Commentavo ieri su un blog amico un suo post di ringraziamento a Roberto Saviano per aver avuto il coraggio di portare alla conoscenza nazionale quello che in terra di Campania conoscono bene da anni. Il ringraziamento è doveroso, e mi accodo, ma il mio commento è stato: "A Saviano auguro di mantenersi vivo, di scappare e di riuscire a ricostruirsi una vita normale. Ha sacrificato la sua oltremisura".
Poco dopo aver commentato ho letto sempre sul blog di Wil il suo aggiornamento riportante la notizia del tentativo di eliminarlo da parte della camorra (potete leggerlo qui).
Già ieri sera Roberto ha lasciato una dichiarazione sconfortata ma pienamente condivisibile (potete leggerla qui) e mi stupisce di come non sia giunta prima.
Quello che ha fatto Roberto Saviano con le sue parole è qualcosa che non ha precedenti. Gomorra è un pugno allo stomaco diretto a tutti, una inchiesta sotto forma di romanzo che ha raggiunto lo scopo che si era prefisso, far emergere quello che era sommerso solo per chi non voleva vedere. Lo ha detto con crudezza, in modo chiaro e preciso, senza sotterfugi, andando dritto al cuore del problema, con un coraggio che solo la sua giovane età poteva dare.
Perchè Roberto è giovane, tanto giovane. Ventotto anni nella società di oggi non sono niente e sono tutto. Sono gli anni migliori sotto certi aspetti, perchè non hai l'avventatezza e la stupidità di un ventenne, ma neanche quell'inizio di rassegnazione e di noia di un quarantenne.
Anni in cui le scelte si sedimentano, vieni fuori per quello che sei ma hai ancora margini di evoluzione, vivi in maniera consapevole forse per la prima volta e non hai perso l'ingenuità di anni più giovani. Roberto ha sacrificato tutto questo in nome di un ideale fortissimo, quel desiderio di verità e giustizia che ha cercato di smuovere in tutti quanti noi, agitando le acque torbide in cui tutti noi ci muoviamo.
Non so quanto fosse realmente cosciente di quello che sarebbe potuta essere dopo, la sua vita, e non so quanto fossero realmente coscienti i suoi editori, i suoi amici, quanti possono averlo consigliato, quanti sul suo nome dopo hanno mietuto successi. Quanto calcolato fosse il rischio, se nel conto si fosse messo il sacrificio degli anni migliori della propria vita. Me lo sono sempre chiesto e immagino che in questi anni se lo sia chiesto anche lui.
Io non lo avrei fatto, perchè non so se avrei avuto il suo coraggio, qualcuno dice la sua ingenuità. Io nel quadro sopra sono quello che sta sotto, specchio riflesso di qualcosa di vero.
E allora Roberto scappa, fujetenne, mantieniti vivo. Per te stesso e la tua vita, ma anche per me, come per tutti quelli che di te sono solo un riflesso sbiadito.
Poco dopo aver commentato ho letto sempre sul blog di Wil il suo aggiornamento riportante la notizia del tentativo di eliminarlo da parte della camorra (potete leggerlo qui).
Già ieri sera Roberto ha lasciato una dichiarazione sconfortata ma pienamente condivisibile (potete leggerla qui) e mi stupisce di come non sia giunta prima.
Quello che ha fatto Roberto Saviano con le sue parole è qualcosa che non ha precedenti. Gomorra è un pugno allo stomaco diretto a tutti, una inchiesta sotto forma di romanzo che ha raggiunto lo scopo che si era prefisso, far emergere quello che era sommerso solo per chi non voleva vedere. Lo ha detto con crudezza, in modo chiaro e preciso, senza sotterfugi, andando dritto al cuore del problema, con un coraggio che solo la sua giovane età poteva dare.
Perchè Roberto è giovane, tanto giovane. Ventotto anni nella società di oggi non sono niente e sono tutto. Sono gli anni migliori sotto certi aspetti, perchè non hai l'avventatezza e la stupidità di un ventenne, ma neanche quell'inizio di rassegnazione e di noia di un quarantenne.
Anni in cui le scelte si sedimentano, vieni fuori per quello che sei ma hai ancora margini di evoluzione, vivi in maniera consapevole forse per la prima volta e non hai perso l'ingenuità di anni più giovani. Roberto ha sacrificato tutto questo in nome di un ideale fortissimo, quel desiderio di verità e giustizia che ha cercato di smuovere in tutti quanti noi, agitando le acque torbide in cui tutti noi ci muoviamo.
Non so quanto fosse realmente cosciente di quello che sarebbe potuta essere dopo, la sua vita, e non so quanto fossero realmente coscienti i suoi editori, i suoi amici, quanti possono averlo consigliato, quanti sul suo nome dopo hanno mietuto successi. Quanto calcolato fosse il rischio, se nel conto si fosse messo il sacrificio degli anni migliori della propria vita. Me lo sono sempre chiesto e immagino che in questi anni se lo sia chiesto anche lui.
Io non lo avrei fatto, perchè non so se avrei avuto il suo coraggio, qualcuno dice la sua ingenuità. Io nel quadro sopra sono quello che sta sotto, specchio riflesso di qualcosa di vero.
E allora Roberto scappa, fujetenne, mantieniti vivo. Per te stesso e la tua vita, ma anche per me, come per tutti quelli che di te sono solo un riflesso sbiadito.
9 commenti:
gli consiglerei un' ottima svezia, un'incantevole nuova zelanda, una liberale olanda, i caldi tropici...
un sacco di posti migliori per lui. Di peggiori non me ne vengono in mente, rispetto a dov'è ora.
Rispetto la sua scelta, però per noi suoi connazionali la vicenda è un'altra sconfitta sociale, poichè la cultura va in esilio per colpa di una Stato incapace di piegare queste forze del male.
Ho dedicato anch'io un lungo messaggio a Roberto Saviano quest'oggi.
E noto che il tenore dei messaggi scritti nei vari blog, come il tuo, sono estremamente carichi di passione e tutti ricalcano lo stesso pensiero (che è anche il mio): vai via in santa pace Roberto, a questo paese hai dato fin troppo. E di certo, non ti meritiamo.
Che dire, avete ragione tutti quanti. Mi auguro che Roberto riesca a riprendere il filo di una esistenza normale. Davvero.
Io non finirò mai di ringraziarlo, un anno in più di me, e noi giovani uniti potremmo veramente cambiare le cose.
Grazie Roberto.
Ciao Rouge, bel post.
Grazie Libero. Io ho qualche anno in più e mi auguro davvero che la tua generazione non sia come la mia.
Condivido tutto, ma non dimenticherei anche gli altri giornalisti, preti, insegnanti, ecc. che hanno fatto la loro parte. Forse saranno pochi, ma ci sono, e purtroppo non ci resta che sperare in loro per una rinascita morale della Campania. Sullo stato non ci possiamo contare.
@Gap: Da campano trapiantato in piemonte me lo auguro vivamente.
Hai ragione, fuggirsene è l'unica soluzione, anche se mi spiace ammetterlo.
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