mercoledì 10 febbraio 2010

Coerenza

L'8 novembre del 1987 mi recai a manifestare come tanti il mio dissenso sull'utilizzo dell'energia nucleare in Italia. Lo feci nella maniera permessa, ponendo una croce sull'abrogazione di tre norme in materia nucleare appunto, che se in teoria non significava dire sì o no alle centrali, di fatto era come se lo facesse, tanto che dopo il referendum la costruzione di alcune di queste in Italia venne interrotta e il progetto accantonato.
Oggi quel recarmi alle urne di 23 anni fa risulta essere stata una perdita di tempo e uno spreco di denaro pubblico, al solito. Dalle parti di Roma infatti hanno approvato con decreto i criteri per la scelta di nuovi siti per la produzione di energia elettrica nucleare e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi da queste prodotte.
Lasciamo da parte il fatto che a me non interessa quanto siano diventate sicure oggi queste centrali, che non mi frega nulla se siano di terza quarta quinta ottava generazione, se hanno inventato nuovi sistemi per smaltire i rifiuti tossici, se hanno in progetto di spedirli sulla Luna o su Marte; lasciamo anche da parte il fatto che siamo in Italia, dove un'opera pubblica arriva a costare il triplo rispetto ad altri posti, dove le stesse opere pubbliche cascano dopo qualche anno come castelli di carte (vedasi terremoto dell'Aquila), dove è notorio il dissesto idrogeologico e ambientale: rimane che ho già detto no una volta!
Mica ho cambiato idea.

4 commenti:

Chica ha detto...

ci vorrebbe una legge che VIETASSE il ripristino di quello che è stato abrogato con un referendum popolare....alla fine è chiaro che nun contamo 'n cazzo!!

laritorna ha detto...

Se ricordo quelle mattine alle 8.00, prima di andare a scuola a distribuire volantini ciclostilati contro il nucleare, a quindici anni, invece di andar per figa, mi viene da inkazzarmi. Non può essere. Sembra di vivere in "Brazil" di Gilliam oppure in "Essi vivono" di Carpenter.

Anonimo ha detto...

Figurati che per quel referendum io feci anche campagna attiva... per me è stata più di una croce su una scheda, è stato il risultato di anni di impegno politico... e leggere queste notizie mi fa davvero inc... vivo in un paese dove il nucleare è pure bandito per volontà popolare, la differenza è che se qui si permettessero di andare contro tale volontà, ci sarebbe una rivoluzione. Pensi che accadrà in Italia? La gente manco si ricorda di quel referendum. Si sa, gli italiani hanno la memoria corta per troppe cose...
Un abbraccio, amaro.

Rouge ha detto...

@ Chica, Favollo, Martina.

In realtà quel referendum non era su nucleare sì nucleare no, ma andava a modificare alcune disposizioni in materia (si veda qui). Sull'onda emotiva del disastro di Chernobyl, avvenuto solo un anno prima, si interruppe comunque il discorso nucleare in Italia e si è dovuto attendere una generazione per riprenderlo.
A mio avviso finirà come per tutte le grandi opere controverse: nel momento in cui si individueranno con certezza i siti sono certo si muoveranno i movimenti di cittadini (qui si è tutti favorevoli a qualsiasi cosa purchè lo si faccia a casa d'altri!).
Sempre a mio avviso è una di quelle cose destinate a buttare via un po' di soldi pubblici in progetti e consulenze senza venire a capo di nulla, un po' come il ponte su Messina. A volte non è indispensabile fare per mettersi in tasca soldi, basta averne l'intenzione.