venerdì 6 febbraio 2009

Non in suo nome

Sulla vicenda Eluana non mi sono mai espresso, se non a sentenza della Cassazione avvenuta, e solo per dire che in uno Stato di Diritto le sentenze della più alta corte di un paese che si definisce democratico devono essere rispettate.
Fosse dipeso da me avrei preso altre decisioni, forse. O forse no, non lo so. Penso che nessuno di noi che siamo al di fuori sia in possesso di abbastanza elementi per poter dire la sua in una vicenda tanto delicata.
Forse hanno ragione i familiari, a chiedere di porre fine a quella che non è più una vita nel senso più ampio della parola, ma forse hanno ragione anche quanti ancora vedono una vita nell' immobilità di Eluana, e magari una speranza.
Personalmente sono a favore della vita, e magari sarei stato più propenso a lasciare la donna alle cure di quanti volevano occuparsene, ma la mia opinione è ben poca cosa.
Il punto non è questo, o meglio non lo è più: Eluana esce di scena e il suo posto viene preso da un altro malato, molto meno tangibile ma altrettanto importante, la democrazia.
In una democrazia viva se ci sono delle sentenze da rispettare, si rispettano, qualunque sia la decisione; la classe politica tutta rispetta le regole dello Stato per cui giurano e che in teoria servono, discutendo prima e non agendo in maniera avversa dopo.
E' questo il punto fondamentale: se questa non fosse una democrazia malata non ci sarebbe stato da discutere, almeno a livello politico. Se questi, i politici, giurano fedeltà allo Stato, lo fanno anche alle sue regole. Fregarsene come stanno facendo in questo momento giù a Roma significa davvero la fine per la democrazia in Italia? O non significa forse la fine della più grande bugia mai raccontata? Perchè di democrazia vera, viva, in Italia se ne è sempre vista poca, e negli ultimi anni proprio zero, trasformata com'è in un regime di partiti. Forse non sarebbe nello stato comatoso in cui è se il Paese fosse andato un po' più a sinistra, negli anni in cui ancora si poteva parlare di sinistra, almeno trenta anni fà. Ma oggi no, assolutamente no.
Ha senso mobilitarsi per una cosa che non esiste, e che se esiste è in coma vegetativo da anni?
A caldo rispondo di sì, che il senso ce l'ha e bisogna lottare. Scendere in piazza, a chiedere che una sentenza venga rispettata, una sentenza dolorosa e sofferta, ma presa da chi ha il dovere di prendere decisioni anche sofferte, e lottare quindi per chiedere non la morte di Eluana ma la vita della Democrazia.
Perchè è per questo che andremmo in piazza, no?
Difficile da far arrivare ma giusto e sacrosanto. Solo difficile da far comprendere, un po' come la faccenda degli autobus a Genova, che difatti alla gente comune è arrivata in maniera distorta, se è arrivata, e difatti non se ne è fatto nulla.
La verità è che alla casalinga di Voghera arriverebbe la visione e il messaggio di gente che manifesta per chiedere la morte di una persona malata, perchè della malattia della democrazia la casalinga non sa nulla, nè tantomeno sà quanto sia malato lo Stato in cui vive, quindi non sa di essere malata essa stessa. Non lo sa perchè la malattia non ha ancora fatto tutto il suo corso, non è arrivata allo stadio terminale, non si sono mobilitati i medici, non si è diagnosticato ancora nulla, nè tantomeno si sono predisposte le cure. E in più è tanto fiduciosa nel suo medico di base, che continua a dire che va tutto bene, e che mi spiace dirlo ma si stà rivelando veramente abile, non tanto a guarire, quanto a vendere medicine inutili e a sbaragliare la concorrenza.
Siamo un Paese strano, arriverà il giorno in cui la malattia sarà sotto gli occhi di tutti, e forse si saranno sviluppati gli anticorpi adatti a debellarla. Ci si rivolgerà a un altro dottore e si deprecherà il vecchio, sono sicuro, perchè da noi va così. Dubito però che, a meno di un miracolo, lo stesso in cui credono quanti in buonafede vogliono ancora Eluana in vita, quel giorno sia già arrivato.
Non credo ai miracoli, anche se mi piacerebbe accadesse stavolta.
Per tutte e due le situazioni.
.
.
Aggiornamento.
E' da poco trascorsa la mezzanotte. In televisione eminenti personaggi, sia sulla Rai che su Mediaset, spostano l'attenzione dal vero tema della giornata (lo strappo istituzionale tra governo e Presidenza della Repubblica) e parlano solo di Eluana.
No, non credo esistano i miracoli.

3 commenti:

progvolution ha detto...

io scorgo una gravissima crisi democratica, un deteriorarsi pesante del senso delle istituzioni, un contagio pesante nell'indifferenza generale.
E non credo ai miracoli
Sussurri obliqui

Bastian Cuntrari ha detto...

Strano, Rouge: io che non credo ai miracoli, oggi me ne aspetto uno.
E non sarà Eluana a beneficiarne, ma noi tutti.

Rouge ha detto...

@ Prog: l'indifferenza è l'aspetto peggiore.

@ Bastian: arrivo dalla manifestazione di Torino, che il tempo che io trovassi parcheggio era già finita!
Non ho idea se il presidio stia continuando da qualche parte, io alle 12.30 vedevo solo più bandiere ammainate che prendevano il tram per andare a far pranzo.
Poi magari mi sbaglio, e se c'è qualcuno che può informarmi sullo svolgimento della giornata gliene sarei grato, ma non mi sembra ci fosse aria miracolosa in giro.
Spero a Roma vada meglio.
Un saluto.