La notizia me l'ero persa, è di qualche giorno fa, l'ho ritrovata su La Stampa di ieri e mi ha lasciato un notevole senso di disgusto addosso. Non è questione di indignazione facile, è proprio questione di non riuscire a capire quanto cinismo ci possa essere in una persona (definiamola così) che non solo pensa una roba del genere, un gioco sui sette operai della Thyssen di Torino morti in quel posto di lavoro che tra l'altro stavano per perdere (quella fabbrica avrebbe chiuso), ma si prende la briga e il tempo di dargli seguito aprendo una pagina web, minuti in cui forse gli può anche essere balenato per la testa il pensiero di desistere, voglio sperare, ma non lo ha fatto. Quanto disprezzo c'è nel pensare a dei lavoratori come a persone irresponsabili, morti per "mancanza di professionalità, inadempienze varie, e forse abuso di alcool e droghe leggere, che ignorano le misure di sicurezza": responsabili dunque della loro stessa fine. Quanto cattiveria c'è in una persona (insisto nel termine) che pensa che un risarcimento pecuniario di qualunque entità possa sopperire alla perdita di un figlio, di un marito, di un padre morto sul luogo di lavoro, e quanto identico disprezzo e indifferenza c'è in chi, qualche centinaio, ha lasciato commenti dello stesso tenore su quella pagina.
Ora si sta indagando, per diffamazione a mezzo stampa, ma l'augurio che gli si può fare non è di vederli condannati, è che sia rimasto in tutti loro un briciolo di umanità per poter provare vergogna.
Ora si sta indagando, per diffamazione a mezzo stampa, ma l'augurio che gli si può fare non è di vederli condannati, è che sia rimasto in tutti loro un briciolo di umanità per poter provare vergogna.
2 commenti:
hai detto bene disgusto, profondo disgusto!
E aggiungiamo altro disgusto!
Posta un commento