Me ne andavo a zonzo in tangenziale direzione nord verso quella roba megagalattica che arreda le case di tutti gli studenti e singles e coppie che vivono more uxorio e che fa robine carine carine solo perchè a buon mercato, e passava in radio un pezzo di tali Crystal Castles, canadesi di Toronto, mai coperti prima d'ora complice la mia prolungata assenza dalle frequenze radio e da qualunque circuito musicale, dunque quasi del tutto ignaro di ciò che esce, salvo scoprirlo con mesi di colpevole ritardo. Epperò la voce cantante mi sembrava stranamente familiare, tanto familiare che ho pensato a qualcuno che cantasse come il cantante dei The Cure, e mi era piaciuta la cosa, per quella soddisfazione stupida che ti prende quando a distanza di anni qualcosa ti riporta ai tuoi anni e li giustifica in qualche modo (perchè tuo malgrado ne hai fatto parte e fa piacere che qualche pazzo presumibilmente più giovane li apprezzi tanto da copiarli). Invece no. Era proprio di Robert Smith la voce che ho riconosciuto con soddisfazione a questo punto dimezzata, ma almeno l'orecchio e la memoria possono ancora ritenersi salvi. Poi tornando a casa mi piglia la fregola di andare sul tubo a ricercare quel gruppo che tante ore ha ammorbato l'aria delle case in cui ci si ritrovava il mio giro ed io in anni passati, in ogni stagione, che se sentirli in pieno inverno un senso magari lo trovi pure, sentire in pieno agosto sole a palla loro prima e Bauhaus subito dopo era, visto da fuori, da disturbati mentali: stupisce che alcuni di noi abbiano tuttora una vita normale (mica tutti, eh)! E li ritrovo, quasi tutti in pieno disfacimento fisico ma non musicale, per fortuna non musicale, Robertino Smith in testa. E pensare che era così carino.
3 commenti:
i crystal castles sono una delle cose più devastanti uscite dalla scena musicale degli ultimi anni. e il buon vecchio smith ha dato il suo personale contributo alla causa
Ti dirò, non è che mi facciano impazzire troppo, ma è che non amo particolarmente il loro tipo di elettronica.
Un fenomeno commerciale. Un gran bel ma sopravvalutato fenomeno commerciale.
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