Ecco, poi umanamente mi spiace per Gigi Delneri, ormai ex tecnico di una Juventus abbonata ai cambi di progetto (che poi, se tutte le volte si cambia, quali mai saranno non si sa. Bah, calcio moderno!).
Era indubbiamente la sua grande occasione per salire di livello, l'ultima in un grande club dopo i flop alla Roma e al Porto. Occasione sprecata, forse era destino.
Le attenuanti le ha tutte: per aver dovuto allenare la Juve meno competitiva (con meno campioni) degli ultimi quarant'anni e per aver dovuto fare i conti con una sequela di infortuni impressionante nel momento topico della stagione. C'è però anche da dire che nel deludente consuntivo finale (settimi in campionato, dunque fuori dai piazzamenti per le coppe europee, eliminati in Europa League già nella fase a gironi, fuori ai quarti in Coppa Italia) un po' del suo ce lo ha messo, se non altro per non aver saputo trovare rimedio ai difetti che la squadra aveva evidenziato da subito, in primo luogo una fragilità difensiva imbarazzante e una mancanza di concentrazione nei momenti decisivi. Almeno in questo credo che il tecnico friulano qualche colpa ce l'abbia, ma siamo però tutti d'accordo che a parte il solito Del Piero e un paio d'altri la Juve appena passata era infarcita di mezze calzette e il settimo posto ne esprime appieno il valore. Da altre parti si sarebbe andati avanti, col progetto. Alla Juve non puoi permetterti di sbagliare, ma questo credo che l'allenatore di Aquileia lo sapesse benissimo e lo avesse messo in conto.
Ora, con un paio d'anni di ritardo, arriva Antonio Conte, e magari è anche andata bene così. Ma è l'ennesimo cambiamento di preparazione, di mentalità e, soprattutto, di tattica. Arrivano anche, pare, pure gente qualitativamente migliore di quelli che ha avuto a disposizione Delneri (Pirlo, Pazienza, Ziegler, Lichtsteiner, si parla addirittura di Ribery), e alla fine è anche per questo che umanamente mi spiace per il friulano, che ha dovuto invece avere a che fare con i Motta e i Grygera e i Sissoko e i Martinez.
Che ci volete fare, trovo che i perdenti abbiano un fascino tutto particolare.
Era indubbiamente la sua grande occasione per salire di livello, l'ultima in un grande club dopo i flop alla Roma e al Porto. Occasione sprecata, forse era destino.
Le attenuanti le ha tutte: per aver dovuto allenare la Juve meno competitiva (con meno campioni) degli ultimi quarant'anni e per aver dovuto fare i conti con una sequela di infortuni impressionante nel momento topico della stagione. C'è però anche da dire che nel deludente consuntivo finale (settimi in campionato, dunque fuori dai piazzamenti per le coppe europee, eliminati in Europa League già nella fase a gironi, fuori ai quarti in Coppa Italia) un po' del suo ce lo ha messo, se non altro per non aver saputo trovare rimedio ai difetti che la squadra aveva evidenziato da subito, in primo luogo una fragilità difensiva imbarazzante e una mancanza di concentrazione nei momenti decisivi. Almeno in questo credo che il tecnico friulano qualche colpa ce l'abbia, ma siamo però tutti d'accordo che a parte il solito Del Piero e un paio d'altri la Juve appena passata era infarcita di mezze calzette e il settimo posto ne esprime appieno il valore. Da altre parti si sarebbe andati avanti, col progetto. Alla Juve non puoi permetterti di sbagliare, ma questo credo che l'allenatore di Aquileia lo sapesse benissimo e lo avesse messo in conto.
Ora, con un paio d'anni di ritardo, arriva Antonio Conte, e magari è anche andata bene così. Ma è l'ennesimo cambiamento di preparazione, di mentalità e, soprattutto, di tattica. Arrivano anche, pare, pure gente qualitativamente migliore di quelli che ha avuto a disposizione Delneri (Pirlo, Pazienza, Ziegler, Lichtsteiner, si parla addirittura di Ribery), e alla fine è anche per questo che umanamente mi spiace per il friulano, che ha dovuto invece avere a che fare con i Motta e i Grygera e i Sissoko e i Martinez.
Che ci volete fare, trovo che i perdenti abbiano un fascino tutto particolare.
4 commenti:
Povero biascicalingua. Certo che anche in riva all'arno siamo belli che incazzati con i "fratellini".
Pure loro ci avevano un progetto, se non sbaglio. Va tanto di moda.
Secondo me, semplicemente, i giocatori non lo capivano quando parlava...
Lo abbiamo pensato in tanti, ma "Motta, cazzo, passa la palla!" non contiene erre.
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