Libertegalitè 1 lo trovate qui.
Mi sono impelagato in una discussione con un amico di blog che sinceramente pensavo di non dover fare di fronte all'attuale stato politico istituzionale e civile in cui versa l'Italia. Tema del dibattito la libertà di stampa e la manifestazione in sua difesa promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa, da Articolo 21 e da altre associazioni.
Credevo, sbagliando, che una mobilitazione in difesa del diritto di informare ed essere informati in maniera libera plurale e democratica, non avesse nessun motivo di suscitare dubbi perplessità e interpretrazioni di varia natura.
Credevo, sbagliando ancora, che le bugie del Bandana proprio perchè stanno diventando palesi in maniera sfacciata, non ultima l'uscita odierna su una minoranza che detiene il 90% dell'informazione in barba a rapporti che affermano l'esatto contrario mettendo l'Italia all'ultimo posto in Europa in quanto a libertà di informazione, ebbene credevo che le bugie e le contraddizioni di un premier che dice una cosa oggi per smentirla domani stessero venendo finalmente a galla e cominciassero a far pensare quella parte di elettori in buona fede che ancora gli danno consenso e voti.
Invece devo prendere atto che la situazione è ancora drammatica e lontana da una soluzione, se anche chi si professa contro questo governo ancora perde tempo a giustificare e a tentare di analizzare un comportamento che ormai non ha più nulla di nascosto (non lo ha da tempo, in verità). Se anche chi è contro questo governo pensa che attentare a un diritto fondamentale come la libera espressione di pensiero e mobilitarsi per difenderlo debba essere oggetto di discussione, e ci si scaglia contro lo "schierarsi" come fosse chissà quale danno, siamo messi veramente male.
In una sua canzone Gaber diceva che la libertà è partecipazione e partecipazione presuppone uno schierarsi, un prendere posizione a difesa della salvaguardia di un bene comune. Ci sono momenti in cui i beni comuni sono minacciati e questo è solo l'ultimo di una lunga serie.
Si può scegliere di rimanere a guardare, magari pontificando su cosa si dovrebbe o non si dovrebbe fare in nome di una società ideale tanto perfetta da risultare utopica anche nelle premesse, oppure si può resistere al degrado manifestando il proprio appoggio a una iniziativa utile a tutti, perchè si possa poi continuare a pensare e scrivere in libertà.
Fate un po' voi.
Mi sono impelagato in una discussione con un amico di blog che sinceramente pensavo di non dover fare di fronte all'attuale stato politico istituzionale e civile in cui versa l'Italia. Tema del dibattito la libertà di stampa e la manifestazione in sua difesa promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa, da Articolo 21 e da altre associazioni.
Credevo, sbagliando, che una mobilitazione in difesa del diritto di informare ed essere informati in maniera libera plurale e democratica, non avesse nessun motivo di suscitare dubbi perplessità e interpretrazioni di varia natura.
Credevo, sbagliando ancora, che le bugie del Bandana proprio perchè stanno diventando palesi in maniera sfacciata, non ultima l'uscita odierna su una minoranza che detiene il 90% dell'informazione in barba a rapporti che affermano l'esatto contrario mettendo l'Italia all'ultimo posto in Europa in quanto a libertà di informazione, ebbene credevo che le bugie e le contraddizioni di un premier che dice una cosa oggi per smentirla domani stessero venendo finalmente a galla e cominciassero a far pensare quella parte di elettori in buona fede che ancora gli danno consenso e voti.
Invece devo prendere atto che la situazione è ancora drammatica e lontana da una soluzione, se anche chi si professa contro questo governo ancora perde tempo a giustificare e a tentare di analizzare un comportamento che ormai non ha più nulla di nascosto (non lo ha da tempo, in verità). Se anche chi è contro questo governo pensa che attentare a un diritto fondamentale come la libera espressione di pensiero e mobilitarsi per difenderlo debba essere oggetto di discussione, e ci si scaglia contro lo "schierarsi" come fosse chissà quale danno, siamo messi veramente male.
In una sua canzone Gaber diceva che la libertà è partecipazione e partecipazione presuppone uno schierarsi, un prendere posizione a difesa della salvaguardia di un bene comune. Ci sono momenti in cui i beni comuni sono minacciati e questo è solo l'ultimo di una lunga serie.
Si può scegliere di rimanere a guardare, magari pontificando su cosa si dovrebbe o non si dovrebbe fare in nome di una società ideale tanto perfetta da risultare utopica anche nelle premesse, oppure si può resistere al degrado manifestando il proprio appoggio a una iniziativa utile a tutti, perchè si possa poi continuare a pensare e scrivere in libertà.
Fate un po' voi.