
Oggi no. Sul serio, non mi fa incazzare. Voglio dire, cosa ci si poteva aspettare? E' la naturale evoluzione di un discorso cominciato anni addietro che oggi va a compimento (guardatevi una limitata cronologia). Oggi c'è poco (anzi molto) da fare. Scioperare, certo, chi può farlo, ma il punto è tale che anche chi può farlo oggi è talmente ricattato, o talmente impegnato a cercare di sfangarla, da non avere forza sufficiente a portare avanti alcunché. Si può però, e questo può farlo chiunque a suo modo, ricominciare a dire di no. Dire di no a lavori di merda sottopagati, agli stage (parolina magica degli ultimi anni) spremineodiplomati, alle giornate di prova non retribuite, agli straordinari non retribuiti, ai telelavoro fregatura, ai call center, ai part time del cazzo, a tutte quelle formule contrattuali in cui ci hanno ingabbiato. Dire di no alle richieste non giustificate, come ad esempio informare l'azienda della propria volontà di scioperare o di essere iscritto a un sindacato. Dire no a qualsiasi cosa vada contro il proprio interesse personale, ricordarsi che qualsiasi concessione fatta da chiunque a un padrone (usiamolo 'sto cazzo di termine) va a danno di tutti i dipendenti, anche di altre aziende. Dire no a tante piccole grandi cose che quotidianamente si concedono sul luogo di lavoro, anche se non si è affatto tenuti a farlo: scegliete voi, pensateci, sono certo le troverete.
Costa fatica, lo so, e non sempre ve lo potete permettere, avete moglie-figli-famiglia-paura del futuro-un mutuo-la macchina a rate-le bollette da pagare-le ferie da programmare-tutti gli ammennicoli che riempiono lo spazio della vostra (breve) esistenza da comperare, ma pensateci, pensateci su bene, sono certo che una soluzione la troverete per salvaguardare la vostra dignità. Che di questo si tratta. Non ve ne siete accorti?
2 commenti:
Dignità, ecco la parolina magica.
Solo questa ci resta, in quanti siamo ancora disposti a non barattarla per un piatto di lenticchie?
L'obiettivo è distruggere lo Statuto!
Posta un commento