giovedì 30 dicembre 2010

Scusa se è poco

Dice salva cinque cose di quest'anno che se ne va, e lo dice come se lui ce le avesse già belle e pronte da sfornare, in bella sequenza e ordine d'importanza, mentre io invece me ne resto a far mente locale e a cercare di distinguere qualcosa in questa annataccia che valga la pena di non finire al macero. Che poi fai in fretta a dire salva cinque cose, cinque cose solo mie o cinque cose in generale? Che se devono essere solo mie mi sa che ce la togliamo in fretta dato che a malapena arrivo a due, forse!
Dice guarda fai tutte e due, e io mi chiedo come cacchio gli vengano in mente 'sti giochini da tredicenne quando ne ha almeno trenta in più, ma poi lo invidio un po', che significa che è rimasto ragazzetto dentro e bene gli fa, mi pare, ma comunque tutte e due è troppo e le cose in generale lasciamole fare ad altri, io mi limito alle mie.
E dunque, mumble mumble, cinque cose. Pare facile tirarle fuori in quest'anno delle balle che non vince l'oscar del peggiore solo perchè il 1999 quello sì, che è stato un anno delle balle, e se mi tiravi fuori 'sto giochetto allora rischiavi non solo un vaffa ma pure qualcosa di solido in accompagnamento, e comunque dai, mi ci provo, cinque cose.
La prima..... il viaggio in Normandia. Beh cavoli quello sì lo salviamo, che girare in macchina con la mia bella a visitare posti nuovi è sempre una cosa che mi piace parecchio, e peccato non poterlo fare più spesso.
Poi... poi.... ah, un paio di esperienze lavorative, finite in vacca ma come esperienze restano e allora teniamocele buone che non si sa mai.
Salvo un po' di cose che ho scritto, che al momento non han portato nulla ma anche qui non si sa mai come vanno le cose, e peccato che io mi butto giù se non vedo subito risultati e quindi salviamo pure l'aver capito un po' di limiti, che pure se non vuol dire averli superati è già buono averli inquadrati.
E ovviamente salvo il rapporto con la mia bella, che regge nonostante periodi un po' così, nonostante attorno a noi le cose girino un po' così, nonostante io sia un po' così, ma per fortuna ci son solo io a esser così, e dunque salvo lei prima ancora di viaggi e lavori e limiti e scritti.
Ecco, alla fine gliele ho tirate fuori, cinque cose cinque, e dire che tutto subito non me ne veniva neanche mezza da salvare in quest'annataccia delle balle. E potrei continuare, guarda te, se mi sforzo arrivo pure alle minuzie: quell'improvvisata dall'amico giù in provincia e le risate che ci siam fatti, quella mostra vista in primavera e quell'altra questo inverno e le altre viste in mezzo, quelle camminate in montagna a tutte le stagioni pure se son state poche rispetto ad altri anni, quella mattinata in auto poco tempo fa, col cielo limpido l'aria pulita musica sotto e la sensazione che le cose girano, sempre. E se ti pare poco, beh questo è stato.

Dave Brubeck - Take Five

martedì 28 dicembre 2010

Il problema di non averci cazzi

Vi prego, ditemi che è andata così. Doveva uscire un disco nuovo per via di contratti, clausole, menate del genere, ma lui non avendoci più cazzi di fare robe nuove, ché le ultime mica gli son riuscite tanto bene, non aveva niente da dare in stampa. Per cui la casa madre gli fa fare l'ennesima raccolta di suoi brani riarrangiati e questa volta hanno l'ideona di fargli fare dei duetti con nomoni tipo Mina e Mario Biondi e Franco Battiato e pure J-Ax (minchia, pure J-Ax!) e di ingaggiare fior di suonatori del calibro di Mel Collins e Omar Hakim e Matthew Garrison e Rachel Z che chissà da dove gli han mandato le loro tracce.
Ma lui continuava a non averci cazzi perchè cos'è, la terza, la quarta raccolta di brani riarrangiati che esce e mica puoi far uscire l'ennesima raccolta riarrangiata senza metterci qualcosa di inedito, "ché la gente mica è fessa a comprarsi tutte le volte la stessa canzone" avrà detto, e lui il pezzo inedito mica ce l'aveva da dare in stampa e, soprattutto, proprio non ci aveva cazzi! Che non ce li aveva si vede da come gli son venuti, 'sti riarrangiamenti, che sembra che ogni strumento suoni una roba per conto suo senza tenere conto di quello che fanno gli altri, ma cosa vuoi, son gli inconvenienti di quando non ci hai cazzi e li metti in conto. Comunque bisognava risolvere il problema del pezzo inedito, del pezzo originale, pure se di pezzi originali è dall'89 che non ne fa (porcaccia miseria!), che se si vuol vendere almeno tre copie di 'sta cavolo di raccolta il pezzo inedito e originale bisogna metterlo e far uscire il tutto prima di Natale as-so-lu-ta-men-te!
Per cui in fretta e furia ha preso i rimasugli dei brani che i fior di musicisti gli hanno mandato per gli altri pezzi, li ha mischiati a muzzo con On the Road Again (chi cacchio vuoi che si ricordi dei Canned Heat? manco dei Rockets che l'avevano rifatta si ricordano, figurati dei Canned Heat!), ci ha messo su il solito minestrone di italnapolinglese (a 'sto giro senza napoletano e strizzando pure l'occhio: "Io dico quello che voglio": Tsè!) e ha tirato fuori 'sta cacata di pezzo che le radio, essendo stato lui un tempo Pino Daniele (quel Pino Daniele, cazzo!), per forza di cose mandano in onda (vaccaccia boia!).
Ecco come deve essere andata, una semplice banale questione di non averci cazzi di fare una cosa e doverla fare per forza. Vi prego, ditemi che è andata davvero così.

domenica 26 dicembre 2010

Le piccole soddisfazioni della vita

Ok, è passato. Natale intendo, per cui quelli di noi incazzati, amareggiati, disillusi, delusi, tristi, rancorosi, che hanno scritto post incazzati, amareggiati, disillusi, delusi, tristi, rancorosi, possono tirare un sospiro di sollievo e pensare che a questo giro al vecchio panzone rosso e bianco non gliela abbiamo resa facile, anzi, glielo abbiamo proprio messo in quel posto! Quel vecchio trippone con renne trainanti pensava di trovarci come sempre di questi tempi, ipocritamente disposti a bontà a buon mercato, aperti a rasserenarci l'animo come sempre, propensi a spendere se non spandere come sempre, sorridenti e festanti, ingordi e generosi, tombolanti e sbevazzoni, come sempre, da che Natale è Natale. Pensa come deve esserci rimasto male, a trovarci invece incazzati, amareggiati, disillusi, delusi, tristi, rancorosi!

giovedì 23 dicembre 2010

Ciao ciao, gabbia di matti.

A una persona intelligente come Rafa Benitez sono bastati pochi mesi, sei per l'esattezza, per capire che uno come lui in Italia è fuori posto. Si è fatto in maniera di mandare via una persona comunque decisa e attenta alla gestione di sé (alcuni dicono fin troppo), ma pur sempre un tecnico preparato, capace, vincente anche, educato, rispettoso. Qualità, queste ultime, di cui da noi importa veramente troppo poco e non sono usate per definire il giudizio su una persona.
Da noi, e non solo nel calcio, vanno bene i Mourinho, gli arroganti presuntuosi, preparati certo, vincenti anche, ma soprattutto gran comunicatori. Quelli furbi, che hanno i giocatori più forti del mondo e riescono a far passare il messaggio che se si vince è solo merito della propria guida, non della squadra. Che vincono una Champion's League a botte di catenaccio degno degli anni '60, difendendosi nelle gare importanti in nove più il portiere e segnando gran gol in contropiede, facendo credere però di aver fatto giocare il miglior calcio del mondo (il calcio più utile, Mou, non il migliore). Quelli che la partita la giocano principalmente fuori campo, alimentando tensioni prima delle gare più sentite, lagnandosi in anticipo di presunti torti arbitrali, prendendosela con qualcuno, chiunque, non importa chi sia, purchè si riesca a creare un conflitto noi/loro utile ai propri interessi. Quelli egoisti, che vinci tre tornei in un anno, fai l'impresa che più storica non si può e la sera stessa annunci il tuo addio, rovinando la festa a tutti e prendendosi ancora una volta i riflettori su di sé. Quelli che alla fine vengono stranamente rimpianti, mentre bisognerebbe ringraziare la dea Eupalla per esserseli levati dai coglioni e aver riacquistato un po' di tranquillità.
Da noi i Benitez (come i Bearzot, gli Zoff, gli Ancelotti) non vanno bene. Troppe poche parole fuori tono, troppo lavoro svolto professionalmente pur tra mille difficoltà, troppo mantenere un rispetto per i ruoli sempre e comunque, troppa consapevolezza che alla fine si sta parlando solo di calcio e non di massimi sistemi. Era evidente lo stupore del tecnico spagnolo per le polemiche sorte ad appena tre mesi dal suo arrivo senza che si tenessero conto delle difficoltà oggettive in cui stava operando: infortuni, mancati acquisti, una eredità pesante. Sembrava profondamente stupito per la serietà con cui gli si ponevano le domande nelle interviste, come se si stesse parlando dei destini del mondo e non di un gioco, miliardario quanto vuoi ma pur sempre un gioco. Deve aver pensato (realizzato) di essere finito in una gabbia di matti, e non stupisce che se la sia data a gambe levate, non senza prima essersi assicurato una milionaria buonuscita però. In fondo il matto è mica lui.

martedì 21 dicembre 2010

Un saluto al Vecio

Quella dell'82 fu la più bella estate che un appassionato di calcio, specie se quindicenne, potesse desiderare. Sole, caldo, interminabili partite a pallone anticipando e ripetendo quelle vere dell'undici guidato da Bearzot, noi in campetti improvvisati dappertutto, in parrocchia come in strada come nei campi appena fuori il paese, loro in quegli stadi favolosi di Spagna che finimmo per impare a memoria. Era il primo mondiale, anzi Mundial, che i miei amici ed io seguivamo in tutto quello che accadeva, guardano parlando e discutendo, chè in quelli precedenti si era ancora troppo piccoli per gustarsi le partite appieno e in quelli dopo, anche quelli vinti, si diventò troppo grandi perchè il calcio mantenesse il fascino che aveva da ragazzini. Quell'estate per noi il calcio aveva ancora il sapore genuino delle sfide e grazie all'età non ci fregava nulla delle solite (avremmo imparato poi) polemiche italiote sul fatto che il Vecio aveva lasciato a casa Beccalossi e Pruzzo. Più che altro non le capivamo: se l'uomo con la faccia da pugile e la pipa sempre a portata di labbra li aveva lasciati a casa qualche motivo c'era, lui era il C.T., e a noi tanto bastava. Alla fine ebbe ragione lui e ci rese tutti campioni del mondo. Grazie Enzo.

Campioni del Mondo 1982

martedì 14 dicembre 2010

Io se fossi B.

Ecco, io se fossi B. ora andrei a dimettermi.
Ho incassato una fiducia, risicata, comprata forse, che non mi serve a nulla, almeno non a governare. Ho dimostrato che il fronte avversario non è compatto come si pensava, e poco importa se alla base delle defezioni ci sono motivazioni che hanno più della cozza sullo scoglio che di carattere politico. Poco importa se non è una vittoria politica, è una vittoria, portata a casa in una finale, e delle partite ci si ricorda solo del risultato non quanti pali hanno colpito gli avversari. Ho anche messo in tasca un'arma formidabile, poter continuare ad accusare gli altri dei miei fallimenti governativi, i finiani traditori in questo caso, e con quest'arma posso presentarmi nuovamente al voto certo che come minimo partirei alla pari nella competizione. Perchè un altro reincarico no, non lo accetterei, potrei dimettermi solo se il vecchietto mi assicura che si andrebbe a nuove elezioni e di fare la fine di Prodi, vivacchiare in attesa di cadere, non ci penso neanche.
Sì, sarebbe una bella mossa dimettermi. Un tocco calcolato di responsabilità verso il Paese e verso il "popolo sovrano": ridargli la parola affinchè metta nuove croci sul mio nome, ora che ha capito chi vince e chi perde. Altre armi nella faretra, io responsabile e interessato solo ai problemi della nazione, io per la stabilità, gli altri per il caos: elezioni, un nuovo referendum su di me ora che posso permettermelo, che posso nuovamente far credere di averlo vinto. Una nuova partita, da giocare con nuovi-vecchi amici, contro vecchi-nuovi nemici, un'altra sfida da vincere, per altri anni di immunità. Quanti? Bah, poi si vedrà.

mercoledì 8 dicembre 2010

Elsidì saunchì?

Si era lì, la mia bella un amico ed io, alla Pellerina nel 2007 all'ultima edizione veramente decente del Traffic, per assistere, questa la scusa ufficiale, allo spettacolo dei Daft Punk, una roba ipermegatecnologica con questi due franzosi con casco in testa su una piramide tutta lucette, che a vederli da lontano potevano tranquillamente essere due piciu qualunque a far finta di suonare con una base sotto e di sicuro nessuno se ne sarebbe accorto. Dico la scusa ufficiale, ché io in realtà quella sera c'ero andato più che altro per assistere a un altro gruppo, quello meno famoso che si esibiva prima e che tra i loro pezzi ne aveva uno che legava il filo con chi sarebbe venuto dopo, e ci avevo provato a dirlo, che guarda che sono molto meglio gli Lcd Soundsystem, ma la cosa si era arenata sull' Elsidì saunchè? di risposta, ragion per cui avevo smesso, dopo un po', di dire che il pezzo che passava in radio non era proprio rappresentativo di quello che in realtà facevano, un miscuglio stranissimo di elettronica rock pop dance con brani lunghissimi e ripetitivi, che poi era proprio il particolare che me li faceva piacere. E quindi fui l'unico tra la compagnia quella sera a farmi prendere da quegli accordi di piano ripetuti all'infinito, da quel ritmo sempre uguale del basso e della batteria, dalla chitarra disturbata e disturbante, dai suoni di tastiera messi lì ad amalgamare il tutto e dare un senso al crescendo vocale del loro brano migliore, quello che altri, pure chi non ti aspetti, han provato a rifare, ma non è che siano venute esattamente la stessa cosa, o perlomeno a me non pare.
Poi lo so, che James Murphy creatore e leader della band alla fine non ha inventato niente di nuovo, che in fondo ha preso un po' da qua e un po' da là per metter su un suono e uno stile che sembrasse almeno un poco originale, e va a sapere se c'è davvero riuscito ché le opinioni in merito sono varie e discordanti, e so anche che l'ultimo disco non è che sia poi tutta 'sta gran cosa, ma non è che si può sempre azzeccare tutto e comunque un paio di robine non sono proprio da buttare, almeno a livello multimediale, ma alla fine della fiera, tutto questo giro di parole, è solo per dire che a me la notizia che si siano sciolti è una cosa che non può che dispiacere. Ecco, è tutto quello che volevo dire.

LCD Soundsystem - Home

domenica 5 dicembre 2010

Costanti incertezze (o certezze incostanti)

Poco tempo, sono affaccendato in altro, un altro ancora incerto e confuso, tenuto in stand-by in attesa di capirci meglio e prendere una decisione definitiva. Questo spazio a volte risente del mio vissuto incostante, vive e si popola di parole a seconda del mio umore e del mio tempo e invidio a volte altri spazi, costanti, metodici, puntuali nel pubbicare post articoli opinioni, opinioni che però poi, dopo un po' che li frequento, mi appaiono anno dopo anno sempre uguali a se stesse e dunque anche chi pubblica costantemente metodicamente puntualmente mi appare sempre uguale a se stesso. E noto differenze, tra la mia incostanza sempre presente e quella altrui sempre apparentemente assente, che portano a domande a cui rispondo in modo diverso a seconda dell'umore e del mio tempo. Certo è già importante porsele le domande, e penso a volte che il costante metodico puntuale questo non lo permetta, se lo fa è solo per trovare conferma di ciò che si pensa da sempre, e solo i cambiamenti aprono veri spazi di discussione di sè. Io ne ho troppi, altri ne hanno pochi, alla fine è tutto in media, se ci pensi.

24 Grana - La costanza