martedì 31 gennaio 2012

Torino (che non è New York)

Più si va avanti e più me ne convinco: qua sta andando tutto in vacca! Prendi una ondata di neve e gelo come se ne sono già viste (no perché, cacchio, qua stiamo in Piemonte che non è esattamente la Florida, stiamo a Torino che non sarà New York, ma puttana vacca manco Miami!). Metti che la suddetta ondata di neve e gelo sia stata ampiamente prevista, ché ormai siamo tutti quanti bombardati da gente che ti informa della temperatura che hai percepito, stai percependo e percepirai da qui a un tot sempre più lontano, a tutte le ore, se vuoi ti ci abboni pure al telefono a quello che ti dice che tempo sta facendo, così mentre guardi fuori dalla finestra puoi essere assolutamente certo del tempo che fà. Logica vuole che uno, visto che è così informato, si attrezzi per tempo. Invece no. Serve a un cazzo. Milioni di byte lanciati nell'etere completamente a fottere. E allora chiudiamo le scuole perché ha fatto tre centimetri di neve. Chiudiamo gli ospedali perchè siamo scesi a meno tre gradi centigradi. Facciamo andare una città ai venti all'ora perché nessuno fa uscire i mezzi spargi sale (io, in giro, non li ho ancora visti). Poi dicono che uno non deve essere pessimista.

lunedì 23 gennaio 2012

Hanno tutti ragione

Che poi, mi vien da dire, io farei tutto diverso, ma diverso come non si sa. Eh sì perchè il tassinaro che protesta, per via che ha strapagato una licenza che ora che si apre il mercato un pochetto pure ad altri (che di ciò si tratta) questa gli vale un po' meno, ha ragione di incazzarsi, ma pure io che magari vorrei fare il tassinaro e non ho abbastanza soldi per strapagare una licenza qualche ragione pure ce l'avrei. Lo stesso dicasi per i farmacisti, discorso paro paro con la differenza che non essendo io laureato il farmacista non lo potrei fare, ma mia nipote, per dire, sì che potrebbe farlo, essendosi appeso al muro il pezzo di carta, ma mantenendo il portafoglio non abbastanza gonfio per comprarsi una licenza, a meno di non ipotecare casa di papà e mammà.
Poi gli autotrasportatori, vai a capirli. Che per anni hanno ingoiato aumenti su aumenti su aumenti, di gasolio pedaggi e balzelli vari, uno in fila all'altro tutti a limargli i profitti, e te che ci lavori a stretto contatto eri lì a chiederti "ma a questi gli va sempre tutto bene?" perché mai uno sciopero, mai una protesta, tutti solo lì a scannarsi tra loro abbassando i prezzi delle corse al livello delle patate o facendo pigiare sull'ecceleratore al disgraziato autista, ora tutto a un tratto si svegliano, proprio nel momento in cui gli si va incontro col recupero più veloce delle accise, trimestrale e non annuale, pure quelle delle loro belle auto tra il suv e l'ammiraglia di uso privato ma intestate alla ditta. Dice che "il gasolio è caro, e pure le autostrade son care": e che cacchio dovrei dire io, che son l'ultimo dei dipendenti e della benzina che consumo e dei pedaggi che pago non recupero manco mezza cippa? Che forse forse sto messo un pochetto peggio, ecco che dovrei dire, ma alla fine, andando a vedere, tutti i torti manco ce l'hanno. Lascia stare i benzinai, che è una vita che si lamentano, sono nati per lamentarsi i benzinai, pure ora che ormai stan dietro una cassa come maschere al cinema. Mica c'hanno tutti i torti, che pare che a loro poco gli rimane di tutto il venduto, ma chissà come mai rilevare una stazione di servizio costa l'iradiddio. Mistero.
E poi gli avvocati, vuoi che non abbiano le loro ragioni gli avvocati? Anche loro avranno le loro ragioni, non le capisco, ma magari ce le avranno. E i professionisti tutti, a cui levano i minimi tariffari. Ecco quelli la ragione ce l'hanno per davvero, perché è un livellamento in basso per categorie a cui poi si chiede conto in sede civile e penale per eventuali disastri, e siccome mi paghi come vuoi tu, ma lavoro come voglio io, non stupitevi in futuro per tetti che cascano e pareti che si incriccano. Insomma, va a finire che pure i notai c'avranno le loro ragioni, un club così esclusivo che è quasi un peccato andarlo a toccare, e pure i politici che difendono gli interessi di notai farmacisti avvocati tassisti autotrasportatori: gente che vota, no?
Insomma, c'hanno tutti ragione, e mi viene il sospetto che l'unico che ha torto qua sono io. Perchè io farei tutto diverso, solo che diverso come mica si sa.

Subsonica - Liberi Tutti

giovedì 19 gennaio 2012

L'insostenibile leggerezza

Ora salta fuori che a fianco di Schettino c'era una moldava. Mancano solo Boldi e De Sica, poi il quadro è perfetto.

domenica 8 gennaio 2012

Mettiamola in questo modo

C'era questo film che era una vera vaccata, Strade di Fuoco, in cui il regista pensando di fare l'originale, o forse solo indeciso, aveva mischiato il noir col western e con gli action movie e la commedia musicale pensando magari di tutti i generi alla fine uno lo imbrocco; dove un Willem Dafoe truccatissimo cattivone motociclista si scornava con un tizio di cui nessuno ricorda il nome figuriamoci le opere (Michael Paré), a causa di Diane Lane che all'epoca non era manco male, e la colonna sonora era di quelle che dalla prima nota pensi "cazzo, anni '80" nel senso dispregiativo del termine, perché di colonne sonore con suoni anni ottanta ce ne stanno mica tante che si salvano, epperò in tutto quel bailamme di pessimi sintetizzatori c'era un pezzo che a me all'epoca piaceva, giusto per via di un ballettino fatto da quattro figuri (The Sorels) vestiti allo stesso modo con giacca camicia cravatta pantalone alla caviglia e calzino bianco, e io quel ballettino una volta mi sono ritrovato -va a sapere se ero bevuto- a rifarlo, ma da solo e in camera mia, e il pezzo era registrato dalla radio su una cassetta stereo. Oggi, spulciando in robe vecchie abbandonate a casa dei miei, ho ritrovato quella cassetta, ma non ho rifatto il balletto. E' che non ci avevo un registratore dietro.

venerdì 6 gennaio 2012

Mal di denti

Poi, d'un tratto, la rabbia è sparita. Lo vedi che è sparita. Lo senti che è sparita più che altro, mentre il resto, dentro, è ancora e sempre lo stesso. Stessa inquieta voglia di movimento, come sempre, e qualcosa che tiene fermi, come (quasi) sempre. Strano periodo. I desideri sono volontariamente uccisi sul nascere, i sogni sono soffocati in un cassetto ben nascosto. La differenza sta nel pensare di esserne contenti, visti i tempi. Una cosa buffa, l'effetto che ne viene fuori è come trasformare Jack White in Ben l'Oncle Soul. Dovresti prendere una mazza e sfasciare qualcosa, magari a caso, che fa ancora più effetto. Invece ci si lascia vivere sapendo di farlo. Si manda giù, si manda giù, si manda giù. E tutta l'energia che uno ha dentro, da qualche parte deve finire.

Ben l'Oncle Soul - Seven Nation Army (live)

martedì 3 gennaio 2012

Io, per me, farei così


C'è questa nuova norma che toglie i vincoli d'orario ai negozianti e sembra una cosa buona e giusta perché li lascia liberi di decidere quando e come tenere aperti, permettendogli, si dice, di incrementare i guadagni, e a pensarci io in teoria dovrei essere tra quelli contenti della cosa, ché già normalmente arrivo all'ultimo momento a far compere e spesso, causa lavoro o pigrizia, resto senza acqua da bere, tanto per dire, cosa che mi costringe a fare il giro dei bar per comprare il necessario ad arrivare al giorno dopo (mi si dirà che c'è sempre quella del rubinetto, e tanti me lo dicono che c'è sempre quella del rubinetto, ma a questi rispondo che la berrei volentieri l'acqua del rubinetto, come ho sempre fatto in altri luoghi e altri tempi, se quella che esce dal rubinetto della zona in cui abito non avesse un sapore tipo piscina olimpica e un concentrato calcareo come solo in alcune grotte sottomarine).
Poi però i piccoli commercianti si incazzano per questa nuova norma che in teoria andrebbe a loro vantaggio, ma che in realtà va a esclusivo vantaggio di chi come me è troppo pigro o arriva tardi da lavoro e resta senza acqua da bere e, ovviamente, alle grosse catene di distribuzione che saranno le sole a potersi permettere orari lunghi e commessi per poterli affrontare, fatto salvo ovviamente qualche commerciante che ha come missione nella vita quella di tenere aperto il più possibile il negozio per poter permettere a quelli come me, pigri e che hanno la scusa di lavorare, di potersi approvvigionare di acqua da bere nell' orario che più gli fa comodo. A me, che sono stato tra le altre cose un piccolo commerciante di libri che aveva come guadagno sul venduto la stessa percentuale che le grosse catene possono permettersi di dare come sconto, stanno sulle balle i centri commerciali e le grosse catene distributive, quindi capisco i piccoli commercianti e mi viene da essere dalla loro parte, però capisco pure me che sono pigro e ho la scusa di lavorare e resto senza acqua da bere: un bel dilemma.
Per ovviare al problema la soluzione sarebbe semplice semplice: riduciamo l'orario di lavoro a sei ore per tutti i dipendenti (a parità di stipendio ovviamente) e lasciamo la faccenda dell'orario dei negozi così com'è. In questo modo io che sono troppo pigro e ho la scusa di lavorare avrei il tempo per comprare tutta l'acqua da bere che voglio dal negoziante che preferisco, senza avere sulla coscienza nessun commerciante costretto a orari prolungati per stare dietro alla concorrenza delle grosse catene di distribuzione. E magari, hai visto mai, sarebbe un modo per tornare a distinguere il giorno dalla notte e il sabato dalla domenica.

lunedì 2 gennaio 2012

Effetto Belgio

Poi uno scopre che la canzone sentita per caso alla radio, di quelle che pensa tipo Bart Simpson alla lavagna "Devo assolutamente ricordarmi il nome della cantante. Devo assolutamente ricordarmi il nome della cantante. Devo assolutamente ricordarmi il nome della cantante", per poi ovviamente scordarselo un minuto dopo e ritrovarselo casualmente su un blog che segue con piacere (grazie Blackswan), è di una tizia belga.
Una volta sono stato in vacanza in Belgio. E' uno di quei posti che quando ti chiedono "Dove sei stato in vacanza?" ti tocca ripeterlo due volte, perché alla prima risposta segue la richiesta di precisazione "Dooove?" (con molte incredule "o" nel mezzo) e, dopo che l'hai ripetuto con il tono di chi sta dicendo una ovvietà, "In Belgio!" (of course!), segue la scontata domanda da italiano medio "E che cacchio c'è in Belgio?". Beh, "In Belgio... ci sono i Belgi", è di solito la risposta che diamo io e la mia bella, con me in quella estemporanea meta estiva. Se ci sono ulteriori richieste del tipo "E come sarebbero 'sti Belgi?", siamo soliti aggiungere "Tranquilli!": il fatto che siano rimasti per diciotto mesi senza un governo, e nonostante questo siano andati avanti tranquillamente, ha stupito un po' tutti tranne noi, che li abbiamo visti all'opera.
Li abbiamo visti andare in auto ai trenta all'ora e fermarsi a darti la precedenza sulle striscie, sempre, pure quando sei solo lì in prossimità senza nessuna intenzione di attraversare, con questi che si fermano e aspettano pazientemente che passi dall'altra parte, cosa che a volte fai giusto per ricambiare la cortesia. Li abbiamo visti chiudere i negozi alle diciassette e trenta, dopo otto ore di lavoro continuato, e chi ha da comprare qualcosa meglio si adegui. Li abbiamo visti assiepati in bar e ristoranti a tutte le ore, sempre con davanti porzioni il triplo le nostre, gustarsele come se avessero tutto il tempo del mondo. Li abbiamo visti poi la sera bere il giusto in un pub dove erano presenti tre generazioni, nonni figli e nipoti piccoli, tutti assieme ad assistere a un concerto rock di un gruppetto del luogo, cosa che aveva ampliato la mia conoscenza della musica belga ferma a Jacques Brel e Plastic Bertrand. Fuori dal locale, strapieno, tre auto e un centinaio di biciclette, ed eravamo a Bruges che proprio microbica manco è. Insomma, un po' lontani dal nostro modo di vivere tutto quanto, più tranquillo, più rilassato, senza stress, cosa che a volte te li fa un po' invidiare, ma intendiamoci, non penso proprio che ci andrei a vivere. Il fatto è che del Belgio la mia bella ed io abbiamo conservato un modo di dire, effetto Belgio appunto, che è solo nostro e descrive quella particolare sensazione di pienezza e sazietà mista a difficoltà digestive al limite dell'intossicazione che non ti farebbe mandare giù nemmeno una mentina per l'alito, ma che sparisce tutta a un tratto, in maniera fulminea e inaspettata. Sarà l'abuso di burro o margarina, sarà qualcos'altro, non lo so, sta di fatto che noi e il cibo belga non è che si vada tanto d'accordo.
Ecco, tornando poi a questa tizia che canta in maniera interessante e che ho ascoltato senza interruzioni per tutta la sera, apprezzandola oltremodo e riempiendomene le orecchie fino alla nausea, non vorrei che fosse per me come il cibo del suo paese. Meglio dunque prenderla a piccole dosi.

Selah Sue - Crazy Sufferin' Style