sabato 29 gennaio 2011

L'amaca del Villaggio

Che io ogni tanto, così, tanto per farmi male, vado a leggere sull'internet quello spreco di caratteri messi insieme un po' alla cacchio che è Libero (lo confesso, a volte pure il Giornale), perchè c'è questa curiosità della serie chissà che dicono i destrorsi che a volte ti piglia e perchè sentire l'altra campana è terapeutico in virtù del fatto che ti ricorda immancabilmente il motivo per cui tu in quella parte non ti ci riconoscerai mai, tiri insomma un sospiro di sollievo ogni volta.
Stavolta non è arrivato un sospiro ma la constatazione di quanto sia difficile dover scrivere per quella testata. Questo dopo aver letto l'articoletto in apparenza schizofrenico scritto da Paolo Villaggio (sì, Fantozzi, proprio lui) in cui prima loda Roberto Saviano per ciò che ha detto a proposito delle primarie napoletane del Pd, poi però, cinque righe intili dopo, pare cazziarlo per aver dedicato la sua laurea ai giudici di Milano, oltre che per non essere nato, pare di capire, nel 1920 o giù di lì e dunque non aver fatto la tragica seconda guerra mondiale, unico metro di paragone per meritarsi l'appellativo di eroe. L'altra sua grandissima colpa (di Saviano) sarebbe quella di vivere in Italia "scortato di tutto punto", dunque insieme ai giudici nello stesso "bunker ben protetto della democrazia" da dove, si sa, è facile battersi "per la libertà di pensiero e per i prigionieri politici sudamericani arabi e africani" , perché "se avesse detto e scritto le stesse cose da quelle parti, lo avrebbero fatto fuori". Sembra sfuggire all'ormai ex comico che lo scrittore è sotto scorta proprio perchè ha detto e scritto cose per cui lo avrebbero fatto fuori, non in sudamerica paesi arabi o africani ma a Casal di Principe (Caserta, Italia), ma posso perdonarglielo, in fondo anche a me sfuggono tante cose, ad esempio il motivo per cui è sotto scorta Emilio Fede, e poi perchè non penso sia stata una dimenticanza. Lo si capisce nelle ultime righe dove batte il record mondiale di accostamenti ad minchiam, prendendolsela direttamente con i giudici di Milano che, dal bunker ben protetto della democrazia, "hanno esiliato Garibaldi a Caprera, trucidato Che Guevara, e fatto morire Craxi in Tunisia"! Peccato non abbia aggiunto l'aver dato 23 coltellate a Giulio Cesare, sparato da un deposito di libri a Kennedy e sganciato la bomba atomica su Hiroshima, si sarebbe capito meglio che in realtà parte del pezzo era ironico. Che fatica però! Per Michele Serra a Repubblica di certo è tutto molto più semplice.

4 commenti:

Lucien ha detto...

La conferma che anche lui ha perso lucidità. L'ho visto qualche mese fa ospite su La7 a "niente di personale" e ho avuto questa sensazione. Chissà cosa ne penserebbe il suo amico Faber...

Rouge ha detto...

Ah, è completamente andato. Su quello d'accordissimo.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Dimmi che non è vero....

Rouge ha detto...

Vero, vero.