venerdì 6 agosto 2010

Minoranza

Lo so, sbaglio, perchè non è che se uno diventa troppo commerciale significa che non debba più piacere, ma cosa volete, io son fatto così, che quando un artista ha troppo successo smetto di seguirlo e poco mi frega di cosa faccia dopo: io resto legato a quelle loro prime cose e a tutti i ricordi annessi e connessi, su di loro certo ma più su di me. Successe la stessa cosa con Vasco che, per dire, fino allo spartiacque di Bollicine (1983) mi piaciucchiava pure un pochetto (mai amato, per la verità), poi divenne simbolo e modello di tutti i tamarri del mio paese e allora no, cavoli, Vasco no, ma l'ho detto, sono io che sbaglio e forse sbagliai pure con i Litfiba, persi di vista dopo Litfiba 3 (1988) e mai più voluti sentire tranne qualche traccia qua e là, a caso, qualcuna neanche male ma niente a che vedere con ciò che a me ricordavano.
Beh, a pensarci non è che ne abbia scaricati poi tanti dalla mia personale classifica, che quelli che piacciono a me non diventano mai abbastanza famosi; sì certo Pino Daniele, ma lui ci ho messo un po' a smettere di comprarlo a scatola chiusa, perchè fino a Schizzechea With Love (1988) non ha sbagliato un disco che fosse uno, poi però mi frega con Mascalzone Latino dell'anno dopo e vabbeh passa, ma non passa più con Un Uomo in Blues del '91 che fa il paio con Abbi Dubbi di Bennato (Edoardo, che Eugenio è un'altra cosa) in quanto a rimpianto dei soldi spesi: ciao Pino che ha perso voce e verve ma ha acquistato maree di fan, e l'unica eccezione gliela concedo al concerto di Torino nel 1996 ma solo perchè c'è Jimmy Earl al basso, dopodichè più nulla. Comunque si diceva che quelli che piacciono a me non diventano mai abbastanza famosi e seguiti (con l'unica eccezione dei Depeche Mode), per cui è raro che io mi ritrovi in un megaconcerto, sono al massimo da Palazzetto ma anche lì ultimamente non è che ci vada più tanto spesso, che poi alla fine è la calca che mi disturba e l'unica volta che mi sforzo di superare la fobia è per i Police qua a Torino tre anni fa, ma cavoli, lì dovevo esserci, non puoi avere tutti i dischi, rimpiangerli per anni e poi perderti l'unica occasione per vederli dal vivo, oltretutto in casa!
E quindi lo so che sono io che son così e che a volte merita la pena andare ai megaraduni, ma degli U2, che pure suoneranno stasera sempre qua in casa sul loro megapalco che tiene mezzo stadio (una robetta sobria), mi frega un po' una mazza, che per me hanno smesso di esistere nel 1987 con The Joshua Tree per darsi alle americanate e alle folle adoranti di cui io, ma lo so che è colpa mia e lo so che sbaglio, non faccio parte.
In minoranza. Pure qui.

2 commenti:

Lucien ha detto...

Non sono tanti quelli che hanno avuto la capacità di crescere e migliorare col tempo. Soprattutto spesso la vena creativa si inaridisce e allora una volta sdoganati si tira a campa'.

luposelvatico ha detto...

Idem. Ho visto gli U2 a Modena nel 1987, nel Tour di Joshua Tree: meravigliosi. Da "Achtung Baby" ho iniziato ad annoiarmi ascoltandoli. L'idea di comprare i biglietti per stasera non ha mai avuto residenza nel mio cervello. Non mi pongo neanche il problema "mi piacciono/non mi piacciono": fan parte di quelle questioni che ritengo noioso ed inutile pormi:-)