mercoledì 22 ottobre 2008

Formidabile quest'anno

Faccio parte di una generazione sfigata, arriviamo sempre tardi agli appuntamenti importanti.
Nel '68, per dire, alcuni di noi manco erano nati e nel '77 ci scambiavamo figurine tra i banchi delle elementari. Avevamo le orecchie certo, e ogni tanto ci arrivavano voci truci di telegiornale, dove giornalisti seriosi elencavano scontri di piazza e stragi rosse e nere. Che quegli anni fossero di piombo ce lo hanno detto poi dopo, e in effetti i ricordi in bianco e nero ben si prestano a quella definizione, ma noi eravamo ancora in una età beata e a volte penso pagherei per tornarci.
A tutte le generazioni tocca vivere il periodo contestatario, è legge di natura. A noi toccò di vivere il 1985, che rispetto al 1977 era come lo Zecchino d'Oro rispetto agli Mtv Music Awards. Non chiedetemi per quale riforma stessimo protestando perchè onestamente non lo ricordo, sta di fatto che per noi studenti di una scuola di provincia la "lotta" si limitò a un paio di scioperi e a una sottospecie di occupazione. Dubito che anche i più informati di noi sapessero per cosa si stesse in piazza, ma tant'è, un paio di giorni di sega facevano comodo a tutti. Il movimento della Pantera dell' 89 lo vidi da dentro una fabbrica, che già la scuola mi sembrava una cosa distante e delle proteste successive non ho memoria, ma credo si possano ricondurre alla legge di natura di cui sopra.
In questi giorni la protesta studentesca è tornata a manifestare in piazza e a occupare atenei e facoltà per dire no alla riforma del Ministro della Distruzione Gelmini, che prevede tra un grembiulino e una classe separata anche la convertibilità delle università in fondazioni, privatizzandole di fatto. E' il primo passo per svendere la scuola pubblica al miglior offerente: questa riforma ha come unico intento di allargare ancora di più il divario fra ceti abbienti e ceti medio-poveri, impedendone l'accesso a chi non se lo può permettere economicamente. Sono di ieri le statistiche Ocse che vedono l'Italia tra i peggior paesi al mondo per disuguaglianza economica, peggio di noi stanno quegli Stati Uniti a cui da anni ci rifacciamo chissà mai perchè, visto che è "terra di opportunità" solo per chi può permettersele (non parliamo poi di U.s.a. "terra delle libertà"!).
Questo 2008 si sta dimostrando sempre più un anno particolare, per i cambiamenti che sta portando a livello mondiale. Un modello economico sta cadendo a pezzi e un intero sistema sta rendendo evidenti tutte le sue contraddizioni, a cominciare dalle differenze sempre più marcate tra chi sta sopra e spadroneggia e chi sta sotto e subisce.
Contro questo stato di cose non si può fare nient'altro che far salire la protesta, da qualsiasi parte arrivi, per dimostrare a chi ha il potere che non è questa la via che vogliamo seguire, anzi, che non possiamo più permetterci di seguirla.
Io sto con gli studenti e i professori che protestano. Se quella di oggi fosse anche solo perchè nei bagni manca la carta igienica starei comunque con loro. E sto con gli operai in cassa integrazione, che sono sempre di più e destinati ad aumentare. Sto con i No Tav e i No Dalmolin, con i disoccupati di tutta Italia e con chi protesta per gli inceneritori. Sto con la sinistra quando va in piazza, pure se c'è Di Pietro, e starò anche con Uolter sabato prossimo, pure se è una delusione con gambe ed occhiali. Non mi interessa da dove arriva il dissenso, l'importante in questo momento è che arrivi. Ma soprattutto sto con noi, figli di una generazione di merda che non ha saputo mantenere e tramandare le lezioni che pur conosceva, che ha svenduto gli ideali per quattro bond e un suv ed ora si ritrova con niente in tasca e poco nel cuore.
Può essere un anno formidabile questo 2008, da ricordare, e qualcosa mi dice che lo ricorderemo a lungo. Mi auguro che sia per qualcosa di buono.

9 commenti:

Alessandro Tauro ha detto...

Condivido in pieno la tua speranza! E per la prima volta sento illuminare i miei occhi a vedere un'intera generazione in subbuglio.
Forse il governo proseguirà sulla sua strada senza ascoltare le parole della piazza, come ha sempre fatto, d'altronde, ma questa volta, sono sicuro, faranno molta più difficoltà del solito.

Per la prima volta, forse, in Italia, studenti, professori, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, maestri, insegnanti precari, manifestano, occupano, fianco a fianco.
E' un legame troppo forte da poter rompere con facilità...
Non bisogna mollare!

il Russo ha detto...

Oltre alla tua speranza condivido la tua esperienza, sempre in anticipo o in ritardo su tutto, e poi ci chiamano bogianen: anche volessimo...

Anonimo ha detto...

Nel '68 avevo 12 anni e l'ho vissuto di rimablzo dai miei fratelli; nel '77 ero già spasato con prole e l'ho vissuto in mezzo ai disordini come fattorino di giornale; gli altri movimenti li ho seguiti per lavoro o come genitore. Come vedi anche io non è che abbia partecipato "attivamente" ma non mi sono mai sentio tagliato fuori. Da quel che penso, dall'idea che mi sono fatta di voi, la vostra partecipazione, per le possibilità che avevate, non l'avrete fatta mancare.
Su la testa e resistere sempre e comunque.

Luca Viscje Brasil ha detto...

Ciao Rouge,
ho giusto scritto un post sulla diseguaglianza sociale, che in Brasile è il dato più imbarazzante per l'economia del paese. Il paragone è caduto a fagiolo con la ricerca dell'Ocse.

Riguardo alle proteste studentesche ho visto anche il video di Berlusconi (dal blog di Wil) e mi ha per l'ennesima volta allarmato il modo con cui intendono risolvere la questione. Repressione con uso della polizia e perchè no, già che è pronto all'uso anche con l'esercito.
Sull'esercito avevo scritto un post qualche tempo fa (http://lucaviscjebrasil.blogspot.com/2008/08/esercito-e-realt-distorta.html) e probabilmente ciò che dicevo comincierà presto ad avverarsi...

Un saluto e complimenti per come scrivi!

clauds ha detto...

io spero, spero, spero con tutto il mio cuore.
ma ho paura.
mi tornano in mente genova ed i mesi successivi... sembrava dovessimo spaccare il mondo...
ed invece mi ritrovo ad essere scappata dall'altra parte del mondo con vergogna. perche' loro sono stati piu' forti.

spero che questo movimento sia di piazza e che appartenga solo al popolo che finalmente ha capito e si e' stufato. se i partiti s'immischieranno ho paura che tutto andra' a puttane. come al solito.

so che sembra facile parlare cosi' da 6000 km, ma ti assicuro che non lo e'. altrimenti non mi vergognerei di stare cosi' lontano.

un caro saluto

clauds

Rouge ha detto...

@ Tutti: e allora speriamo e tiremm innanz, anche se stamattina, dopo aver vagato per i commenti sui blog del Russo e di Gap, comincio a pensare che siano tutte cause perse in partenza.

@ Clauds: non ti vergognare. La tua voce arriva comunque.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Speriamo che venga davvero ricordato per qualcosa di buono.
Un saluto Rouge

il Russo ha detto...

No, proprio grazie ai commenti che hai letto da me dovresti capire che non si è mai perso, finchè avremo voglia di confrontarci e lottare per le nostre idee potremo sempre vincere!

Rouge ha detto...

Ciao Russo, stavo guardando Anno Zero e ho spento schifato.
Oggi da te ho capito perlomeno una cosa: che la nostra Unità ormai è solo una parola. E' una amara constatazione, ma quando si rimane duri e puri (e soli) anche quando si conta come il due di coppe con briscola a bastoni, mantenendo quell'atteggiamento snobistico, autoreferenziale, stupido, proprio di chi pensa di avere tutte le ragioni in tasca e quasi si è soddisfatti di essere con la merda fino alla gola, non si va molto avanti (bada bene, mi ci metto pure io nella truppa).
Ci vorranno anni, molti, troppi, prima che quella sinistra in cui credo io, e sono certo anche tu, possa tornare ad essere almeno un punto di riferimento per le masse.
E il peggio è che qua lo hanno capito in pochi.
Ci vuole umiltà nel ripartire, dire vengo con te ma io sono meglio come sta facendo Prc verso il Pd è l'ennesima dimostrazione che non si è capito un cazzo.
Un saluto.
P.S.
Era un bel po' che non si assisteva a una discussione come da te oggi.
Complimenti.