lunedì 25 maggio 2009

Quella fottutissima estate (indiana)

Io se ci penso ancora ho gli incubi. Mi riferisco a quella cavolo di estate, quella che è diventata pietra di paragone, spauracchio da telegiornale, quella fottutissima estate del 2003, dove a fine settembre, dopo quattro mesi di calura ininterrotta sia di giorno che di notte, ogni serata che arrivava ringraziavi Dio i Santi e Carlo Marx per avercela fatta anche per quella volta.
E tutti gli anni che come in questi giorni le temperature salgono ben oltre la media, e qualche cronista della malora si sente in dovere di interpellare qualche esperto pure lui della malora per dirci che questa estate che verrà sarà come quella di sei anni or sono, io faccio gli scongiuri con qualche danza della pioggia, che gli indiani d'america mica erano fessi, e se funzionava con loro vuoi che non funzioni con noi che siamo mooolto più evoluti?
Ad ogni modo io e la mia bella siamo rimasti dei pochi che non hanno condizionatori nè in casa nè in auto, per cui uno degli incubi, a parte il patire il caldo, riguarda la scomodità nell' andare in giro, da qualsiasi parte, con vestiti estate/inverno, nel senso che fuori dai locali giri come in estate, quando entri ti devi vestire come in inverno, viste le temperature da polo che ci trovi. Per non parlare del fatto che se chiedi una bibita al bar te la danno a una temperatura poco al di sotto del ghiacciato, e io sono di un paranoico tale riguardo alle congestioni che sarei capace di farmela scaldare al microonde se sapessi di non farmi prendere per matto, per cui l'alternativa è praticamente comprare oggi per bere domani, attendendo ore che questa torni a una temperatura accettabile.
E ti convinci sempre più, almeno io, che siamo circondati da una nuova razza, che non è più l'homo sapiens sapiens ma qualcosa d'altro, che ne so, l'homo demens atermicus, che in inverno tiene la temperatura in casa e in ufficio a 26 gradi e d'estate a 18, per cui io d'estate non so se essere più preoccupato per il caldo che fa fuori o per il freddo che ti costringono a subire dentro!
Una manica di pazzi insomma, e pare sia la stessa cosa che avevano pensato gli indiani d'america all'arrivo dell'uomo bianco. Con la velocità con cui viaggia il "progresso" da queste parti però non credo che avremo anche noi quattro secoli a disposizione, prima di finire in qualche riserva.

6 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

bel post
buon inizio settimana

Bastian Cuntrari ha detto...

Mi faccio un po' schifo, Rouge, dopo aver letto il tuo post... Sono una condizionatore-dipendente: d'inverno la temperatura casa-studio è sui 25/26 gradi (alla facciaccia di Mr 18°! Mica sono un pinguino!!) e l'estate idem, quasi che il caldo o il freddo che mi propinano non siano mai quelli giusti. Per le bevande, sono come te: adesso ho acqua in frigo e acqua fuori, praticamente calda. Se devo bere, faccio i mischietti, fifty-fifty...
Hai ragione, siamo una manica di matti!

Rouge ha detto...

Il fatto è che io non sopporto i cambiamenti bruschi, e questo vale anche per i repentini cambi di stagione: di solito al primo caldo (che ultimamente arriva di botto) la mia pressione scende al piano di sotto, ma è nella mia natura, per cui ci vado dietro.
Passare da 32° anche solo a 24°, ma in certi posti è pure più bassa, nel giro di un secondo, mi costringe a uno sforzo innaturale, per cui mi disturba.
Poi a casa sua ognuno fa come gli pare: difatti sono io che mi adeguo, non andando a volte in certi posti.

upupa ha detto...

..hai detto bene...homo demens!poveri noi!!!!!!!

Le Favà ha detto...

Diciamo che spesso si tende ad esagerare con climatizzatori e con riscaldamenti.
A casa mia abbiamo il riscaldamento efficiente, è d'estate che si fanno problemi. Credo che resisteremo anche quest'anno. c'è da dire che comunque ai miei lo comprerò il climatizzatore. Conosco mia madre, e so quanto d'estate dorma poco. E ormai ha l sua età. non le fa bene.

Rouge ha detto...

@ Le Favà: il punto è che si tende a esagerare, hai detto bene.