martedì 27 settembre 2011

Chi rompe paga

Voi mi volete far parlare di Berlusconi, ma io, scusatemi tanto, non ho più voglia di parlare di Berlusconi, ché qua il problema non è più Berlusconi, ché negli anni e nel tempo ne ho già detto qui e altrove tutto il male possibile, ma non per quello che lui è, che alla fin fine non ci ho mai mangiato assieme e dunque non posso dire di conoscerlo, ma per tutto quello che poteva produrre un personaggio come lui, anche solo a conoscerlo a distanza, per quel che si vedeva e per quel che se ne diceva, non solo da quei cattivoni di Biagi e Montanelli, o da quegli altri di Repubblica o di Avanzi, ma pure dagli amiconi del Giornale o nel Parlamento, tutte cose che non ci voleva tanta scienza a capire e che poi hanno puntualmente finito per produrre questo escremento di Paese che ci ritroviamo oggi (toh, la pensiamo uguale, ma per motivi diversi).
Che, ve lo devo dire, a me Berlusconi sta sulle scatole praticamente dalla prima volta che ne ho sentito parlare, e la prima volta che ne ho sentito parlare è stato per via del suo ingresso nel mondo del calcio (che all'epoca di televisioni mi importava davvero poco e in politica lui non c'era ancora entrato direttamente), un ingresso prepotente e già cafone (min 0.43) con elicotteri e cavalcate delle valchirie e miliardi su miliardi di lire buttati sul mercato per accaparrarsi pure chi non gli serviva affatto, così, tanto per non lasciarlo alla concorrenza, la qual cosa (lo strapagare chi pensava potesse servirgli) si capiva subito che non era una gran bella cosa, perché poi tutto sarebbe andato ad aumentare per potergli stare al passo, aumentare dentro e fuori dai campi, perché a un potere forte è naturale che vengano a contrapporsi altri poteri forti, e si innesca un meccanismo che poi non si sa mica dove può portare, ma qualche idea ad esempio dalle parti di corso Galfer credo se la siano fatta, ora. Certo non gli puoi imputare pure questo, lo schifo di calcio che ci ritroviamo che fra tutte le cose è poi il meno, sto esagerando mi direte, e invece ve lo imputo e esagerando forse sì, ma in natura è tutto un causa ed effetto, ad azione corrisponde reazione, e se è vero che la farfalla batte le ali qui e scatena un uragano là allora è anche vero che se la butti tutta solo sul potere dei soldi quello che ne può venire è solo una montagna di merda: quello che ha combinato nelle televisioni e nel calcio lo ha poi ripetuto in politica, paro paro, ma senza vincere la Champion's League.
Ma comunque, nonostante le vostre insistenze, io non voglio parlare di Berlusconi, o meglio non vorrei parlare di Berlusconi ora, adesso, perché si è già detto tutto e il contrario di tutto negli anni, ma soprattutto perché a me sta sulle balle l'indignazione a comando, quella montata ad arte da chi gli si contrappone per arrivare a farlo fuori finalmente, il che sarebbe cosa buona e giusta, non fosse però che gioca sulle spalle di noialtri. Ora che il manicomio è in mano ai pazzi e il burattino ha da tempo sganciato i fili, chi a suo tempo ne ha permesso l'ascesa ne vorrebbe al più presto la caduta; dunque tutti a dargli contro, industrialotti e borghesucci e pretacci e pure quel resto di mondo che fino a non molto tempo fa ne tollerava la cafonaggine, ma prova che ti riprova quello non casca, e per cui anche in questo girotondo la soluzione è nel finale: tutti giù per terra, e in quei tutti -cazzarola- ci stiamo pure noi, anzi, ci stiamo più di tutti noi.
E quindi lo capisco, ve ne do atto, che qua pure se non hai voglia di parlare di Berlusconi, finisci per dover parlare di Berlusconi, perché alla fin fine è tutto ma proprio tutto legato alla sua figura (soprattutto alle sue figure), e questa storia dell'Italia fatta andare a rotoli non smetterà finché non si sarà levato di mezzo, gli attacchi all'Italia continueranno, il marcio (quello sacrificabile) verrà sempre più a galla e quindi, viene da pensare, prima se ne va prima finisce 'sta faccenda. Ma a me vien da dire, porca zozza, che voi, industrialotti e borghesucci e pretacci della malora ce l'avete messo lì, e a voi ora tocca schiodarlo da lì, ché noi quello che si doveva dire lo si è detto e quello che si doveva fare lo si è fatto, e il problema adesso, per noialtri, non è più Berlusconi, ma siete voi e il vostro cervello all'ammasso pronto a pensare, appena quello casca, che mai e poi mai siete stati berlusconiani, e mai e poi mai avete creduto in quella rivoluzione liberale da barzelletta, e mai e poi mai e poi mai lo avete difeso. Io lo so, vi conosco, siete fatti così, ma non ci provate nemmeno, quando fra non molto tutto andrà in malora e per rimettere in sesto la baracca saranno lacrime e sangue e tagli e privatizzazioni e diritti azzerati e pensioni negate, a dire che "siamo tutti sulla stessa barca": chi rompe paga, porca puttana. E i cocci sono suoi.

2 commenti:

il Russo ha detto...

Concordo con te: io non vorrei parlare di Berlusconi, ma non se ne può fare a meno dipendendo le nostre esistenze anche da lui.
Quindi, se ne devo parlare, ne parlo male.
Cosicchè, quando ci saranno da raccogliere i cocci come tu hai giustamente scritto, sbatterò in faccia i miei deliranti scritti a chi pretenderà di accomunarmi a tutti gli altri, e vaffanculo a tutti quelli che hanno taciuto o, ancor peggio, hanno sostenuto tutto ciò.

Blackswan ha detto...

Successe così dopo il fascismo e così dopo la democrazia cristiana e i magheggi craxiani.Fra un pò,nessuno ammetterà di aver votato Berlusconi.Ma il problema di questo paese,anche se il porco fra un pò se ne andrà ( spero,in galera ) è il berlusconismo,questo nuovo modo di vedere la vita e la società,che sarà la linfa vitale del prossimo regime.