martedì 21 dicembre 2010

Un saluto al Vecio

Quella dell'82 fu la più bella estate che un appassionato di calcio, specie se quindicenne, potesse desiderare. Sole, caldo, interminabili partite a pallone anticipando e ripetendo quelle vere dell'undici guidato da Bearzot, noi in campetti improvvisati dappertutto, in parrocchia come in strada come nei campi appena fuori il paese, loro in quegli stadi favolosi di Spagna che finimmo per impare a memoria. Era il primo mondiale, anzi Mundial, che i miei amici ed io seguivamo in tutto quello che accadeva, guardano parlando e discutendo, chè in quelli precedenti si era ancora troppo piccoli per gustarsi le partite appieno e in quelli dopo, anche quelli vinti, si diventò troppo grandi perchè il calcio mantenesse il fascino che aveva da ragazzini. Quell'estate per noi il calcio aveva ancora il sapore genuino delle sfide e grazie all'età non ci fregava nulla delle solite (avremmo imparato poi) polemiche italiote sul fatto che il Vecio aveva lasciato a casa Beccalossi e Pruzzo. Più che altro non le capivamo: se l'uomo con la faccia da pugile e la pipa sempre a portata di labbra li aveva lasciati a casa qualche motivo c'era, lui era il C.T., e a noi tanto bastava. Alla fine ebbe ragione lui e ci rese tutti campioni del mondo. Grazie Enzo.

2 commenti:

Ernest ha detto...

Io avevo solo 7 anni ma ricordo tutto come se fosse ieri incredibile...
un saluto e buone feste

Rouge ha detto...

Anche a te, Ernest, anche a te.