domenica 3 ottobre 2010

Le cose cambiano, Charlie Brown

Non l'ho mai amato particolarmente, Charlie Brown, pur avendo letto in passato una marea di raccolte dei Peanuts che ieri hanno compiuto 60 anni. Un fascino strano, quello emanato dal bambino dalla testa rotonda e dalla sua cerchia di amici, dato da un universo sempre uguale a se stesso, immutabile negli anni, dove l'aquilone di Charlie è fagocitato inevitabilmente dall'albero, Schroeder suona costantemente il solo Beethoven su un pianoforte solo e sempre giocattolo, Lucy è sempre antipatica, Pig Pen è sempre sporco, Linus aspetta per l'eternità il Grande Cocomero stringendo la fida coperta. Un mondo cristallizzato che gira costantemente su se stesso, sempre uguale e chiuso alle novità, destinato a rimanere tale per volontà dell'autore che al momento della morte avvenuta dieci anni fa ha vietato espressamente nuove produzioni delle sue creature. Niente a che vedere con il mondo in movimento seppure lento di Mafalda, per rimanere in tema di universi visti con occhi bambini, dove qualche novità a volte arrivava a spezzare la monotonia della situazione e dove, diciamolo pure, la comicità era più evidente: dove Quino strappava risate, Schultz a malapena regalava sorrisi.

E' in pratica Peanuts uno scorcio di esistenza ripetuto all'infinito, dove nulla o quasi esce mai dalle righe di una storia già scritta e da tutti vissuta almeno una volta nella vita, confortante però nella sua voluta staticità. Conforta sapere che al contrario di Charlie siamo riusciti ad agganciare prima o poi la ragazzina dai capelli rossi, che una volta almeno abbiamo lasciato il campo di gioco da vincitori, che abbiamo riposto nell'armadio la coperta e che abbiamo imparato a suonare anche melodie diverse. Il paragone col mondo Peanuts segna il passaggio con la vita adulta e per questo Charlie e banda ci sono necessari, ma detto questo sfugge però il motivo per cui continuiamo a rimanerne legati e a leggere e rileggere le storielle di quel mondo. La risposta sta tutta il quel "quasi nulla" che sfugge dalle righe di una storia già scritta, sta in Snoopy, il "quasi nulla" che sfugge, l'unica variabile della serie nelle sue diverse incarnazioni: pilota d'aerei da caccia, capo esploratore comandante di improbabili boy scout, scrittore incompreso ma testardo, ballerino, conquistatore di cuori, oppure cane/amico affezionato, semplicemente, come ci si aspetterebbe. Snoopy nella serie è l'unico adulto in un mondo di bambini, il più imprevedibile di tutti nella varietà dei suoi vissuti. Il più umano di tutti, probabilmente.

2 commenti:

elena ha detto...

davvero un bel post! bravo! :)

Rouge ha detto...

Grazie pue qua.