domenica 7 febbraio 2010

Fuga per la sconfitta

L'altra sera da Fazio ho sentito l'ex segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti parlare di morte del comunismo, di fine della sinistra, di fallimento del centrosinistra incapace di essere riformatore, secondo il Fausto per colpa dell'area centrista che trattiene e non permette. Parole che se dette da noi, simpatizzanti delusi, richiamano amarezza e rassegnazione, perchè sono cose che si dicono da sempre nella base, ma dette da chi è stato uno dei responsabili di quel fallimento richiamano solo rabbia e ulteriore impotenza. Fa incazzare anche il richiamo tardivo ad una nuova unità della sinistra, seppure sia l'unica strada percorribile in questo momento per tentare di rilanciare una idea di sinistra in questo Paese.
Quello che ho visto l'altra sera è un uomo che si porta dietro il peso della sconfitta, causata dalla sua stessa impazienza nel perseguire un ideale forse, e che forse oggi si rende conto della scelleratezza di alcune scelte fatte. Penso a certe scissioni, a quel primo governo Prodi, fatto cadere per darlo in mano a quel furbetto di D'Alema e a una coalizione ancora più centrista. Oppure a certe dichiarazioni fatte dallo scranno di Presidente della Camera, con l'unico risultato di indebolire ulteriormente una coalizione che si reggeva con lo sputo. La sinistra in Italia ha cominciato a morire in quelle scelte, magari inappuntabili dal punto di vista della dottrina, ma che apparivano incomprensibili ai più, dando l'idea neanche tanto sbagliata di un movimento incapace di poter governare con raziocinio e persino di poter essere utile allo sviluppo del Paese. Che poi le colpe fossero altrove in quelle coalizioni, in chi di riforme non voleva sentir parlare, è cosa che ha interessato poco il grande elettorato, ma è certo che le uniche due occasioni sono state sprecate malamente e la colpa maggiore sta nel fatto di non aver compreso che forse non si sarebbero più ripetute.
A Fausto Bertinotti, in un'epoca in cui nessuno si fa veramente da parte, c'è però da riconoscere il merito di aver mollato con la politica attiva, come da promessa fatta prima delle sciagurate elezioni di due anni fa. Lo facessero anche altri personaggi di quella che oggi viene scambiata per sinistra non sarebbe un grave danno, anzi.

4 commenti:

Gap ha detto...

Quasi totalmente condivisibile. Ci sei andato giù tenero, Bertinotti ha molte più colpe, a mio parere, di quelle che gli si addossano. "...magari inappuntabili dal punto di vista della dottrina...", magari lo fossero state inappuntabili da qualsiasi punto di vista, ma quale dottrina li muoveva? E te lo dico da, allora, militante di Rif. Com.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Che gli si attribuiscano colpe, è inevitabile, a sinistra dei DS era sicuramente la persona più influente. TRovo comunque ingeneroso stare a parlare del cachemere e roba del genere: non sidovrebbe mai scadere a tanto.

Volevo solo correggerti: quando Bertinotti minacciò di uscire dalla maggioranza, fu Prodi a mettersi d'accordo con Cossutta per spaccare il loro partito e fare sorgere il PdCI. Fece male i conti, e saltò. Fu insomma una faccenda di complotti tra D'Alema e Prodi, a cui Cossutta si prestò deliberatamente, e che a quanto io credo Bertinotti subì.

Rouge ha detto...

@ Gap: Ci sono andato giù tenero perchè al di là di tutto ricordo come a metà anni '90 fosse rimasto l'unico a sinistra a pronunciare la parola "operaio", seppure con erre arrotolata!

@ Vincenzo: difatti non ho parlato di cashemire e di salotti, anche se vederlo di continuo ospite televisivo non ha giovato al partito nonostante le buone intenzioni.
Riguardo ai complotti del primo governo Prodi che la colpa non sia sua cambia poco, resta il risultato di una occasione sprecata e, se vera l'ipotesi Cossutta, scarsa conoscenza delle proprie forze. Oltre a una certa ingenuità, ovviamente.

Alessandro Tauro ha detto...

Condivido pienamente questo tuo post. E con il senno di poi personalmente sto anche cessando di trovare tutte queste colpe (esistenti, per carità) da far ricadere sulla sua persona.

Come giustamente affermi tu, dopo le sconfitte che lo hanno visto protagonista, si è tirato fuori, lasciando spazio a nuove possibilità (finora raccolte malamente).

E non è certo la persona più colpevole all'interno del centrosinistra italiano. Ma se non vedo male, l'unico personaggio politico ad aver pagato dazio finora è stato proprio Fausto Bertinotti. E l'unica parte politica è stata la Sinistra.

Quando colpe ben peggiori in altri lati della politica finiscono per scomparire, automaticamente mi ritrovo in una inaspettata posizione di solidarietà piena con il "dimissionario".