domenica 5 luglio 2009

Ne resterà solo uno!

Prosegue la ricerca a sinistra del Comunista Che più Comunista non si Può (cccp). Al concorso, cominciato nell' ormai lontano 1991 con lo scioglimento del vecchio Partito Comunista Italiano, partecipano tutte quelle componenti che ad esso bene o male si richiamano e si ispirano, con l'obiettivo dichiarato di arrivare al Comunista Unico.
Le regole del gioco sono semplici: si prende un partito comunista, si designa un leader e lo si lascia giocare per un po' di tempo, dopodichè lo si divide in due (il partito, non il leader), con l'obiettivo di arrivare prima o poi ad averne uno, sia di leader che di partito, capace di riunirli tutti, sempre che nel frattempo sia rimasto qualcosa da riunire. Ad oggi, dopo 18 anni di gare, i risultati sono senza dubbio apprezzabili e si è a buon punto nella prima fase di frantumazione, si contano infatti più formazioni di sinistra e relativi leader che squadre di calcio in serie A!
A proporsi per ultimo, dopo aver pronunciato la frase di rito che dà il diritto a concorrere, "fondo un nuovo partito che unisca la sinistra italiana", è l'ex Pdci Marco Rizzo, con il movimento Comunisti-Sinistra Popolare.
Al nuovo concorrente va il nostro più sincero in bocca al lupo.
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5 commenti:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Grande post, direi molto descrittivo della recente storia della sinistra così sinistra che più sinistra non si può!

loris ha detto...

Hai assolutamente centrato il problema. Purtroppo mi permetto di fare una piccola rettifica alle tue date altrimenti non si comprenderebbe perchè un'esperienza così importante come quella del PCI inizia un processo di frantumazione.
Correva l'anno 1988 ed eravamo ai primi di giugno quando due dirigenti dell'allora PCI vanno in coppia a chiedere al Compagno Alessandro Natta, legittimo segretario del partito, in convalescenza a causa di un malore di rassegnare le dimissioni. Si chiamavano Achille Ochetto e Massimo Dalema.
Il Berlusconismo nasceva in quel momento.
La stessa prima dignitosissima inevitabile scissione e la nascita di Rifondazione, con a capo Garavini avrebbe di li a poco subito anologhe vicissitudini con l'allontanamento di Garavini e l'avvento di uno spregiudicato Bertinotti che nel tentativo di raccogliere consensi fa crescere Rifondazione con tutto e il contrario di tutto facendo infine la stessa fine del capitalismo che avrebbe voluto contrastare, implodendo su se stessa.
Considerando le sue ripetute presenze in tv Rizzo non è altro che questo prodotto del Berlusconismo di sinistra.

Rouge ha detto...

@ Loris: ero indeciso se far partire il Concorso dalla Bolognina o se dalla nascita di Rifondazione, optando poi per la seconda.
Comunque se quella prima scissione poteva avere un senso, e lo aveva eccome, oggi il senso non lo trovo.

minimo ha detto...

Quando qualcuno muore è d'uso dire che in fondo non era malaccio, che gli si voleva tutti bene etc. etc. Ipocrisie! Dissertare banalmente sull'evolversi della malattia quando essa è inguaribile non serve a nulla. CONDOGLIANZE
Ps: V. Cucinotta dice una cosa che è la spiegazione perfetta della fine della sinistra quando parla del berlusconismo di Occhetto e Dalema: dice che qualunque cosa va bene basti che si attacchi in qualche modo l'unico avversario, Berlusconi. Continuate così ve ne prego.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

@Minimo
Ma evitare di attribuire cose non dette agli altri no?