Il Pub è il solito vecchio pub.
Ricu il proprietario è la prima mano stretta da Mats Caloroso. Seguono camerieri e avventori, in ordine sparso. Matteo Socialità saluta tutti, parla con tutti.
Vinicio detto Il Freddo quando ha i cazzi suoi non ce n’è per nessuno. Lo sguardo gira alla ricerca di qualcosa che lo tolga da lì, si sofferma su pareti e quadri e faretti e poi torna, si incanta, si abbassa. La mente scivola, la mente pensa: “ Il palco è vuoto, Vinicio Depresso torna sulla scena (applausi)”.
Il gestore del pub è uno che ci sa fare, veramente. Saluta e tratta chiunque con un certo riguardo, inoltre ha buon gusto in fatto di musica, cosa che non guasta: “Ciao belli, libera uscita stasera?” chiede.
“Macché, siamo scappati” dice Mats, poi, a bassa voce, avvicinandosi all’orecchio dell’interlocutore: “No, in realtà porto fuori il depresso qua di fianco. Sai, storie di donne”.
Entrambi guardano verso Vinicio, che, non accortosi di nulla, riperlustra con sguardo perso l’intero locale.
“E’ stato mollato?” chiede Ricu, “Dopo tutti ‘sti anni?”
“Eh già!” Sospira Mats, “storia malata, malatissima. L’amico qui è distrutto, un caso pietoso. Ma che ci vuoi fare: è la vita, no?”
E poi: “Senti, noi ci sediamo laggiù, mandaci due birre.”
Dopo di che si rivolge all’amico: “Ci sediamo?”
Vinicio Catatonico annuisce con un cenno del capo.
Nel percorso fino al tavolo Mats Allegria si ferma due volte: la prima a salutare un reduce di tempi migliori, la seconda, molto più volentieri, a salutare una amica.
Succede tutte le volte che escono assieme: per un motivo o per l’altro Vinicio si ritrova ad aspettare che l’amico finisca le sue pubbliche relazioni.
Attende pazientemente al tavolo. Da solo. Il tema dominante dei suoi pensieri è: “Chi cazzo me lo ha fatto fare di uscire stasera”. Una acceso dibattito si svolge nella sua testa, ogni aspetto di sé urla la propria scusa.
(Applausi).
Mats arriva, finalmente: “Dico ma l’hai vista? L’hai vista? Mamma mia non fosse che è già fidanzata…”
“Perché, è un problema?” chiede Vinicio.
“Certo che è un problema, che cazzo!” risponde Mats Indignato. “Mica puoi andare a metterti in mezzo a due”
“Mica tutti ragionano così”, osserva Vinicio.
“Beh, io si!” dice Mats Scaldato. “E ragionassero tutti così a quest’ora non staresti qua con me, ma con quell’altra…” . La frase è sospesa per rispetto.
Vinicio Giustificazione bofonchia: “Ma che c’entra. Succede.”
“Certo che succede. Ma non dovrebbe. Cazzo, siamo uomini o no?”
Vinicio pensa a cosa dire un istante di troppo, poi velena: “A vedere certi tuoi comportamenti non si direbbe”
“E che vuol dire?” si giustifica Mats, “Solo perché passo da un letto a un altro non significa che per me certe cose non contino. E poi guarda che quelle che mi faccio io di nome fanno Adulta Consenziente”.
L’acido dal corpo di Vinicio esce senza che se ne accorga: “Come Claudia.”
(Applausi?).
“Cristo, sei proprio un bel tipo! Quella è una storia morta e sepolta. Ero giovane e stupido. Che ci vuoi fare, bisogna imparare, no?”.
Detto questo Mats Arrabbiatura si gira verso il bancone. Lo dice piano: “Ricu, manda ‘ste cazzo di birre”, più a mandare un messaggio mentale che altro.
Chissà, forse funziona.
Il tempo tra la frase e l’arrivo delle birre è un eterno minuto in cui la moviola della mente si aziona e parte: “ecco, qui l’azione dell’uno è interrotta dal fallo veramente cattivo dell’avversario. Giusta l’ammonizione”.
Vinicio rompe il silenzio: “Senti Mats, scusami! Non dovevo rivangare quella storia. E poi hai ragione: è morta e sepolta”.
Mats Il Turco accende un’altra sigaretta. Poggia i gomiti sul tavolino. Guarda Vinicio e ogni tanto tira una boccata.
E poi lentamente, solennemente, dice: “Tu sei uno stronzo!”.
(Applausi!).
Ricu il proprietario è la prima mano stretta da Mats Caloroso. Seguono camerieri e avventori, in ordine sparso. Matteo Socialità saluta tutti, parla con tutti.
Vinicio detto Il Freddo quando ha i cazzi suoi non ce n’è per nessuno. Lo sguardo gira alla ricerca di qualcosa che lo tolga da lì, si sofferma su pareti e quadri e faretti e poi torna, si incanta, si abbassa. La mente scivola, la mente pensa: “ Il palco è vuoto, Vinicio Depresso torna sulla scena (applausi)”.
Il gestore del pub è uno che ci sa fare, veramente. Saluta e tratta chiunque con un certo riguardo, inoltre ha buon gusto in fatto di musica, cosa che non guasta: “Ciao belli, libera uscita stasera?” chiede.
“Macché, siamo scappati” dice Mats, poi, a bassa voce, avvicinandosi all’orecchio dell’interlocutore: “No, in realtà porto fuori il depresso qua di fianco. Sai, storie di donne”.
Entrambi guardano verso Vinicio, che, non accortosi di nulla, riperlustra con sguardo perso l’intero locale.
“E’ stato mollato?” chiede Ricu, “Dopo tutti ‘sti anni?”
“Eh già!” Sospira Mats, “storia malata, malatissima. L’amico qui è distrutto, un caso pietoso. Ma che ci vuoi fare: è la vita, no?”
E poi: “Senti, noi ci sediamo laggiù, mandaci due birre.”
Dopo di che si rivolge all’amico: “Ci sediamo?”
Vinicio Catatonico annuisce con un cenno del capo.
Nel percorso fino al tavolo Mats Allegria si ferma due volte: la prima a salutare un reduce di tempi migliori, la seconda, molto più volentieri, a salutare una amica.
Succede tutte le volte che escono assieme: per un motivo o per l’altro Vinicio si ritrova ad aspettare che l’amico finisca le sue pubbliche relazioni.
Attende pazientemente al tavolo. Da solo. Il tema dominante dei suoi pensieri è: “Chi cazzo me lo ha fatto fare di uscire stasera”. Una acceso dibattito si svolge nella sua testa, ogni aspetto di sé urla la propria scusa.
(Applausi).
Mats arriva, finalmente: “Dico ma l’hai vista? L’hai vista? Mamma mia non fosse che è già fidanzata…”
“Perché, è un problema?” chiede Vinicio.
“Certo che è un problema, che cazzo!” risponde Mats Indignato. “Mica puoi andare a metterti in mezzo a due”
“Mica tutti ragionano così”, osserva Vinicio.
“Beh, io si!” dice Mats Scaldato. “E ragionassero tutti così a quest’ora non staresti qua con me, ma con quell’altra…” . La frase è sospesa per rispetto.
Vinicio Giustificazione bofonchia: “Ma che c’entra. Succede.”
“Certo che succede. Ma non dovrebbe. Cazzo, siamo uomini o no?”
Vinicio pensa a cosa dire un istante di troppo, poi velena: “A vedere certi tuoi comportamenti non si direbbe”
“E che vuol dire?” si giustifica Mats, “Solo perché passo da un letto a un altro non significa che per me certe cose non contino. E poi guarda che quelle che mi faccio io di nome fanno Adulta Consenziente”.
L’acido dal corpo di Vinicio esce senza che se ne accorga: “Come Claudia.”
(Applausi?).
“Cristo, sei proprio un bel tipo! Quella è una storia morta e sepolta. Ero giovane e stupido. Che ci vuoi fare, bisogna imparare, no?”.
Detto questo Mats Arrabbiatura si gira verso il bancone. Lo dice piano: “Ricu, manda ‘ste cazzo di birre”, più a mandare un messaggio mentale che altro.
Chissà, forse funziona.
Il tempo tra la frase e l’arrivo delle birre è un eterno minuto in cui la moviola della mente si aziona e parte: “ecco, qui l’azione dell’uno è interrotta dal fallo veramente cattivo dell’avversario. Giusta l’ammonizione”.
Vinicio rompe il silenzio: “Senti Mats, scusami! Non dovevo rivangare quella storia. E poi hai ragione: è morta e sepolta”.
Mats Il Turco accende un’altra sigaretta. Poggia i gomiti sul tavolino. Guarda Vinicio e ogni tanto tira una boccata.
E poi lentamente, solennemente, dice: “Tu sei uno stronzo!”.
(Applausi!).
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