mercoledì 2 settembre 2009

Riflessioni sfasate

Pare che ieri il servizio di posta elettronica di Google sia rimasto bloccato per un paio di ore creando notevoli disagi agli utenti. Io non mi sono accorto di nulla, non usando abitualmente Gmail, al contrario di inizio agosto, quando il gestore del mio account abituale ha rimodernato il sito bloccando per un paio di giorni la corrispondenza di tutto il suo sistema. Poco danno, si era già in vacanza ed avevano avvisato, se non per quel senso di vuoto latente che il fatto di non poter ricevere posta aveva lasciato pure in me che fino a tre anni fa non la usavo abitualmente.
Da qui la riflessione su come aggeggi come l'accesso ad internet e i telefoni cellulari siano penetrati così tanto nelle nostre vite da avvertirne la mancanza in maniera viscerale e causare disturbi e disagi alla persona. Chi di noi, dimenticando a casa il telefonino, non ha avvertito quel senso di isolamento che il fatto provoca? Che poi, pure se ce l'hai dietro e lo usi solo come orologio e in casi di stretta necessità come faccio io, non conta, e in casi del genere devo tornare con la mente a sette anni fa (prima non lo avevo) per ricordarmi che ho anche vissuto, e bene, senza.
E poi mi chiedo, se qualcuno oscurasse internet, cancellasse tutte le miliardate di miliardate di parole scritte nel niente? Bel casino. Certo non leggere più questo stupido blog non sarebbe una gran perdita per l'umanità, ma a me che ci ho speso tempo un po' spiacerebbe. Oltretutto non tengo copia dei miei post da nessuna parte, per cui sarebbe davvero facile buttare via tutto.
E poi penso, nel caso in cui una catastrofe o un incidente o l'inettitudine di qualcuno cancelli tutto, compreso la possibilità di leggere i supporti digitali che oggi abitualmente usiamo, che ne resterà di noi, come società studiata da qualche storico del futuro? Non esisteremmo, semplicemente. Se si trovasse qualche traccia di noi saremmo come una Pietra di Palenque a cui non si saprà dare spiegazione.
Insomma siamo una società destinata a non lasciare traccia, ed ora mi spiego il Bandana per quel suo mausoleo funebre ad Arcore, che quello mi sa che resisterà a tutto, pure al buco nero del Cern (che fine ha fatto?). Quindi se un archeologo dell'anno 5000 scavasse da quelle parti la conclusione sarebbe che nei primi anni 2000 l'Italia era retta dai Faraoni della dinastia Berluskamon e gli antichi italici erano dediti al culto dei morti.
Tutto sommato non sbaglierebbero poi di molto, ne abbiamo così tanti di morti in piedi tra governanti e certa stampa....

P.S.
Riflessioni Sfasate è un blog nato dal lavoro fotografico di una persona a me vicina che sta facendo gran belle cose con la sua digitale.
Ora lo propone al mondo del web. Finchè dura il web.
Fateci un giro se ne avete voglia.

6 commenti:

elena ha detto...

grazie rouge per la segnalazione in calce!!!!
certo che le tue riflessioni non mi sembrano poi così sfasate!!!comunque chissà... se tutto finirà in un buco nero tranne il mausoleo e i suoi ospiti... potremmo riscoprire il valore del "nulla"!!! ;)

il Russo ha detto...

Io sul lavoro uso Gmail ma ieri non mi sono accorto di nulla, boh.
In 15 giorni di vacanza avevo dimenticato il pc e credevo seriamente di essermi disintossicato da questa (spesso) insana abitudine che crea in certi casi dipendenza togliendo tempo ad altre cose ben più importanti, tornato a casa ci sono ricascato come una pera cotta...

Rouge ha detto...

@ Russo: come tutti.

Rouge ha detto...

@ Elena: ma, sai.... se invece di sparire noi sparisse solo il mausoleo e immediate vicinanze.....

Bastian Cuntrari ha detto...

Come te, anch'io non mi sono accorta del malfunzionamento di gmail. Ma è vero che siamo diventati schiavi di abitudini: un mese in vacanza senza connessione, be'... non è stato il massimo, ma sono sopravvissuta. Il Mausoleo del nano l'avevo rimosso, ma andrò a rileggermi le pagine di Travaglio in "Montanelli e il Cavaliere" in cui ne parla: da sballo!

Rouge ha detto...

Uelà Bastian, bentornata. Guardati il link sulla parola mausoleo. C'è da pisciarsi dalle risate.