora in bianco e nero. La domenica pomeriggio Paolo Valenti e Maurizio Barendson conducevano fra mille difficoltà 90° minuto: erano i primi anni e i collegamenti erano quelli che erano. La Rai aveva due soli canali, Raitre sarebbe nata qualche anno dopo, e i programmi iniziavano verso le 17, con la sigla della rete che saliva o scendeva a seconda che le trasmissioni iniziavano o finivano.
Ero molto piccolo, ma è strano a pensarci, come ci si ricordi di particolari in sé insignificanti in maniera lucida e precisa, mentre per contro a volte si fa fatica a ricordare cosa è successo in mattinata. Io ho questi ricordi in bianco e nero, come tutta la mia generazione e siamo gli ultimi credo ad averne. Ricordo Zoff che passa dal Napoli alla Juventus in cambio di Carmignani e ricordo il primo poster che ho appeso in camera, Altafini con la maglia della Juventus, i calzettoni abbassati alle caviglie, l’aria da grande vecchio ormai.
Ho poi continuato a seguire il calcio e per me il colore è arrivato con le maglie verdi dell’Avellino in serie A.
Altri tempi. Seguire il calcio era un piacere anche perché bisognava sbattersi un po’ per farlo: nei primi anni ’80 delle partite di coppa al mercoledì davano scarne sintesi a orari impraticabili, dura per uno studente che alle sette del mattino era già in piedi (ma ci si sacrificava). La coppa Italia poi era totalmente snobbata, dato che per grazia ricevuta forse trasmettevano la finale. Che poi bastava poco a essere aggiornati, bastava guardare quelle due trasmissioni alla domenica e comprare il Guerin Sportivo in settimana ed era fatta.
Poi qualcosa è cambiato e tutto è cominciato più o meno nel 1986, con la scesa in campo (è il caso di dirlo) di quel Silvio Berlusconi che all’epoca nessuno avrebbe immaginato potesse avere tanto peso, non solo nel calcio. Col Bandana al Milan arrivarono i soldi, tanti, a vagonate: cominciò a comprare comprare comprare tutto il meglio che c’era in giro, pure quello che non gli serviva (Carobbi ad esempio, promettente terzino, rovinato da tre anni di panca, o De Napoli, o Baggio). Le altre squadre per stargli dietro fecero altrettanto e il calcio cominciò a diventare quel carrozzone mediatico miliardario che è oggi. Certo anche prima gli stadi erano pieni (anzi, oggi sono vuoti, tutti a casa attaccati allo schermo), l’effetto panem et circenses c’era già, ma si limitava alla domenica e non era ai livelli di oggi, dove riescono a trasmettere in televisione pure gli allenamenti infrasettimanali della Pro Patria, con l’effetto di stufare quanti, come me, preferiscono il piacere di andarsi a cercare le cose.
La situazione in Italia era tale che bisognava rimbecillire tutti in qualche modo: fino alla prima metà degli anni '80 la gente andava sì allo stadio alla domenica, ma in settimana menava le mani in diecimila scioperi e di politica se ne masticava parecchia, per cui che fare per distrarre dalle cose serie? Si cominciò a trasmettere tutto il calcio che si poteva trasmettere (oltre a un mare di programmi scadenti), a tutte le ore, fino ad arrivare all’esagerazione di oggi, dove non passa giorno senza una partita alla tele. Grazie, son contento, ma bastava anche meno!
Direi che i conti se li erano fatti per benino e hanno vinto loro: venti anni di calcio in tv barattati con venti anni di calci nel culo (per noi tutti)!
Domani riparte il campionato con due anticipi. Come tutti gli anni mi riprometto di seguirlo, come facevo un tempo, perché alla fine a me il calcio piace. Negli ultimi anni fra anticipi dei posticipi delle giornate di recupero alla terza regolarmente mi perdo e mollo lì.
A pensarci dovrei essere contento: in fondo sono imbecille di mio.

la prima sigla di 90 minuto

mercoledì 27 agosto 2008

Ghe pensa lu

Nasce la cordata per tentare di salvare Alitalia dopo che il Bandana in campagna elettorale aveva fatto saltare la trattativa con i francesi di Air France (ce l'ho io la cordata! do you remember?).
A farne parte sono i soliti nomi che si stanno dividendo l'Italia (gruppo Benetton, Tronchetti Provera, Intesa San Paolo etc) che in qualsiasi caso non cacceranno una lira per i debiti che ha la compagnia di bandiera. Non conosco i dettagli ma dato che Tremonti oggi ha dichiarato che "domani Berlusconi troverà la soluzione per il caso Alitalia", qualcosa mi dice che a noialtri toccherà, come già fatto ad aprile, mettere mano al portafoglio.
L'ennesima purga.

martedì 26 agosto 2008

Mamma li Russi

L'ex di tante cose Franco Marini, attualmente membro della Delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare della Nato, oltrechè Senatore del Partito Democratico, se ne esce con questa "rincuorante" affermazione a proposito della crisi georgiana. In pratica un invito ad armarsi in vista di tempi peggiori.
Ora sì che siamo tutti più tranquilli!
E' di queste ore la notizia del riconoscimento ufficiale da parte delle autorità russe all'indipendenza delle regioni georgiane (finora) di Abkhazia e Ossezia, un modo come un altro per continuare la prova di forza con l'Occidente, vincendo tra l'altro. Qui c'è la lettera inviata ai vari capi di Stato da parte del Presidente russo Medvedev e a me sembra che non faccia una piega. Fra non molto immagino avranno da dire qualcosa anche a proposito delle varie installazioni missilistiche che l'Occidente sta disseminando attorno al suo territorio (vedi post). Staremo a vedere.
Intanto il nostro (sigh!) Ministro degli Esteri Frattini, con italica virtù, si distingue nel dare un colpo al cerchio e uno alla botte, nel nostro ormai classico politichese (qui), dove in pratica da un lato si seguono le direttive europee, dall'altro si fà un po' il cazzo che ci pare, che a noi il gas ce lo dà l'amico Vladimir in fin dei conti.
Tra tante notizie negative una positiva: Bandana I° è ancora in vacanza. Almeno per qualche giorno non dovremo sorbirci, tra le tante che sentiamo, anche le sue, di cazzate!

lunedì 25 agosto 2008

Men at work

A tutti quelli che rientrano al lavoro oggi: bentornati! Che cominciavo a sentirmi solo in ufficio.
.
P.S.
Il video sotto non so se vi tirerà su il morale, ma mi sembra adatto all'occasione.

Groove Armada - My friend

sabato 23 agosto 2008

Cuccuruccucu paloma

"I soviet più l'elettricità
non fanno il comunismo
anche se è un dato di fatto
che a Stalingrado non passano"
Cccp - Fedeli alla Linea: Manifesto

Ditemi cosa volete, ma io quando risento il pezzo qua sotto... beh, mi commuovo!!

Soviet National Anthem

giovedì 21 agosto 2008

Cold War 2 - Il ritorno

I nostalgici dei bei tempi passati in cui le cose erano comunque più chiare sono accontentati.
Gli Stati Uniti e la Polonia firmano l' accordo per l'installazione di 10 missili Patriot (missile terra-aria per impiego contraereo) sul territorio polacco ad appena 160 km dal confine russo.
Immediata come da copione la reazione russa che minaccia ritorsioni verso Polonia, Stati Uniti, Europa intera e tutti i paesi dalle sue parti che finiscono in "stan".
Insomma diciamocelo chiaro: da quando quel guastafeste di Gorbaciov contribuì a disintegrare la galassia Sovietica, le spie d'oltreoceano rischiavano la disoccupazione e hanno dovuto faticare parecchio per trovare un nuovo nemico da cui difendersi (attaccando preventivamente, ovvio, che se aspettano che qualcuno ci provi si fà notte!).
Ci hanno provato in questi anni con la minaccia terroristica, ma non è andata granchè bene. Certo, qualche soddisfazione se la sono pure tolta, la fuga in motoretta del mullah Omar ai tempi dei bombardamenti in Afganistan dopo l'11/9 rimane una genialata tuttora insuperata, ma Osama e tutti i talebani non sono certo paragonabili a Breznev e al Kgb! Gente che dopo un solo colpo sparisce chissà dove a rintanarsi con le capre, che poi bisogna pure cercarli sotto il sole cocente e il primo bar a 1000 km.
Bisogna capirle 'ste povere spie, fanno una vitaccia: tocca imparare lingue troppo complicate se non moribonde (il pashtu? che roba è?), e prova tu se sei bianco e protestante a infiltrarti in un movimento terroristico sciita. E poi vuoi mettere ambientare una spy-story a Berlino o Praga con una a Peshawar o a Karbalà? Altri climi, altre atmosfere: Hollywood non è attrezzata!
Meglio tornare alle vecchie cose sicure, 'sti russi alla fine è gente affidabile, gente che le guerrre, pure se fredde, le prendono sul serio!
E allora si torna in Europa e in culo a Kandahar!

mercoledì 20 agosto 2008

In memoria

Hugo Pratt ci manca da 4745 giorni.

Qui sotto una intervista, in francese ma comprensibilissimo, in cui racconta il suo modo di intendere il mestiere di "fumettaro".

Hugo Pratt Interview




lunedì 18 agosto 2008

Dispeptico

Lunedì, ferie finite, torno al lavoro e alle faccende di sempre.
Ho mantenuto fede al proposito di mantenermi negli ultimi giorni lontano dalle notizie, almeno quelle che mi rovinavano la digestione.
Era meglio continuare su quella strada!
Qualcuno ha un maalox?

sabato 16 agosto 2008

Nessuno tocchi Madonna

Correva l'anno 1984, un gruppo di studenti imberbi e sfaccendati al quarto anno di superiori, nel tentativo di rendere meno grigio lo sgabuzzino chiamato aula in cui erano stati messi, ne tappezzano le pareti di poster per lo più a tema calcistico. Sopra la testa di M.G., lo sfigato di turno vessato da mezza classe (oggi lo si chiamerebbe "bullismo": c'è sempre stato, unica differenza non finiva su youtube) qualcuno aveva voluto appendere Luther Blissett (foto), che prima di diventare un movimento letterario era solo un bidone di colore del Milan. Non credo che il buon M. abbia mai capito l' accostamento, visto che di calcio capiva praticamente zero, ad ogni modo l'unico poster non sportivo fra i tanti che avevamo appeso era quello della Louise Veronica Ciccone in arte Madonna.
Era un bel poster, ma a differenza di quelli dei calciatori non stette appeso a lungo: qualcuno credo pensò che stesse meglio nella sua camera e lo fece sparire, con nostro comprensibile dispiacere.
Mai saputo chi sia stato l'autore del furto.
Uno dei tanti misteri d'Italia.
.
P.S.
Il video sotto è dedicato a tutti quelli che hanno fatto l'esame di seconda elementare.
Più in basso il solito Tarantino dice la sua sul testo di Like a Virgin: che abbia ragione anche stavolta?

Madonna - Like a virgin

Le Iene-Sapete di cosa parla Like a virgin?

venerdì 15 agosto 2008

Nothingness

Gli ultimi quindici giorni li ho trascorsi via, tra montagne italiane e Foreste Nere tedesche. Mi sono fatto insieme alla mia bella una overdose di verde, di tutte le tonalità, e come lei mi fà notare, all'estero il verde è più verde che da noi. Spero ci basti per un po', anche se il grigio fà in fretta a ritornare.
Per quindici giorni ho evitato di avere ogni tipo di informazione, per cui non so nulla di Olimpiadi, di guerre in Georgia, di puttanate politiche nostrane. Ho dato oggi una occhiata distratta al giornale e ad altri blog, ma mentre sfogliavo mi rendevo conto che non avevo nessuna voglia di essere informato. Ultimamente mi è venuto il balzano pensiero che ad esser stupidi e disinformati si campa decisamente meglio.
Credo che protrarrò l'astinenza da media ancora per questo fine settimana. Se ferie devono essere che ferie siano, in tutto e per tutto, per cui eleggo Jeffrey "Dude" Lebowsky a mio eroe personale e vado ad appenderne il poster in camera.

venerdì 8 agosto 2008

Gli zulù vanno alle giostre (5)

Puntate precedenti (1,2,3,4)
Cosa c’è di più odioso, rivoltante, finto, superfluo, insopportabile, repellente, noioso, stupido, banale, inutile, dei balli latino americani? È il Vinicio-pensiero nel momento in cui mettono piede al Martinica, finto locale alla moda, covo di disperati ultratrentenni.
Forse, è la risposta, certi annunci per incontri che ogni tanto gli capita di leggere, in cui le ragazze per descriversi aggiungono inevitabilmente l’aggettivo “solare” alle loro caratteristiche.
Che stracazzo vuol dire solare?
Che passi costantemente le giornate nella pubblicità di un gelato?
Che ti ingolfi di raggi uva fino allo svenimento?
Che sei un adoratore di Osiride?
“Qualcuno mi spieghi che cazzo vuol dire solare, vi prego” pensa Vinicio Viso Pallido, mentre della musicaccia finta allegra gli bombarda incessantemente le orecchie.
Cosa c’è di più adorabile, invitante, stupendo, bello, fantastico, desiderabile, attraente, arrapante, di una pista invasa da decine di tette ballanti? È il Matteo-pensiero nello momento stesso in cui mette piede nel locale. Per lui è un enorme lago in cui immergersi a far pesca. È armato, lo sa.
Ci si tuffa nel tempo di un saluto, era già li dentro da tempo, dal momento stesso in cui aveva pronunciato la parola magica Martinica. Il tempo di pochi passi ed è già sulla prima preda.
La caccia ha inizio.
Il Tizio che è con loro sta sulle sue. Non parla, non balla, non si agita. Sembra non essere nemmeno lì. All’apparenza guarda, ma è solo un’apparenza. Fuma, solitario.
Il Tizio-pensiero è un mistero irrisolto.
Vinicio Scazzato compie il rito: gira il locale in tutta la sua estensione, ricerca disperatamente qualche volto noto, si ferma a bordo pista cercando di frenare l’imbarazzo tipico di chi guarda e basta. Vede Laura Puttana in tre capigliature, riconosce le sue forme in quattro diversi corpi danzanti e prevede come sarà in almeno due volti invecchiati. La immagina ridente, ballante, avvinghiata a corpi senza volto, lasciva, laida. Solare.
I suoi pensieri sono entità autonome che vedono film porno, protagonista Laura Troia. Niente tagli, niente sfumature: in tutte le scene frasi e suoni già sentiti in precedenti doppiaggi. La camera primopiana sul volto. Stop. Buona la prima.
A fine riprese Vinicio Sconfitta si dirige verso un angolo bar, non c’è coda, prende birra, si siede al bancone, beve. Per fortuna è andato nel bar più distante, la torma è distante, la musicaccia qui a malapena arriva.
Pensieri forse stupidi rinascono dal nulla: chissà se farà freddo in Patagonia in questa stagione.
“Tutto bene?”
La voce arriva da una montagna di riccioli neri oltre il bancone.
Vinicio Pensieroso ci impiega per rispondere il tempo che ci vuole a sentirsi ripetere la frase: “Tutto bene, certo” è quello che gli esce di bocca, con la mente che corre alla domanda del perché si risponde sempre tutto bene quando invece non va un cazzo bene.
Il cast ancora in lui vorrebbe partire e dare spiegazioni ma è messo al silenzio da una frase inattesa: “Ti capisco, anche per me non è stata una bella giornata”.
La frase l’ha detta -qual è il nome sul cartellino proprio sopra il seno?- Claudia.
Vinicio Sorpresa finalmente vede qualcuno di là: i riccioli neri le scendono bene sulle spalle e il volto, beh il volto all’apparenza non è di chi può dire una frase del genere, ma è bello, comunque.
“Mio Dio, si vede così tanto?” è tutto quello che riesce a dire Vinicio Imbarazzo.
“No, non si vede così tanto”, dice Claudia Salvezza, “è che ho una certa esperienza.”
“Te ne capitano tanti?”
“No, mi basta averne uno in casa” risponde sorridendo mentre lavasciuga.
La risposta di Vinicio è un altro sorriso, e mentre sorride pensa “sto sorridendo” e mentre pensa “sto sorridendo” gli viene ancora più da sorridere pensando a Laura Giudice che gli dice che non sa sorridere.
Qualcuno si avvicina e rompe l’incanto, ordinando un banale coca e avana. Claudia si sporge oltre il bancone e prende lo scontrino, il sorriso di lei non c’è più, Vinni fa durare il suo ancora un po’.
Alle sue orecchie arriva musica più gradevole e per la prima volta sente il sapore della birra che beve. Il cast di attori e tecnici nella Terra del Fuoco cerca disperatamente di intervenire. Il girato si mette in moto da solo, ma quello che si vede è solo una sconfinata distesa bianca di neve silenzio e nuvole.
Sì, forse è freddo in Patagonia.