domenica 29 novembre 2009
Loving the alien?
sabato 28 novembre 2009
Stato di divieto
Se me lo chiedete non so esattamente perchè fumo, o perchè non smetto. Forse per un distorto senso di libertà che la cicca ti da, forse non mi voglio abbastanza bene, o forse semplicemente perchè sono della Vergine, che non c'entra ma c'entra, perchè noialtri nati sotto quel segno siamo in genere abitudinari, costanti e metodici, per cui se uno della Vergine comincia a fare una cosa in linea di massima vorrebbe continuare a farla vita natural durante. Detto fra noi mi è andata ancora bene che il mio approccio con le droghe sia stato deludente, altrimenti sarei stato un signor tossico e anzi, considerata la merda che girava vent'anni fa, immagino avrei fatto la fine di tanti miei coetanei. Comunque qualche vizio, i pochi che ho, me li porto dietro da anni e questo è.
Quando ho cominciato a fumare il divieto credo ci fosse solo nei cinema e nei teatri, ma era in vigore solo da un paio d'anni, e non si fumava negli ospedali, mi pare, per quanto anche lì ogni via di fuga era buona, per il resto si fumava dappertutto. In questi anni tabagisti ho visto allargare il divieto di fumo in maniera direttamente proporzionale al costo delle sigarette: più vietano di fumare, più costano le sigarette. Evidentemente devono recuperare i soldi persi mi dico, ma sopporto, perchè in fondo andare al ristorante senza sentire odore di fumo è una cosa giusta, seppure mi stai togliendo il piacere di fumarmi una cicca in tranquillità dopo aver mangiato, devo uscire al freddo e al gelo per farmi una paglia, ma vabbeh, sopporto.
Nei bar e nei pub sopporto meno, perchè lì davvero mi levi tutto il piacere dell'accoppiata bevuta/fumata e il fascino dato da un locale fumoso, ma pare che il fumo disturbi chi non fuma (che mi chiedo allora che cacchio vada a fare in un pub!) e poi torni a casa con i vestiti che puzzano e dunque anche qui, mavabbehsopporto. Nelle discoteche poi vale lo stesso discorso dei pub e se una volta tornavi con i vestiti che puzzavano di tabacco oggi torni con una puzza d'umanità che l'odore di sigaretta se non altro copriva: solito ma vabbeh sopporto, anche perchè in disco non ci metto più piede da anni per cui mi costa veramente poco.
Questo per i locali pubblici e vale logicamente pure per i luoghi di lavoro, e dice puoi sempre fumare a casa, ma in casa mia non è diverso dagli altri posti, in quanto c'è il tacito accordo che non si fuma dentro, quindi mi tocca emigrare sul balcone per farmi una tirata ogni tot. Ma va bene anche qui, sopportiamo, è una rottura di coglioni dover fumare in fretta e furia e pure in piedi ma sopportiamo, è diventata sempre più dura per noialtri fumatori, ma si sopporta.
Ti rendi conto a conti fatti, per quel che riguarda me, che l'unico luogo chiuso al mondo dove nessuno si lamenta perchè fumo è la mia auto, che uso solo io per cui vorrei vedere, e difatti in auto la cicca proprio me la godo, e quando guido mi piace anche perchè sto fumando e guidare fumando con magari pure lo stereo acceso è una figata assoluta, uno degli ultimi piaceri rimasti. In quella auto diventata ultimo baluardo e ultimo rifugio sei veramente a casa tua, comandi tu e ovviamente fumi quanto cazzo ti pare!
Ora, non ti arriva una testa di cazzo, che evidentemente non fuma ma a cui piacciono i fuochi, a proporre il divieto di fumare pure nelle auto? Ah che bello l'Occidente, terra di giustizia e libertà. Soprattutto libertà!
mercoledì 25 novembre 2009
Incubo
lunedì 23 novembre 2009
Similitudine
mercoledì 18 novembre 2009
Pagheremo caro, pagheremo tutto
La risposta ovviamente non la conosco, conosco però quelli che potrebbero darla, cioè noi stessi, e per noi stessi intendo quella generazione che per età e compiti avrebbe dovuto avere cura di quanto costruito da chi li aveva preceduti. Quella generazione di cui faccio parte, che negli anni '80 aveva vent'anni e ha sprecato l'energia della giovinezza correndo dietro a miti d'importazione e ai fatti propri, barattando valori in cambio di automobili e stronzate, che è riuscita a dare fiducia incondizionata a fenomeni da baraccone politico e che ancora oggi, mentre naviga tra i trenta e i cinquant'anni, nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere lo sfacelo in cui si è immerso.
Io, che di quegli anni conservo il ricordo rancoroso di notti trascorse in fabbrica ad alienarmi, producendo pezzi di quelle macchine che mi avrebbero poi rivenduto, alla rivoluzione confesso di aver smesso di credere da un bel pezzo, forse proprio una di quelle notti, ma ho conservato per lungo tempo la speranza che forse magari chissà un giorno. E invece mi ritrovo a pensare che siamo irrimediabilmente fottuti, e l'unica speranza che vedo è nei figli che questa generazione sta crescendo, perchè se è vero che è natura del figlio rivoltarsi verso il padre, con noi avranno tutte le ragioni del mondo per farlo, e faranno bene a farcela pagare cara, a farcela pagare tutta.
sabato 14 novembre 2009
Impressioni di novembre
Strana cosa la memoria. Per dire, Alive dei Pearl Jam per me è San Sebastian-Donostia, non novembre ma agosto, estate 1993, io e il Cosma (ciao bello) nella più improbabile coppia ad andare in vacanza assieme. E' il Monnezz Tour II, riedizione dopo quattro anni dei venti giorni in giro per l'Europa in treno, Germania Francia Spagna d'un fiato, ritorno con quindicimila lire in tasca in due. Dal secondo viaggio, dritti in Spagna questa volta in macchina, il ricordo per me indelebile dell'ascolto di tre ragazzi sui trenta annni, basso chitarra e batteria, in una piazza del centro che suonano solo pezzi strumentali, la voce la fa il pubblico. Alive è cantata in coro da decine di accenti di differenti nazioni, dopo tocca a Killing in the Name, Rage Against the Machine, e questi tre a torso nudo e capelli lunghi la suonano paro paro e delle parole proprio non c'è bisogno, che nella mente di tutti c'è la voce di Zack De La Rocha e tanto basta. Ed è buffo ricordare questi tre giovani, le cui fattezze ho scolpito in testa, di cui non so nulla e mai ne saprò, e pensare che loro manco lo immaginano di vivere in costante giovinezza nella mia mente.
mercoledì 11 novembre 2009
Terapie
domenica 8 novembre 2009
Berlino 1991
Prendemmo stanza in un enorme complesso poco fuori la città, a sud, probabilmente una ex caserma riconvertita in albergo: tante stanze arredate alla meglio, corridoi semivuoti e bagno in comune. Costava poco.
Si notava ancora in Berlino la differenza tra ciò che era stato e ciò che avrebbe potuto essere, erano ancora due mondi differenti a contatto per quanto già le cose stavano velocemente cambiando. La penombra, di luce e di sentimento, della parte est ancora resisteva nei quartieri popolari, coi lampioni che mal illuminavano le vecchie Trabant e Skoda parcheggiate sui ciottoli delle vie fuori casa.
Mangiammo una sera salsiccie patate e birra in una taverna color legno nel sobborgo che ci ospitava, dove ci servirono pane nero preso direttamente dal congelatore. Colpa nostra che lo richiedemmo, da loro non usava. Ai tavoli pochi vecchi dall'aria di chi ne aveva viste tante, e noi, giovani italiani che ancora non avevano visto niente.
Ci devo tornare a Berlino, prima o poi.
mercoledì 4 novembre 2009
Il politico e la neve
Ad esempio il problema della neve, che uno non ci pensa ma d'inverno qua a Torino nevica pure, e quando nevica il traffico si blocca e crea disagio all' automobilista, perchè uno quando nevica non è che può guidare come quando non nevica e quindi telefonare, messaggiare, fumare, mandare a cagare il vicino, passare col rosso, invadere la corsia preferenziale degli autobus, scaccolarsi il naso, tutto contemporaneamente, quando nevica deve fare più attenzione e magari partire in anticipo, oppure non partire affatto e starsene a casa, e questo è un danno perchè non si lavora e le produzioni si bloccano e, cacchio, son soldoni che vanno in fumo!
E poi, se dopo la neve viene una gelata, succede anche che il disagio è esteso anche al pedone, che quando il selciato è gelato non è che può camminare come quando è asciutto e quindi telefonare, messaggiare, fumare, non cagare il vicino, passare col rosso, attraversare fuori dalle strisce, scaccolarsi il naso, tutto contemporaneamente, quando è gelato deve fare attenzione a dove mette i piedi sennò casca a culo per terra e magari finisce all'ospedale e, cacchio, anche qui son soldoni che vanno in fumo!
Che poi, diciamolo, 'sta neve in città, ma a che cacchio serve? Vista una viste tutte, le foto della Mole sotto la neve le hai fatte l'altro anno e se vuoi la neve puoi sempre andare al Sestriere che lì sì che c'è n'è bisogno! Son solo soldi buttati a spalarla via, a pensarci bene, per cui il bravo politico, che è anni che fa politica, praticamente è nato con la politica e oggi è nientemeno che Vice Coordinatore Regionale Vicario Pdl Piemonte e pensa a un sacco di soluzioni tra cui sgomberare i centri sociali ("Il nostro buon senso è la tolleranza zero"), calcolatrice alla mano ci pensa sù e ti tira fuori la soluzione: bombardiamo le nubi con ioduro d'argento, azoto liquido e polvere di cemento, e invece della neve pioggia a volontà!
Fortezza Europa
Asian Dub Foundation - Fortress Europe
Keep bangin' on the wall
Keep bangin' on the wall
OF FORTRESS EUROPE!
2022 -A new European order
Robot guards patrolling the border
Cybernetic dogs are getting closer and closer
Armoured cars and immigration officers
A burning village in Kosovo
You bombed it out now you're telling us go home
Machine guns strut on the cliffs of Dover
Heads down people look out! we're going over
Burnin up! can we survive re-entry
Past the mines and the cybernetic sentries
Safe european homes built on wars
You don't like the effect don't produce the cause
The chip is in your head not on my shoulder
Total control just around the corner
Open up the floodgates Time's nearly up
Keep banging on the wall of Fortress Europe
Keep banging
Keep banging on the wall of Fortress Europe
We got a right , know the situation
We're the children of globalisation
No borders only true connection
Light the fuse of the insurrection
This generation has no nation
Grass roots pressure the only solution
We're sitting tight
Cos assylum is a right
Put an end to this confusion
Dis is a 21st century Exodus
Dis is a 21st century Exodus
Burnin' up can we survive re-entry
Past the landmines and cybernetic sentries
Plane, train, car , ferry boat or bus
The future is bleeding coming back at us
The chip is in your head not on my shoulder
Total control around the corner
Open up the floodgates Time's nearly up
Keep banging on the wall of Fortress Europe
Keep banging
Keep banging on the wall of Fortress Europe
Dis is a 21st century Exodus
Dis is a 21st century Exodus
They got a right - listen not to de scaremonger
Who doesn't run when they're feel the hunger
From where to what to when to here to there
People caught up in red tape nightmare
Break out of the detention centres
Cut the wires and tear up the vouchers
People get ready it's time to wake up
Tear down the walls of Fortress Europe
lunedì 2 novembre 2009
New disposition
Non è un paese per vecchi
L'ultima volta che mi ci sono recato è stato diversi anni fa, la solita macchinata di amici, tra cui questo qui, accomunati chi per passione chi per lavoro dall'interesse per le nuvole parlanti. Poi, complice l'età che avanza e la pigrizia che aumenta, il fatto che in genere quando c'è Lucca Comics è ormai novembre per cui il tempo spesso fa schifo, una certa disaffezione da parte mia per questioni personali, il fatto che "ormai Lucca è un carnaio" e che difficilmente compri qualcosa a prezzi umani (parlo di vecchi fumetti, ovviamente), la gita in Toscana è stata sostituita dalla visita alle edizioni di Milano e, molto più comodamente, Torino: magari non sono il massimo, ma proprio per questo riesci ancora a vedere qualcosa senza doverti far largo tra la ressa con un machete.
Ieri sono tornato a Lucca, per via che il novantasettenne nonno della mia bella vive da quelle parti e quindi abbiamo unito le due cose, fermandoci per una notte. Beh, andare a Lucca Comics oggi non è più tanto semplice.
Gli organizzatori hanno da qualche edizione spostato la manifestazione da fuori le mura a dentro, disclocando i vari padiglioni in giro per la città. Parcheggiare non è più tanto comodo, adesso. Per poter fare i biglietti, e farci dare l'indispensabile braccialetto che ti permette l'ingresso agli stand, abbiamo perso almeno tre quarti d'ora tra il chiedere informazioni alla hostess che ovviamente ce ne dà una sbagliata, il richiedere informazioni questa volta giuste, e trovare la biglietteria, il tutto muovendosi nel centro di una Lucca letteralmente invasa da ggiovani vestiti un po' manga, un po' halloween e un po' semplicemente pirla. Bello, a prima vista. Alla seconda vista, che per me arriva dopo circa dieci minuti, avrei voluto trasformarmi in una versione moderna e aggiornata del Joker e combinare qualche simpatico scherzetto a tutta quella bella maraglia, magari a base di napalm e bombe a grappolo!
Insomma dopo un' ora e un quarto dal nostro ingresso in Lucca non ho ancora visto un cacchio di fumetto, e la cosa comincia a darmi sui nervi. Finalmente, dopo un'ora e mezzo, riesco a vedere il primo giornalino, ma è talmente tanta la ressa che si capisce subito quanto sia ardua l'impresa che mi ha spinto verso quel manicomio, cioè cercare una cosa sola (chè mi devo imporre obiettivi mirati sennò mi spendo lo stipendio in posti del genere), l'unico volume di Hellblazer che mi manca, e in mancanza comprare qualche nuova interessante uscita. Più facile a dirsi che a farsi, visto che avvicinarsi ai banchi e cercare con calma è cosa pressocchè impossibile da fare con soddisfazione, almeno per i vecchietti come me. Alla fine è stato solo un gran girare tra banchi presi d'assalto dalla nuova gioventù fumettara, comprare due nuove uscite (sempre di Hellblazer, che però potevo comprare pure alla fumetteria all'angolo), sfogliare qualche volume interessante, vedere quà e là disegnatori famosi al lavoro, ma soprattutto esaurire la serie di bestemmie rivolte ai ggiovani con zaino Invicta sulle spalle che pensano di trovarsi in Piazza San Carlo una domenica d'agosto invece che in mezzo a un carnaio epocale.
Proprio vero che si invecchia!