Poi hai quelle giornate in cui ti sei alzato più scontroso del solito, perché quella sensazione di fretta che hai addosso di realizzare cose e situazioni va a cozzare con la consapevolezza che ogni cosa ha il suo tempo, ed è questo alla fine quello che fai da tutta una vita, aspettare il tempo giusto e muoversi intanto, e lo sai. Ma attendere muovendosi è faccenda che richiede calma interiore, un atteggiamento zen che non è che sia proprio nella tua cultura di occidentale decadente alle prese con questioni molto pratiche e contemporaneamente con questioni che molto hanno dell'esistenziale, ché la tua natura purtroppo è quella che è, e abbiamo già detto che da se stessi non si scappa, mai. Ti sforzi, ma non sempre ce l'hai, la calma interiore. A volte, a sentire sempre le stesse cazzate, quella calma relativa che ti sei cucito addosso proprio ti scappa, e ti viene un po' da sbroccare, naturalmente. Per cui, parlando di crisi e di lavori che non ci sono e di gente che se ne approfitta per sfruttarti, all'ennesimo "tanto i tempi sono così" (utile scusa per rimanersene fermi), rafforzato dalla domanda retorica "ma che bisogna fare?" (retorica perché di fare qualcosa uno manco ci pensa) e dalla affermazione che "rifiutare compromessi bisognerebbe farlo tutti" (il che lascia intendere che alla fine non lo fa nessuno e tantomeno la bocca da cui esce la frase), ripensi agli ultimi tuoi avvenimenti, in cui hai rifiutato di sottostare ancora a logiche di sfruttamento dove in cambio di uno stipendio che a momenti manco ti permette di arrivare a fine mese ti richiedono corpo anima e cervello. E ti vedi fuori dal mondo, perché le scelte che fai tu, per quanto accettate e comprensibili, sono in contrasto con quelle della maggioranza (che mai farebbero le stesse scelte), e ti chiedi dove sta l'errore, se in te o nella maggioranza. Ti rispondi, pure, che l'errore è in te, che non ti senti pecora né cane né tantomeno pastore, e te lo chiedi per un lungo attimo, chi cazzo sei tu, ma la risposta ancora non la sai, e dubito fortemente la troverai mai, almeno, non frequentando pecore.
Ma poi ci pensi, ti rivedi indietro negli anni e ti accorgi -porca troia- che son sempre le stesse cose.
4 commenti:
Anche io zero compromessi e ho pagato caissima ogni singola volta questa scelta. E sì: sono fuori dal mondo, ma considerato com'è questo va anche bene così. Non ne soffro. E no: non ho mai pensato che l'errore fosse dalla mia parte - visto che non accetto compromessi, mi permetto di rimando il lusso dell'arroganza, eh?
Io e te prima o poi ci si prende una birra (seduti dalla stessa parte del tavolo...)
@ Minerva: magari è proprio l'arroganza il punto di tutto.
Per la birra, sbevazzo volentieri.
Se vogliamo cambiare nome alla dignità allora sì, è arroganza.
@ Gap: la risposta comune è che con la dignità non mangi.
Che ti devo dire, differenti mondi.
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