
Comunque io oltre ad arrivare sempre tardi sono anche scettico di natura, e se uno mi dice facciamo la rivoluzione, e non parlo di quelli degli spettacolini, parlo degli altri, la prima cosa che mi viene in mente è: per poi fare che? In genere qui le risposte sono tante e variegate, ma spesso si sintetizzano in un "cambiare tutto" che, scusate, ma non so se a me va tanto bene: ci sarà bene qualcosa che vale la pena di tenersi, penso, magari quell'altra paroletta, democrazia, che oggi qua funziona male, ma come idea non è proprio tutta da buttare, no? Se poi quelli che cambieranno tutto è gente che non si fa scrupolo di tirare sassate in testa al "nemico" (e meno male che siamo ancora fermi lì), sfasciare quello che gli capita a tiro con particolare predilezione per gli arredi urbani, tirare fuori dalle tasche verità assolute come fossero caramelle e indicare chi non si trova d'accordo con questi metodi come uno colluso al sistema, beh, io scusate ma di questi mi fido proprio per niente.
Per cui (e qui un bel chissenefotte ci può pure stare) io la rivoluzione non la voglio fare, ché per natura mi piacciono poco i cambiamenti climatici improvvisi figuriamoci quelli socioeconomici, e pure alle manifestazioni colorate finto autoconvocate a cadenze settimanali mi son rotto di starci dietro (ma questo s'era già capito). E questo (lo dico, perché qua pare che per forza devi essere o bianco o nero) non significa affatto che le cose mi vadano bene così, che non ritenga possibile un cambiamento. Lo ritengo possibile certamente, come questi nuovi rivoluzionari da corteo+aperitivo, ma il cambiamento che io mi auguro è soprattutto nella testa e nella coscienza della gente, e la differenza tra me e loro è che io non credo affatto che perché ciò avvenga sia necessario sfilare di continuo col rischio che a qualcuno prudano le mani, sfasci tanto per sfasciare e autorizzi quindi chi governa a tirare mazzate come gli capita, sia vere che metaforiche, cosa che tra l'altro avviene in maniera abbastanza puntuale, prevedibile e con il tacito consenso della maggioranza pecorona che di rivoluzioni e manifestazioni nulla ne sa e nulla ne vuol sapere.
Ad ogni modo il vero cambiamento alla fine penso avverrà naturalmente, e sarà come riguardare un video degli anni ''80: stupirsi cioè di poter essere stati e aver vissuto in quel modo. Avverrà, ne sono certo, nel momento in cui la maggioranza delle persone sarà arrivata a comprendere ciò che oggi credono in pochi, ma sarà per loro esperienza diretta, come lo è stato per gli altri, e non certo per le parole che uno può sprecare tempo a dire, o per le marce che uno può sfiancarsi a fare: mi spiace dirlo, perché mi ci metto pure io in mezzo, ma quelle servono solo a chi le dice e a chi le fa. E sarà buffo, una volta arrivati alle meta, vedere chi oggi attende la rivoluzione sperare ancora e sempre in un'altra.
3 commenti:
Che forse è questo il problema, il giorno che arrivasse sta benedetta e sacrosanta Rivoluzione più di uno si chiederebbe: e mò, ora che faccio?
il mondo è pieno di rivoluzionari dell'ultima ora. Quelli veri di solito non riescono a raccontare ciò che hanno fatto.
La vera rivoluzione,Rouge,arriverà solo quando arriverà la fame nera.Accontentiamoci di qualche piccolo,ma significativo cambiamento...
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