Io un po' mi ci ero affezionato a quelle tre colonne intarsiate opera di Arnaldo Pomodoro che accoglievano chi arrivava a Torino da Moncalieri, comparse all'ingresso della città in quella straordinaria stagione che sono state le Olimpiadi 2006. Sembravano dire all'automobilista, reduce dallo spettacolo triste delle ciminiere appena lasciato in tangenziale in forte contrasto con il verde della collina poco distante, che stava per entrare in una città proiettata in avanti. Dava un senso di futuro, di modernità: ciminiere anch'esse a uno sguardo distratto, ma di tutt'altro tipo e senso.
Costava troppo mantenerle, per cui restituite all'autore. In sostituzione avrebbe dovuto essere costruita una fontana (questa qua), ma non si è fatto in tempo, o non si è trovato uno sponsor: sono tempi di tiramenti di cinghia d'altronde.
Oggi in quella rotonda, biglietto da visita presentato a sud, è rimasto il basamento circolare dipinto di un raccapricciante azzurro (neanche savoia) con quattro enorni coccarde tricolori sull'esterno che rimandano a quella proiettata sul vicino Palazzo del Lavoro, e al posto delle colonne tre pennoni con le bandiere (italiana, europea, torinese? Boh, non si vedono) perennemente cascanti, ché Torino non è certo famosa per il vento. Una tristezza infinita.
Poi sarà anche vero, come dice qualche genio, che con la cultura non si mangia, ma si vive meglio però. Penso.
Costava troppo mantenerle, per cui restituite all'autore. In sostituzione avrebbe dovuto essere costruita una fontana (questa qua), ma non si è fatto in tempo, o non si è trovato uno sponsor: sono tempi di tiramenti di cinghia d'altronde.
Oggi in quella rotonda, biglietto da visita presentato a sud, è rimasto il basamento circolare dipinto di un raccapricciante azzurro (neanche savoia) con quattro enorni coccarde tricolori sull'esterno che rimandano a quella proiettata sul vicino Palazzo del Lavoro, e al posto delle colonne tre pennoni con le bandiere (italiana, europea, torinese? Boh, non si vedono) perennemente cascanti, ché Torino non è certo famosa per il vento. Una tristezza infinita.
Poi sarà anche vero, come dice qualche genio, che con la cultura non si mangia, ma si vive meglio però. Penso.
4 commenti:
e pensi bene!
un saluto
Io ringrazio d'essere in un periodo un pò così...perchè in un periodo "normale" almeno 20 minuti di autismo prima dello sconforto non me li toglieva nessuno.
Pensi molto bene, anzi: la cosa paradossale è che vi è sempre esplosione di cultura o, diciamo, di 'arte' ed 'espressione artistica' nei momenti di massima crisi anche economica.
Non sapevo di questa rimozione. Mai avrei immaginato che 'mantenessero' quelle opere in qualche modo serio se non dando loro una lavata ogni tanto dagli animaletti che defecano un po' a caso in giro e quindi anche lì. Mi ci ero affezionata anche io, ma più che altro le ho sempre interpretate come colonne passate sotto zampate di Godzilla o Megaloman, come molti edifici dai cornicioni un po' erosi nella stessa zona.
Beh, in fondo erano e sono di proprietà dell'autore, e mantenerle pare costasse un botto. Che dire? Mi spiace. Ma al posto di quello che c'è ora meglio niente.
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