
sabato 25 febbraio 2012
Figli dei tempi

Etichette:
Musica,
Walk off the Earth
martedì 21 febbraio 2012
venerdì 17 febbraio 2012
Come in una fiera dell'est

E allora dice che fai? In apparenza niente, si aspetta che la voglia di lavorare ritorni. In realtà provi e riprovi a districare e dare corpo alla matassa di cui sopra. Spezzare il cerchio, avverrà prima o poi (i pensieri sono sostanza in embrione), anche se quarantaquattro primavere hanno insegnato che sembrerà non dipendere da te. O forse non ci si riuscirà e si rimarrà intrappolati nel circolo viziosissimo fatto di pensieri-aspirazioni-desideri-progetti-velleità-sogni-frustrazioni, come oggi, a volte di più a volte di meno. Forse a voi non sembrerà, ma pure questo è vivere.
Etichette:
Musica,
Pensieri sparsi,
Personale,
The Style Council
mercoledì 15 febbraio 2012
Modelli

Aveva questo pc da un po' di anni caricato uno sfondo che a me piaceva, un Superman disegnato da Alex Ross, ma alla lunga tutto stufa e l'ho cambiato. Ché 'sto alieno dotato di superpoteri a guardarmi dall'alto in basso, di continuo, a ricordarmi che schifezzine che siamo tutti quanti al contrario di lui così perfetto e inarrivabile cominciava a darmi sui nervi. Avevo bisogno di qualcosa di più umano, di più avvicinabile, più terra terra, più in linea con i tempi che corrono. Ci ho messo il Drugo e Walter Sobchak. Come modelli attualmente li preferisco.
Etichette:
Cronache Tauriniche,
Superman,
The Big Lebowski
domenica 5 febbraio 2012
Confessione (di un malandrino)

E poi, poi è successo qualcosa, pochi anni dopo, qualcosa che me lo ha fatto lasciare indietro quel mio cantautore preferito. Non l'ho più seguito, di colpo, ma senza motivo apparente. Non ne ho perso le tracce, ho solo evitato di approfondire. Non so perché. Forse ero solo cresciuto, e crescendo sembrava brutto ammettere che le emozioni che dava erano troppo forti. Una cosa stupida a pensarci, perché ancora oggi io non sono cambiato (il cuore ed i pensieri son gli stessi), o almeno non così tanto. O forse inconsciamente ho voluto legarlo a quel periodo, chiuderlo in una bolla, tenermelo caro, perché il ricordo non sfiorisse, perché niente ne rovinasse il sapore. Una cosa ancora più stupida.
Continua a fare musica Branduardi, nel suo solito poetico modo, e io mi sono perso parecchio negli ultimi trenta anni: rimedieremo, in qualche maniera. Tra una settimana compie gli anni, già sessantadue. Auguri.
P.S.
Ci sono in rete alcune belle interviste a Branduardi, questa (in quattro parti) di qualche anno fa, quest'altra più recente. Da vedere.
Etichette:
Angelo Branduardi,
Musica,
Personale
Iscriviti a:
Post (Atom)