Ci sono meccanismi che a me provincialotto trapiantato nella grande città ancora sfuggono, e temo ci vorrà ancora un po' per farli miei. Del tipo che alla prima domenica di sole per i torinesi i casi sono due: o riversarsi tutti fuori città, intasando ogni possibile strada tra la Val d'Aosta e il Col di Tenda, oppure ritrovarsi tutti in centro per lo struscio con annessa coda da Fiorio per il gelato, di cui a me frega poco ché manco mi piace, ma mi tocca farla lo stesso per via che la mia bella è orgogliosamente torinese, per cui che ve lo dico a fare?
Per contro, se come questa domenica la giornata è grigia e piovosa il caso è uno solo, tutti al cinema! E io che da sempeterno provinciale ragiono in banalissimi termini di esperienza acquisita, e penso ancora che andare al primo spettacolo di una domenica pomeriggio lasci ancora ottime possibilità di vedersi il film in santa pace e al limite pure di scegliersi il posto migliore, mi accorgo di sbagliarmi di brutto, perchè il cinema è preso d'assalto da torme di anziani all'unica uscita settimanale e da rare coppiette in cerca di riparo. Mi sa che dovrei prendere la sana abitudine di controllare il tempo prima di uscire, non tanto per sapere come vestirmi quanto per prevedere le mosse dei miei concittadini, ma ad ogni modo c'è sempre l'amica fidata che arriva per tempo a prendere i biglietti, sfidando la calca dei pensionati, per cui possiamo goderci l'ennesima fatica in celluloide del rivalutatissimo Clint Eastwood, Gran Torino. Rivalutatissimo perchè, diciamocelo pure, c'era qualcuno che venti anni fà se lo filava questo attore che tanto piaceva a Sergio Leone perchè "aveva due espressioni, una col cappello e una senza"? Certo i cultori del western, di cui è stato indiscusso protagonista nella trilogia del dollaro tutta italiana e per altre pellicole di tutto rispetto, da La Notte Brava del Soldato Jonathan di Don Siegel, a Lo Straniero senza Nome di cui è anche regista, come pure di quel capolavoro assoluto di genere che è stato Gli Spietati, che gli è valso 4 Oscar tra cui miglior film e miglior regia. In mezzo però, a parte Fuga da Alcatraz, ci sono molti film minori, sia come attore che come regista, fino appunto alla svolta negli anni 90, dove ha inanellato una serie di successi che lo hanno portato ad essere uno dei più apprezzati film maker sulla piazza.
Clint ha l'enorme merito di saper raccontare per immagini le storie che sceglie. I suoi film non hanno mai effetti speciali o inquadrature da mozzafiato, sono scarni ed essenziali, ma a differenza di altri registi forse più quotati, non annoia mai. Ricorda in questo, per usare un paragone fumettistico, Will Eisner. Come lui prende lo spettatore dal momento in cui si siede sulla poltrona e lo accompagna sino alla fine, senza stancarlo, senza annoiarlo, coinvolgendolo, facendolo entrare nella storia e portandolo dove vuole lui. Perchè i film di Eastwood hanno sempre un fine, il motivo per cui si è messo dietro la macchina da presa: dire la sua, e lo fa in maniera impeccabile dal punto di vista cinematografico. Si può non essere d'accordo con la sua visione della vita, si può pensare che la società non debba essere per forza la stessa che lui vorrebbe, aggrappata ai solidi principi americani di patria famiglia e libertà, ma gli si deve comunque il rispetto delle idee, se sono portate avanti in maniera giusta.
In Gran Torino Eastwood ha scelto per sè come già in Million Dollar Baby la parte del vecchio mentore, alla sua maniera, burbera e scontrosa, e attraverso uno spaccato di America, la Detroit delle periferie, ha raccontato lo spirito stesso dell'America, che ha tanti difetti, è razzista e attenta al suo cortile, ma ha il pregio di saperli superare se intravede in chi ci vuole vivere elementi in comune. L'America, che trova il suo simbolo in una splendida Ford Gran Torino modello 1972, è di chi se la merita, non importa la sua origine, contano i valori, che Clint nei suoi film si sforza di trasmettere.
Clint ha l'enorme merito di saper raccontare per immagini le storie che sceglie. I suoi film non hanno mai effetti speciali o inquadrature da mozzafiato, sono scarni ed essenziali, ma a differenza di altri registi forse più quotati, non annoia mai. Ricorda in questo, per usare un paragone fumettistico, Will Eisner. Come lui prende lo spettatore dal momento in cui si siede sulla poltrona e lo accompagna sino alla fine, senza stancarlo, senza annoiarlo, coinvolgendolo, facendolo entrare nella storia e portandolo dove vuole lui. Perchè i film di Eastwood hanno sempre un fine, il motivo per cui si è messo dietro la macchina da presa: dire la sua, e lo fa in maniera impeccabile dal punto di vista cinematografico. Si può non essere d'accordo con la sua visione della vita, si può pensare che la società non debba essere per forza la stessa che lui vorrebbe, aggrappata ai solidi principi americani di patria famiglia e libertà, ma gli si deve comunque il rispetto delle idee, se sono portate avanti in maniera giusta.
In Gran Torino Eastwood ha scelto per sè come già in Million Dollar Baby la parte del vecchio mentore, alla sua maniera, burbera e scontrosa, e attraverso uno spaccato di America, la Detroit delle periferie, ha raccontato lo spirito stesso dell'America, che ha tanti difetti, è razzista e attenta al suo cortile, ma ha il pregio di saperli superare se intravede in chi ci vuole vivere elementi in comune. L'America, che trova il suo simbolo in una splendida Ford Gran Torino modello 1972, è di chi se la merita, non importa la sua origine, contano i valori, che Clint nei suoi film si sforza di trasmettere.
Si può essere d'accordo o meno su quei valori, ma a me piace Clint Eastwood, attore, regista, americano, uomo.
5 commenti:
Bello il tuo post. Gran Torino è un film prezioso, senza cadute evidenti. Anche a me Clint piace.
devo vederlo
Non ho ancora visto il film ma leggendo la tua "recensione" mi hai lasciato a bocca asciutta: là dove ha finito per me è solo l'antipasto. Scrivi un seguito, por favor, scorreva tutto così bene...!!!
Un saluto
Giors
@ Giorgio: Ammettilo, facendotelo raccontare risparmi sulla visione del film. :)
Ci sono tutta una serie di ragione culturali e "ideologiche per cui Clint non dovrebbe piacermi. E invece mi piace. Dopo il tuo post ho capito perchè
Sussurri obliqui
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