giovedì 10 marzo 2011

Festa a sorpresa (ovvero I contenuti della manifestazione sono in via di definizione)

Della serie Io, Bonetti e il Furbi

Allora, sabato che facciamo, si va o non si va?".
La domanda del Bonetti arriva ad interrompere una tranquilla serata di cazzeggio telecalcistico, che vede la partecipazione alquanto annoiata anche mia e del Furbi, in cui una squadra in rossonero cerca in terra d'Albione di segnare contro una squadra in biancoblu e le prova tutte ma proprio tutte, scordandosi però di tirare in porta che è uno dei requisiti fondamentali se si vuole che la palla entri in rete. Difatti non entra in rete, e la sensazione è che potrebbero andare avanti un paio di migliaia di anni senza che questo evento catartico si verifichi e contribuisca a liberare noi che si assiste dalla crisi di sbadigli che ci ha assalito, complici anche l'ascolto dei commenti e dei sospiri ansiosi di Salvatore Bagni e l'assenza sul campo di Ringhio Gattuso a mordere polpacci e a sacramentare in calabroscozzese.
"Si va dove, a vedere la Juve?" chiede stancamente il Furbi stappando l'ennesima birra.
Il Bonetti lo guarda stizzito: "Ma che Juve e Juve! Non ci andavo quando ci giocavano Zidane e Trezeguet figurati ora che ci giocano Felipe Melo e Martinez! E poi questo sabato gioca a Cesena". Dopodichè aggiunge: "Intendevo alla manifestazione!"
Manifestazione? Che manifestazione?"
. La sorpresa del Furbi è tanto evidente quanto sincera ma non impressiona il Bonetti, che butta occhi e sguardo al cielo: "Ah sì, andiamo bene! Manco sa che manifestazione".
A dire il vero manco io",
intervengo senza staccare gli occhi dal televisore mentre quella pertica di Crouch sale in testa, letteralmente, a Thiago Silva. "Che manifestazione?"
"Che manifestazione! Che manifestazione!"
ripete a se stesso il Bonetti ormai lanciato: "Proprio un bell'esempio di partecipazione alla vita di questo paese voi due, e proprio in un momento in cui tutti dovrebbero essere più partecipi e presenti, ma presenti veramente, in piazza, quella vera, non quella virtuale dei vostri cavoli di socialcosi dove basta scrivere due minchiate e la coscienza è bella che a posto",
Il Furbi mi guarda interdetto, come a chiedermi che cacchio siano i socialcosi dato che lui a casa non ha nemmeno il pc e l'ultimo progresso tecnologico entrato a far parte della sua vita risale alla scoperta del cellulare, avvenuta con anni di ritardo e con sommo sbigottimento, tanto che continua a non usarlo pur avendone uno a cui non risponde mai, tra l'altro. Io lo rassicuro scuotendo la testa, come a dire nulla di importante non ti preoccupare, ché col Furbi bisogna sempre stare attenti a rimanere sull'analogico affinché non si perda, e come a dire anche ormai è partito, vediamo dove arriva.
Il Bonetti intanto continua: "....... che qua i tempi sono gravi! Ma non vedete in che razza di puttanaio ci hanno cotretto a vivere? Non vedete che mentre i popoli si rivoltano in mezzo mondo arabo noi stiamo qua a parlare di bunga bunga e di federalismi, di cui nessuno ha capito una mazza, tra una partita di calcio e un' isola famosa?"
"Dei famosi", lo interrompo.
Il Bonetti mi guarda con occhio assassino.
"Dei famosi. L'isola. E' dei famosi. Non è famosa l'isola, sono famosi quelli che ci stanno su",
dico precisando.
"Nel senso che hanno fame?" chiede il Furbi col suo tipico sorrisetto. Io ridacchio e dico che "In effetti non l'avevo mai vista in questo modo. Resta da stabilire di cosa hanno fame quegli imbec....", ma non riesco a terminare la frase perchè sono interrotto dall'alzata in piedi del Bonetti, visibilmente alterato: "Ma chissenefotte chi è famoso! L'isola dei famosi, ok, dei famosi, affondasse quella cazzo di isolaccia con tutti i suoi abitanti, e crollasse pure la casa in testa a quelli del Grande Fratello.....".
"Ma sono ancora lì dentro?
chiedo io, "Ma cos'è, tre mesi, quattro?"
"Ah non lo chiedere a me",
ribatte il Furbi che conosce il modo per far incazzare il Bonetti, che difatti corre scocciato in cucina a prendersi da bere. "Potrebbero starci pure due anni, sai che mi frega", e lo dice divertito nel vedere la reazione dell'amico. Questi dalla cucina continua a borbottare "Qua il mondo va a fuoco, l'Italia va a bagasce e questi pensano alle minchiate. Ah ma verrà il momento in cui tutto andrà in vacca, oh se verrà! E io in quel momento voglio poi vederli questi qua! Che poi magari c'avranno pure il coraggio di dire che loro si sono sempre impegnati e son sempre stati contro, ma è facile và dirlo dopo che sei contro, è adesso che devi dimostrare di essere contro........ ".
Il Bonetti torna a sedersi, mentre Seedorf ricama a centrocampo pizzi e merletti tanto belli a vedersi quanto inutili ai fini del risultato, e beve dalla bottiglia lanciandoci sguardi che hanno poco dell'amichevole e molto dello schifato. All'ennesimo sospiro di Bagni il Furbi chiede conciliante: "Vabbeh dai, che manifestazione stavolta? Contro il governo, finalmente?"
Il Bonetti fa ancora l'offeso e non risponde, il Furbi attende invano e poi incalza: "No, eh? Contro i tagli all'università e alla cultura allora? Contro la politica di Marchionne? Per la libertà di stampa? Contro la discriminazione delle donne?"
"Già fatte tutte. L'ultima la si è già fatta a febbraio".
"Ma non era contro Berlusconi?"
mi chiede il Furbi. "Io ci sono andato a dire Berlusconi dimettiti. Se non ora quando intendevo se non ora quando te ne vai fuori dai coglioni!".
"Anch'io pensavo fosse per quello, se non ora quando, ma pare che invece fosse per la dignità delle donne",
preciso, "Era pure un bello slogan, ma si è sputtanato nel giro di niente: ora lo ripete pure Veltroni!"
"Ah beh, allora è proprio sputtanato! Toccherà pensare ad altro" dice il Furbi con lo sguardo alla partita, poi chiede: "Comunque sul serio, 'sta manifestazione, per cosa?".
"Per cosa, per cosa" si rianima il Bonetti, "per.... tutto!".
"Come per tutto, non capisco".
"E' che ancora non si sa bene",
riprende il Bonetti, "Si sa che ci si mobilita, questo conta." e gli mostra un foglio stampato da un sito con quattro righe scarne che il Furbi legge ad alta voce:
“Se non ora quando? A difesa della scuola pubblica, della costituzione e….”
Luogo del concentramento ore 14 in Piazza Castello Torino. I contenuti della manifestazione sono in via di definizione, quando avremo maggiori informazioni ve le comunicheremo, i promotori chiedono di non partecipare con bandiere e simboli di partito.

Il Furbi mi guarda interdetto, io faccio spallucce come a dire che vuoi che ti dica, poi si rivolge al Bonetti: "Ma sei scemo? Ma cos'è, una festa a sorpresa? I contenuti sono in via di definizione... ma chi cacchio le pensa 'ste cose?"
"Non lo so", si inalbera il Bonetti, "ma... credo.... penso sia giusto esserci, ecco!".
E qui il Furbi sbrocca: "Eh no cazzo, no no no no no, cazzo! E io mi son rotto le balle, cazzo. E non è che posso fare il manifestante per mestiere, cazzo. E mica sono una claque, cazzo. Non è che arriva primavera e allora andiamo a manifestare invece di andare al mare, cazzo. Le manifestazioni sono una cosa seria! Non le puoi sputtanare così, cazzo. Che poi finisce che nessuno ci fa più caso al fatto di scendere in piazza. Cazzo.
E una volta la scuola e va bene, e una volta la libertà di stampa e va bene, e una volta la Fiat e va bene, e una volta l'acqua e va bene, e una volta i grillini e la Tav e il popolo viola e la disoccupazione e tutti gli stracazzi che vuoi e va bene, ma ora mi son rotto i coglioni, cazzo! I contenuti sono in via di definizione...... e allora prima li definisci e poi mi chiedi se c'ho voglia di andare a prendere acqua e freddo in piazza, cazzo!".
Il Furbi ormai è partito e a me e al Bonetti tocca solo ascoltare, contare il numero di volte in cui dice cazzo e ogni tanto annuire.
"Che gli arabi mica erano in piazza tutti i momenti, cazzo. E quando ci sono andati chi li governava si è cagato in mano. E hanno fatto fagotto, cazzo. Mica facevano le scampagnate, cazzo. Noi qua son quarant'anni che si va in piazza senza che di fatto cambi una mazza! E sapete che vi dico? Me in piazza non mi vedono più, cazzo. Se mi vogliono ci dovrà essere un motivo per cui valga la pena, e non così tanto per stare in compagnia il sabato pomeriggio, cazzo. Che poi senza bandiere.... ma che minchia di novità è, senza bandiere. A che minchia serve, senza bandiere. Qualcuno mi spieghi in cosa mi si distinguerà da chi sarà lì per passeggiare e fare shopping, cazzo. Ma che minchia di novità sono, cazzo. Ma ché, si vergognano delle bandiere? Ma vaffanculo! Cazzo!".
Il silenzio cala nella stanza, interrotto solo dagli uhh di Salvatore Bagni a commento di una partita che nessuno segue più. Il Furbi continua a dire: "Mi vogliono in piazza? E allora mi dicano almeno perchè in maniera chiara, cazzo. Vuoi che Berlusconi se ne vada fuori dalle palle? E allora chiedilo, cazzo. Non la scuola e la Costituzione e le donne e Ruby e la madonna: chiedilo! E' semplice! Berlusconi fuori dai coglioni! Toh! E' pure meglio di se non ora quando. Fà pure rima, toh: Berlusconi fuori dai coglioni! Allora vado in piazza, cazzo! Lì sì, che vado in piazza, non per un... contenuto in via di definizione! Cazzo!".
Il Bonetti è sprofondato in poltrona, incapace di ribattere, io bevo dalla bottiglia e ho perso il conto della parola cazzo. Poi dico per sdrammatizzare: "Potremmo sempre andare a Cesena a vedere la Juve", ma come ovvio non ottengo risposta. Salvatore Bagni alla tele intanto sospira l'ennesimo uhh.

6 commenti:

Hassan Bogdan Pautàs ha detto...

Non so se mi sento più il Furbi o più il Bonetti, ma questo posto è degno di una scena di Monicelli... Mi servirebbe solo un bottone per condividerlo su Facebook, ma mi sa che ora lo faccio a mano.

Rouge ha detto...

@ Hassan: il Furbi ti chiederebbe che bottone? che facebook? :)

Hassan Bogdan Pautàs ha detto...

Insomma, dai: non è andata tanto male. E speriamo che il Furbi sia d'accordo...

Rouge ha detto...

@ Haasan: il Furbi quando dice una cosa la fa, e io pure. Ho visto lo striscione che apriva il corteo a Torino (qui) e mi chiedo cosa c'entri con la scuola e la costituzione. Dunque mi pare che le idee siano alquanto confuse o per lo meno non si ha il coraggio delle proprie intenzioni. Non mi sta bene.
Poi rispetto chiunque dissenta, in qualsiasi maniera, ma ciò non toglie che mi sembrano iniziative fini a se stesse, che nulla aggiungono e che semmai tolgono qualcosa. Opinione personale, comunque (di cui a giudicare dal numero di commenti frega una mazza a nessuno, ma vabbeh :)).

Rouge ha detto...

(qui) è questo qua

Hassan Bogdan Pautàs ha detto...

Ciao Rouge, purtroppo dalla galleria della Stampa non riesco a recuperare la foto dello striscione che apriva la manifestazione: l'avrò anche visto, ma non me lo ricordo. Anche io sento un certo spaesamento, ma credo che sia il prezzo che si deve pagare per l'assenza dei partiti e dei sindacati. Abbandonata a se stessa, la folla fatica a trovare una direzione di marcia. Eppure, credo che sia proprio la contaminazione fra ragioni diverse a produrre sintesi positive. Quanto meno, lo spero. Detto questo, anche io vorrei assistere a una risurrezione democratica un po' più organica e consapevole. Insomma, aspetto con te la primavera.