mercoledì 30 maggio 2012
lunedì 28 maggio 2012
Stand by

Questa esistenza da rifugiato sta volgendo al termine, e le cose da fare si accumulano: una nuova casa da considerare propria; andarsi a riprendere ciò che è rimasto a far da peso per altri; riprendere contatto con quella che è stata la mia zona, per lungo tempo. Riallacciare rapporti, recuperare interessi messi da parte, perché i vuoti erano riempiti da una cosa sola, e tanto bastava, ed ero a pensarci felice che bastasse, in attesa di riaprirmi al mondo dopo tanta chiusura. Tornerò, sto già tornando, a fare cose, pure quelle che non mi interessano per davvero (tirare con l'arco mi interessa davvero? giocare a scacchi? Va beh, provare non fa male). A vedere gente, pure quelle che non interessano davvero: tocca farlo, in attesa di chi davvero interesserà. Poi altre cose, più pratiche: recuperare un pc per la nuova casa, per poter riprendere a commerciare in fumetti. E quel progetto di diorama che ho in una scatola da sette anni (problemi di spazio: non sapevo dove mettermi a farlo), forse è la volta che lo metto su. Ecco, alla fine finirò per fare di nuovo cose, vedere di nuovo gente, tutte quelle cose che ho fatto in anni passati, tutte quelle cose che alla fine fanno tutti. E' che adesso ho anch'io un vuoto enorme da riempire, in fondo.
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venerdì 18 maggio 2012
Domani prendo casa

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lunedì 14 maggio 2012
Caro diario

In questi giorni ho visto case, un bel po'. Seguo l'istinto, perché ancora non è chiaro cosa vorrei davvero, per cui mi accontento per ora di trovare un posto il più possibile confortevole, da poter chiamare casa. Forse è saltato fuori, sono indeciso, vedremo. E' che sono fisicamente esausto, mentalmente scarico, emotivamente ancora scosso, seppure in fase avanzata di assestamento, e quindi non è facile. Ad ogni modo se mi decido per l'ultimo appartamento visitato il gioco dell'oca sarebbe completo, un intero giro di giostra durato undici anni: è al civico successivo al mio primo appartamento da solo! In quella via c'ero stato bene, sette anni circa, potrebbe essere una buona cosa. Spero. Era stato l'inizio di tante cose, non tutte buone, ma la vita è così: a volte scegli tu, a volte scelgono altri per te, a volte proprio non hai scelta. Non saprei in quale casistica rientrano gli ultimi avvenimenti, di certo non nel primo, ma non ne sono poi così certo. Comunque un posto devo prenderlo, per smettere col periodo da profugo con una valigia di vestiti appresso e niente più. La parte più difficile sta però nello smettere di..... vabbeh, lasciamo stare.
Cerco di tenermi concentrato sul futuro prossimo. Molto prossimo, non riesco ancora a proiettarmi oltre il prossimo mese. Ieri mio fratello mi ha chiesto cosa avrei fatto. "Affitto quell'appartamento e mi ci trasferisco", gli ho risposto. "E poi?" mi ha ancora chiesto. E poi. E poi, onestamente, che cazzo ne so? Vivrò, penso.
Cerco di tenermi concentrato sul futuro prossimo. Molto prossimo, non riesco ancora a proiettarmi oltre il prossimo mese. Ieri mio fratello mi ha chiesto cosa avrei fatto. "Affitto quell'appartamento e mi ci trasferisco", gli ho risposto. "E poi?" mi ha ancora chiesto. E poi. E poi, onestamente, che cazzo ne so? Vivrò, penso.
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domenica 13 maggio 2012
giovedì 10 maggio 2012
Il gioco dell'oca

Sto riscoprendo il piacere di dormire senza rumori d'auto e traffico e sirene, di aprire le finestre e respirare aria (finalmente), di non vedere gente far la fila ai cassonetti d'immondizia alla ricerca di qualcosa da monetizzare, di stare seduto al bar senza che qualcuno ti chieda spiccioli o ti venda rose, qualcuno da non guardare in faccia, sia per levartelo di torno che per non sentirti in colpa. Piccole cose, per me importanti, che mi ripagano in piccolissima parte di ciò che ho perduto che è tanto, tantissimo.
Ieri sera poi ho reincrociato vecchi amici nella solita piazza di sempre, due parole, un saluto. La domanda, ma che ci fai qua? Faccio Neffa, ho risposto, è il ritorno del guaglione sulla piazza. E poi, dopo esserci messi al corrente delle ultime vicende di tutti, tutte più o meno simili, conclusioni tutte più o meno le stesse, ce lo siamo detti, cavoli, sembra il gioco dell'oca: tira i dadi e vai avanti, torna al punto di partenza, paga pegno e penitenza. Nel tentativo di giungere al traguardo.
Ieri sera poi ho reincrociato vecchi amici nella solita piazza di sempre, due parole, un saluto. La domanda, ma che ci fai qua? Faccio Neffa, ho risposto, è il ritorno del guaglione sulla piazza. E poi, dopo esserci messi al corrente delle ultime vicende di tutti, tutte più o meno simili, conclusioni tutte più o meno le stesse, ce lo siamo detti, cavoli, sembra il gioco dell'oca: tira i dadi e vai avanti, torna al punto di partenza, paga pegno e penitenza. Nel tentativo di giungere al traguardo.
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martedì 8 maggio 2012
Priorità

Comunque, devo trovare una nuova casa, possibilmente qualcosa in cui star bene come la prima volta in cui abitai da solo. Certo allora lo feci senza fretta, oggi è un pochino diverso, ma non si può avere tutto. E poi la parte più difficile: imparare da tutto questo e metterlo in pratica. Non è detto che ci riesca. Modificare il proprio essere non è semplice, accettare ciò che la tua natura rifiuta è complicato. Ma è la mia parte in questa storia, e vediamo di farla.
P.S.
Ho chiuso i commenti, ma non vi offendete, ho i miei motivi. Chi vuole può scrivermi via mail.
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lunedì 7 maggio 2012
Ricomincio da tre

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mercoledì 2 maggio 2012
Vortice

Il discorso è a doppio senso, ciò che vale per me vale per gli altri. E' una storia collettiva, o al minimo una storia doppia, ed è un gran casino, perché in questa storia i limiti sono opposti: qualcuno deve imparare a lasciar andare, qualcun altro deve invece imparare a trattenere, ma le posizioni di partenza partono dalla proprie nature e dunque le posizioni oggi sono quelle di sempre, chi dovrebbe lasciar andare trattiene, chi dovrebbe trattenere molla. Un gran casino, in cui tra l'altro ci si ritrova giustamente soli, perché i deus ex machina esistono solo nelle tragedie greche e qui non è proprio il caso di richiederli.
Non conosco la soluzione, ciò che accadrà, o ciò che è giusto, ciò che è sbagliato. In questo momento ho un solo pensiero e un solo desiderio, ma da solo non basta: l'uno da solo non conta nulla, il due è lì per creare il tre, il tre in questa storia è mancato e ora manca la volontà di cercare di ottenerlo. A vedere oggi, per tutto quello che è successo, per come è successo, era quasi scontato che mancasse. Il destino deve realizzarsi, è sempre inpegnato a scorrere le pagine del suo libro e a leggere la storia, a cui lascia aperto il finale affinché noi lo si scriva. Forse in questa storia è già stato scritto, e nulla c'è ancora da aggiungere. O forse c'è ancora tanto da scrivere, e questo era solo il primo capitolo. Impossibile da sapere. Se chiedete a me siamo appena alle pagine iniziali, ma uno da solo non conta nulla, anche se l'ho dimenticato troppo spesso. Certe storie si possono scrivere solo in due.
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